La genesi del Vittoriano: i due concorsi
Il Vittoriano ebbe origine per volontà del Governo italiano. All’indomani della morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, il Primo Ministro decise di costruire a Roma un monumento per celebrare il re e attraverso il re il processo risorgimentale
Il Governo italiano, presieduto dal leader della Sinistra storica Agostino Depretis (1813-1887), lavorò alacremente a una legge sulla costruzione a Roma di un monumento a Vittorio Emanuele II. La legge fu approvata il 16 maggio 1878, a meno di quattro mesi dalla scomparsa del re.
Il 23 settembre 1880 venne pubblicato il bando per scegliere il progetto: il bando ometteva di specificare la forma del monumento e il luogo di Roma dove dovesse sorgere. In mancanza di questi dati i 311 concorrenti svilupparono proposte estremamente varie e talora fantasiose. La vittoria di questo primo concorso arrise al progetto del francese Henry-Paul Nénot (1853-1934) che propose una grande colonna commemorativa, eretta al centro di un’esedra a piazza Termini, l’odierna piazza della Repubblica.
Un complesso di fattori, non ultimo il mutato clima politico, indusse ad accantonare il progetto di Nénot, che pure era risultato vincitore del primo concorso. Il 18 dicembre 1882 uscì un secondo bando di concorso, molto più preciso: il monumento sarebbe sorto sul versante nord del Campidoglio e avrebbe avuto la forma di una statua equestre del re su un fondale architettonico. Nel 1884 la Commissione Reale proclamò vincitore il progetto di Giuseppe Sacconi (1854-1905).
Il Vittoriano è il più grande e importante fra i monumenti eretti per onorare e ricordare Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Fin dall’origine la memoria si declinò attraverso i valori di unità e libertà del Paese. Nel 1921 la parte centrale del monumento, detta Altare della Patria, avrebbe accolto la Tomba del Milite Ignoto per onorare la memoria dei caduti nella Prima guerra mondiale.