Medaglione di Paolo II Barbo
Una testimonianza unica, che restituisce il volto del pontefice Paolo II e il progetto del suo palazzo
Nel 1465, a un anno dalla sua elezione al soglio di Pietro, Paolo II (1464-1471) decise di coniare una medaglia per celebrare l’ampliamento del suo palazzo di San Marco. La medaglia è stata per un certo periodo riferita al padovano Bartolomeo Bellano (1437-1438 – 1496-1497) che, a sentire Giorgio Vasari, realizzò per conto del papa “molte cose piccole di marmo e di bronzo”. Sul recto compare il ritratto di profilo del papa, con il capo nudo e il piviale: intorno corre l’iscrizione “D. PAULUS II VENETUS PONT[IFEX] MAX[IMUS]”.
Il verso della medaglia illustra la facciata orientale del palazzo secondo il progetto originario: se ne riconoscono alcuni elementi caratteristici, il massiccio blocco quadrangolare con un grande portale al centro e due torri alle estremità, ciascuna delle quali doveva prendere luce da un’ampia finestra. Anche qui la figurazione è accompagnata da un’epigrafe, che recita “HAS AEDES CONDIDIT ANNO CHRISTI MCCCCLVI”, cioè “[PAOLO II] fondò questo palazzo nel 1465”. Giusto notare l’assenza del viridarium o giardino segreto del pontefice. Quanto alle torri, se ne sarebbe costruita soltanto una, rivolta a meridione, ossia la Torre della Biscia.
Questo esemplare in particolare, ora esposto nella Sala del Mappamondo, ha un’importanza rimarchevole per le vicende di Palazzo Venezia. Esso venne ritrovato all’interno di un salvadanaio nelle fondazioni della zona più antica della facciata: qui era stato murato intorno al 1468 secondo un rituale che, attestato dalle fonti nell’antichità classica, tornò in voga nel corso del Rinascimento.