Vaso apotecario
Ambito Orazio Pompei 1550-1555
Vaso da farmacia del corredo cosiddetto Orsini-Colonna in maiolica policroma decorato con la scena di Didone nell'atto di trafiggersi il petto, e sul collo il nome del medicamento “dia pruis s“ (diapruno solutivo).
Vaso da farmacia del corredo cosiddetto Orsini-Colonna in maiolica policroma decorato con la scena di Didone nell'atto di trafiggersi il petto, e sul collo il nome del medicamento “dia pruis s“ (diapruno solutivo).
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Alto vaso globulare con collo svasato, orlo estroflesso, due anse a nastro contrapposte che collegano il collo con la spalla del vaso, decorato su smalto stannifero con i colori blu e giallo.
Sul corpo del vaso è raffigurata Didone nell'atto di trafiggersi il petto con il pugnale, sul collo è dipinto un cartiglio con l'iscrizione in caratteri gotici: “dia pruis s“, ovvero il nome del medicamento contenuto nel vaso (diapruno solutivo).
Il vaso, insieme al suo pendant decorato con il medesimo soggetto anch'esso conservato nel Museo di Palazzo Venezia (inv. 984), è parte del più celebre corredo apotecario prodotto in Italia nel Cinquecento. Detto Orsini-Colonna in base a una bottiglia biansata del British Museum sulla quale è raffigurato un orso che abbraccia una colonna con l'iscrizione “Et Sarrimo Boni Amici“, tale gruppo subì varie vicende attribuzionistiche – sovente è stato assegnato alle botteghe di Faenza – fin quando grazie alle ricerche di Fiocco e Gherardi fu possibile nel 1984 risalire alla sua corretta paternità, ovvero la bottega di Castelli (Teramo) di Orazio Pompei (maestro nato intorno al 1507, che tra l'altro appone il suo nome su un paio di maioliche da lui realizzate). Lo scavo del deposito situato al di sotto della sua abitazione, dove ancora oggi si legge sulla porta di ingresso “Haec est domus Horatii figuli 1562“, ha rivelato alcuni frammenti che hanno permesso la sicura attribuzione. Fanno parte del corredo forme piuttosto complesse e articolate come versatori con beccuccio a drago derivati da contenitori in metallo, bottiglie, albarelli, pillolieri, decorati spesso con figure maschili e femminili o scene di carattere mitologico e allegorico. In generale si tratta di oggetti di grande valore estetico che fin dalle origini hanno solleticato la curiosità collezionistica dei primi raccoglitori di maiolica italiana, pertanto oggi troviamo elementi di tale corredo all'interno delle più note collezioni di maiolica italiana sia pubbliche sia private.
Luca Pesante
Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025
Stato di conservazione
Buono.
Iscrizioni
«Dia pruis s» (diapruno solutivo).
Provenienza
Acquisto Ugo Iandolo, 1919;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1919.
Bibliografia
Fiocco Carola, Gherardi Gabriella, Il corredo Colonna-Orsini nella produzione cinquecentesca di Castelli. Proposte per un'attribuzione, in Pani Ermini Letizia (a cura di), Antichi documenti sulla ceramica di Castelli, Atti del convegno, Castelli 1984, Roma 1985, pp. 67-104;
Barberini Maria Giulia, Sconci Maria Selene, Guida al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma 2009.










