La cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto
L’Altare della Patria diventa il monumento sepolcrale della Nazione
Nel 1921 si stabilì che il Milite Ignoto riposasse nel Vittoriano, presso l’Altare della Patria. “La tomba dell’oscuro soldato – scrisse nella circostanza il senatore Antonio Fradeletto – doveva essere immediatamente in vista, illuminata dal sole di Roma, a perenne contatto col popolo”.
La tumulazione rappresentò il momento culminante di una cerimonia piuttosto complessa. Nei mesi precedenti una commissione aveva percorso i fronti principali del conflitto e selezionato undici salme di soldati sconosciuti. Deposte all’interno di altrettante bare, l’una rigorosamente uguale all’altra, le salme erano confluite a Gorizia e poi nella Basilica di Aquileia, affinché ne fosse scelta una, da destinare poi a Roma.
La scelta toccò a Maria Bergamas, una donna di umili condizioni che incarnò un alto significato simbolico. Maria era innanzitutto originaria di Trieste, uno dei principali centri dell’irredentismo italiano, cioè del movimento volto a porre sotto il governo di Roma territori italiani per lingua e cultura, fra cui Trento e appunto Trieste. C’è dell’altro. Nel corso della guerra Maria Bergamas aveva perduto il figlio Antonio, fra i pochi triestini ad aver disertato l’esercito austriaco e abbracciato per amor di patria l’italiano.
La bara, collocata sull’affusto di un cannone , venne trasferita in treno a Roma. Al cospetto di una folla immensa e commossa, la salma venne solennemente tumulata nell’Altare della Patria il 4 novembre 1921, terzo anniversario della vittoria. Da allora una guardia d’onore garantita dal Ministero della Difesa sorveglia giorno e notte il Milite Ignoto.