Orciolo apotecario
Ambito romano o altolaziale Ultimo quarto del XV secolo
Orciolo da spezieria in maiolica policroma, decorato in blu, bruno, verde e arancio, con il motivo della “foglia accartocciata” e il cartiglio con il nome del medicamento contenuto al suo interno.
Orciolo da spezieria in maiolica policroma, decorato in blu, bruno, verde e arancio, con il motivo della “foglia accartocciata” e il cartiglio con il nome del medicamento contenuto al suo interno.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
L'orciolo presenta pressoché identica forma e decorazione di un altro contenitore in maiolica del Museo di Palazzo Venezia (inv. TR 52): corpo globulare, piede a disco leggermente svasato, alto collo svasato, due anse a nastro opposte che si impostano nella parte centrale del collo e scendono verticalmente fino al punto di massima espansione del corpo.
Su copertura di smalto stannifero i colori impiegati per la decorazione sono blu, bruno, verde e arancio. Il tema decorativo che si ripete sul fronte e sul retro è la “foglia accartocciata”, ampiamente diffusa in quasi ogni centro produttivo dell'Italia centro-settentrionale tra XV e XVI secolo e talvolta associata al decoro a “penna di pavone” e a “foglia di felce” (o “palmette a ventaglio”). Nel corso del XVI secolo tale forma (in questo caso destinata agli sciroppi) viene esclusa dal repertorio di contenitori apotecari a favore di orcioli più piccoli, con una sola ansa e muniti di un beccuccio versatore.
Sul fronte del contenitore il motivo decorativo risparmia un'ampia fascia orizzontale dove prende posto un cartiglio contenente il nome del medicamento: "S. D BVGLOSSA" (sciroppo di buglossa). I due orcioli oltre a far parte di un medesimo corredo apotecario appaiono essere stati realizzati nella medesima bottega con ogni probabilità in occasione di una puntuale commissione da parte di una spezieria. Già attribuiti a “manifattura toscana” senza una convincente base documentaria, non si esclude un riferimento a botteghe di Roma o dell'alto Lazio, dove tra l'altro lavorano molti vasai toscani e umbri fin dal XV secolo. Una grande brocca da spezieria conservata nel Museo di Roma (inv. MR 17558), con un decoro analogo, seppure differente nell'uso dei colori, è stata attribuita da Otto Mazzucato a una «probabile fabbrica romana» (Mazzucato 1990, p. 41, n. 16).
L'opera in esame risulta inedita.
Luca Pesante
Scheda pubblicata il 27 Marzo 2025
Stato di conservazione
Buono.
Iscrizioni
«S. D BVGLOSSA» (sciroppo di buglossa).
Bibliografia
Mazzucato Otto (a cura di), Le ceramiche da farmacia a Roma tra '400 e '600, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Braschi, 30 marzo-6 maggio 1990), Viterbo 1990, p. 41, n. 16.










