La rinascita
Preceduta dalla visione del regista Peter Greenaway e da studi e restauri, l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi a Presidente della Repubblica segna per il Vittoriano il momento del rilancio critico e popolare: nel 2019 è diventato uno dei luoghi d'arte più visitati d’Italia
Nel 1987, proprio quando il Vittoriano stava vivendo il suo momento più buio, il regista britannico Peter Greenaway vi ambientò Il ventre dell’architetto (The Belly of an Architect). Attraverso gli occhi del protagonista del film, Stourley Kracklite, un architetto statunitense immaginario eppure verosimile impersonato da Brian Dennehy, Greenaway offrì una visione diversa del monumento, stabilendo un tema ad arco fra il suo progettista, Giuseppe Sacconi, e grandi del passato come Giovanni Battista Piranesi ed Étienne-Louis Boullée.
Nello stesso periodo può registrarsi un deciso risveglio d’interesse anche nel campo degli studi. Due corposi volumi apparsi tra il 1986 e il 1988 per iniziativa della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali di Roma sottolinearono le qualità architettoniche e artistiche del Vittoriano. Tale sensibilità si estese al campo della storia, grazie alle due monografie uscite nel 1998: il libro di Catherine Brice, in particolare, inserì il monumento nel vivo del dibattito italiano ed europeo dell’epoca, come frutto della competizione fra i vari nazionalismi emergenti.
I molti anni di sfortuna critica avevano lasciato il segno sul monumento, che si presentava in gravi condizioni conservative. Ai problemi documentati fin dall’epoca di costruzione, le lesioni strutturali e le infiltrazioni d’acqua, si erano aggiunti i danni dell’incuria. In vista del Giubileo dell’anno 2000 si decise di avviare una campagna di restauri. I 10 miliardi di lire stanziati nella circostanza dallo Stato Italiano servirono a interventi localizzati di impermeabilizzazione, specie nel propileo di sinistra, al trattamento delle superfici in marmo botticino che col tempo si erano slavate, al restauro dei gruppi scultorei e alla messa in sicurezza dei 100 pezzi della gipsoteca.
Il monumento rientrò ufficialmente nella vita di cittadini e turisti per volontà di Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006). Il Presidente della Repubblica ne fece un pilastro della sua politica di pacificazione nazionale, basata sulla riappropriazione di luoghi e simboli della storia patria. Al termine dei lavori di restauro il Vittoriano schiuse le porte al pubblico il 24 settembre 2000, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno scolastico. Da allora, tutti i presidenti hanno rivolto al monumento una cura e un’attenzione particolari.
La campagna di restauro in occasione del Giubileo aveva risolto solo una parte dei numerosi problemi che affliggevano il complesso. Nel 2006 si diede perciò l’avvio a un nuovo progetto di restauro e insieme di valorizzazione. Oltre al consolidamento delle strutture e al restauro delle superfici esterne, il progetto mirava a rendere il Vittoriano più fruibile dal pubblico. Parecchi sforzi si rivolsero all’abbattimento delle barriere architettoniche, un problema cruciale in un monumento costituito fondamentalmente da scale e declivi. Una fetta considerevole del pubblico premeva poi per raggiungere la Terrazza Panoramica: la Terrazza, posta in cima al monumento, fino a quel momento era accessibile solo attraverso due anguste e pericolose scale laterali. Al termine di un lungo dibattito si optò per due grandi ascensori, collocati sul lato posteriore del monumento, nella Terrazza Italia.
Fra il 2015 e il 2020 il Vittoriano è stato gestito dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali attraverso il Polo Museale del Lazio. Facendo leva sul momento positivo inaugurato alla fine degli anni novanta del XX secolo, il Polo ha proseguito lungo la strada dei restauri e della valorizzazione, ponendo al centro della propria azione museologica il pubblico, sempre maggiore e sempre più esigente. Ecco dunque un percorso di visita unitario e omogeneo, in grado di collegare in modo logico spazi che fino a quel momento erano spesso rimasti chiusi; una fitta programmazione di iniziative a carattere educativo, culturale e artistico; infine, una moderna linea di comunicazione interna ed esterna, concepita in modalità analogica e digitale, fra l’altro grazie a un sito web e un’app.
Questo lavoro ha ottenuto un immediato riscontro. I cinque anni del Polo coincidono con un’ulteriore e per certi versi impressionante crescita del pubblico: i visitatori, nel 2015 pari a 800.000, sono giunti nel 2019 a superare la soglia dei tre milioni, facendo del Vittoriano uno dei monumenti di maggior successo in Italia. Di questi tre milioni, circa 500.000 hanno deciso sempre nel 2019 di accedere alla Terrazza Panoramica, generando un introito di circa 3 milioni di euro, interamente devoluti a restauri e manutenzione.
Il 2 novembre 2020 il Vittoriano è entrato in una fase nuova della sua storia. Palazzo Venezia, è divenuto parte di un istituto museale dotato di autonomia speciale – il Vittoriano e Palazzo Venezia (VIVE) – guidato da un direttore generale del Ministero della Cultura. Una volta conclusi i lavori della linea metropolitana “C” esso risulterà unito a Palazzo Venezia anche fisicamente attraverso la stazione di piazza Venezia.
Nella nuova dimensione del VIVE il Vittoriano intende ribadire il suo ruolo di simbolo della Repubblica che mantiene inalterati i valori originari, l’unità e l’indipendenza, e su tali valori innesta senza soluzione di continuità i valori dell’Italia di oggi, l’Italia della Costituzione del 1948 e dei Trattati di Roma del 1957, un’Italia repubblicana, democratica e europea.