Il ruolo di Vittorio Emanuele II di Savoia nel processo che portò all’Unità e all’Indipendenza dell’Italia
Il Vittoriano ebbe origine per volontà del Governo italiano. All’indomani della morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, il Primo Ministro decise di costruire a Roma un monumento per celebrare il re e attraverso il re il processo risorgimentale
Giuseppe Sacconi era ancora molto giovane quando progettò il Vittoriano, che ci restituisce appieno la misura e la qualità di questo grande artista
Vittorio Emanuele III, nipote di Vittorio Emanuele II, impresse una forte accelerazione al cantiere del Vittoriano, così da poterlo inaugurare nel 1911, nel cinquantenario dell’Unità d’Italia
Con la tumulazione nell’Altare della Patria della salma del Milite Ignoto, in onore dei caduti della Prima guerra mondiale, il Vittoriano acquistò anche la funzione di sacrario
Palcoscenico del regime, dei suoi riti e dei suoi protagonisti, il Vittoriano negli ultimi anni di guerra protesse nei suoi sotterranei la popolazione civile di Roma
Nel dopoguerra molti identificarono il Vittoriano solo e unicamente con il regime fascista e con la sua retorica imperialista. Travisato e appiattito criticamente, il Monumento subì aspre critiche, la chiusura al pubblico e la condanna in un processo per “offesa estetica”
Preceduta dalla visione del regista Peter Greenaway e da studi e restauri, l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi a Presidente della Repubblica segna per il Vittoriano il momento del rilancio critico e popolare: nel 2019 è diventato uno dei luoghi d'arte più visitati d’Italia