Volto di uomo barbuto
Italia settentrionale Prima metà del XVI secolo
Il volto di uomo barbuto, forse da identificare con un santo, è un frammento di un dipinto riconducibile alla pittura nord italiana della prima metà del XVI secolo, nel quale è stata individuata un'influenza di Lorenzo Lotto. La tavoletta è inserita all’interno di una preziosa cornice in vetro di Murano, con guarnizioni in argento e in bronzo.
Il volto di uomo barbuto, forse da identificare con un santo, è un frammento di un dipinto riconducibile alla pittura nord italiana della prima metà del XVI secolo, nel quale è stata individuata un'influenza di Lorenzo Lotto. La tavoletta è inserita all’interno di una preziosa cornice in vetro di Murano, con guarnizioni in argento e in bronzo.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il dipinto raffigura una testa maschile, inclinata verso destra: il personaggio, dall’atteggiamento malinconico, guarda in basso, con le labbra increspate in una smorfia quasi imbronciata; la luce, che colpisce solamente il suo lato sinistro, lasciando in profonda penombra il resto, consente di vedere le guance arrossate, coperte da una folta barba e da lunghi capelli. Nell’angolo inferiore sinistro si riconosce un brandello della veste grigia che la figura indossa, attraversato da un'ombra diagonale color legno, forse quella di un bastone.
L’opera – acquistata nel 1931 dal Museo di Palazzo Venezia con il fondo di Henriette Hertz (come attesta un’etichetta) e proveniente dalla collezione di Enzo Montisci – presenta sul retro un’iscrizione, che probabilmente si riferisce alla sola cornice e alla sua realizzazione: “Pericoli e Notari fecit Roma“. Non è escluso che il primo nome possa legarsi a quello dell’avvocato Pietro Pericoli, possessore a Roma di una “modesta ma ben assortita collezione di quadri“ il cui catalogo fu dato alle stampe nel 1872, ma dove il dipinto in oggetto non compare (Catalogo 1872).
Non si possiedono notizie certe relative a quest’opera: le sue piccole dimensioni e il rapporto angusto della figura con lo spazio che la ospita suggeriscono che si tratti di un ritaglio di una composizione più grande, perduta. Nelle schede dell'archivio interno del Museo di Palazzo Venezia la tavola porta un’attribuzione a Lorenzo Lotto. Tale riferimento, non del tutto fuori luogo, è spiegabile se si considera che la tipologia fisionomica di questa testa appena inclinata, con la grande barba e i capelli lunghi che conferiscono al volto una forma quasi piramidale, ricorda effettivamente quella di alcune teste dipinte da Lotto.
La testa della figura, apparentemente accompagnata da un bastone, trova un termine di paragone efficace nello studio del Musée du Louvre per un San Rocco, rappresentativo di un’invenzione risalente almeno alla metà degli anni venti (inv. RF 53019; Beguin 2008, pp. 29-34). In mancanza di ulteriori appigli e in attesa di un’auspicabile pulitura della tavola, pur non negando una relazione con l’ambito lottesco più tardo, è prudente collocare genericamente l’opera nella produzione nord italiana della prima metà del XVI secolo.
Lorenzo Mascheretti
Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025
Stato di conservazione
Discreto.
Iscrizioni
Sulla cornice, al verso in alto: «Pericoli e Notari fecit Roma»;
sulla cornice, al verso in basso: etichetta «Acquistato col fondo HERTZ».
Provenienza
Collezione Enzo Montisci, ante 1931;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, acquisto 1931.
Bibliografia
Catalogo della raccolta dei quadri posseduti in Roma dall’avvocato Pietro Pericoli, Roma 1872;
Beguin Sylvie, Note sur un dessin de Saint Roch de Lorenzo Lotto, in «Artibus et Historiae», 58, XXIX, 2008, pp. 29-34.