CICLO: Architettura nel Disegno per immaginare e costruire l’habitus che risiede nella mente dell’architetto - A cura di Orazio Carpenzano, preside della Facoltà di Architettura, “Sapienza” Università di Roma.
RELATORE: Gianluca Peluffo
DATA: Giovedì 14 settembre, ore 18.00
LUOGO: Palazzo Venezia, Sala del Refettorio
Incipit San Pietro risana i malati con la propria ombra
Noi apparteniamo.
Noi apparteniamo a una genealogia.
Questa genealogia è fatta di volti e paesaggi.
Questa genealogia è un peso, che è il peso della Storia e della Bellezza.
Il nostro compito, profondamente etico, è di mettere in contatto il sentimento personale con il sentire collettivo, con il sentimento di una comunità, di un popolo, di una città, di un paesaggio, di una storia.
Questo avviene attraverso un’Architettura che sia Corpo fisico, portatrice di incontro, dialogo, contatto. Questo contatto fisico ha la materia come protagonista.
L’Architettura è un corpo sessuato e dialogante. Il Corpo e la sua materia fisica e spirituale, visibile e invisibile, sono il nostro Diritto-Dovere alla Contemporaneità e al dialogo con la nostra Genealogia. L’Architettura appartiene a questo destino: l’Architettura Pubblica (perché tutta l’architettura è pubblica, in ogni sua forma), è il corpo percettivo capace di innescare il “chiasma” fra l’anima individuale e quella collettiva. Per questo fare Architettura è un atto politico.
Per questo la ricerca di bellezza, intesa come forma di dialogo fra l’anima, lo spirito dei luoghi, del tempo, la collettività e gli individui, è un atto rivoluzionario.
Rivoluzionario in quanto atto di conoscenza e condivisione.