Cristo in croce

Maestro espressionista di Santa Chiara 1320-1330 circa

In mostra presso Palazzo Venezia

La croce è molto danneggiata quindi di non facile lettura. La complessa sagomatura del supporto si articola nell’ampio tabellone centrale, che ospita la figura del Cristo, nei terminali trilobati della traversa con la Vergine e san Giovanni, e negli estremi dei montanti le cui tabelle quadrangolari presentano espansioni triangolari ripetute più volte lungo il perimetro della croce. La figura del Christus patiens, col corpo scarno e livido, e le figure dei dolenti tradiscono una chiara matrice trecentesca, sicuramente da riferire ai primi decenni del secolo, e una derivazione centroitaliana. 

La croce è molto danneggiata quindi di non facile lettura. La complessa sagomatura del supporto si articola nell’ampio tabellone centrale, che ospita la figura del Cristo, nei terminali trilobati della traversa con la Vergine e san Giovanni, e negli estremi dei montanti le cui tabelle quadrangolari presentano espansioni triangolari ripetute più volte lungo il perimetro della croce. La figura del Christus patiens, col corpo scarno e livido, e le figure dei dolenti tradiscono una chiara matrice trecentesca, sicuramente da riferire ai primi decenni del secolo, e una derivazione centroitaliana. 

Dettagli dell’opera

Denominazione: Cristo in croce Autore: Maestro espressionista di Santa Chiara Data oggetto: 1320-1330 circa Materiale: Legno, Tempera, Oro Tecnica: Tempera su tavola, Tempera e oro su tavola Dimensioni: altezza 280 cm; larghezza 200 cm
Tipologia: Dipinti Acquisizione: 1940 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 10203

La croce, approdata al Museo di Palazzo Venezia nel 1940, si presenta attualmente molto danneggiata e per questo di non facile lettura da un punto di vista stilistico. La complessa sagomatura del supporto si articola nell’ampio tabellone centrale, che ospita la figura del Cristo, nei terminali trilobati della traversa con la Vergine e san Giovanni, e negli estremi dei montanti le cui tabelle quadrangolari presentano espansioni triangolari che ricompaiono più volte lungo il perimetro della croce. La figura del Christus patiens al centro, col corpo scarno e livido e il viso sofferente, le figure dolenti della Vergine e di san Giovanni tradiscono, nonostante la scarsa leggibilità, una chiarissima matrice trecentesca, sicuramente da riferire ai primi decenni del secolo, e una derivazione centroitaliana. Nei decenni finali dell’Ottocento l’opera subì un pesante restauro che consistette nel distacco dell’intera superficie pittorica e nel trasporto di questa su un'altra tavola, antica ma inadatta ad accogliere le figure; andarono così perduti il tracciato della croce, le aureole, il fondo dei tabelloni e dei terminali, che furono così tracciati ex novo. Le immagini furono ricoperte con uno strato spesso di colore che nascose ogni elemento della pittura originale, come è visibile da una foto precedente l’intervento (Brugnoli 1968; Brugnoli 1970, p. 80; Santanicchia 2009, p. 205, n. 49). Nel 1969 la croce fu nuovamente restaurata e, sebbene molto danneggiata, tornò leggibile, e in quell’occasione si confermò quello che Boskovitz (1968) aveva già intuito, ovvero l’afferenza al corpus del Maestro espressionista di Santa Chiara, pittore che deve il nome agli affreschi eseguiti nel transetto destro e nelle vele della basilica di Santa Chiara ad Assisi (Boskovitz 1971, p. 129, nota 26).
Prima dell’acquisizione a Palazzo Venezia, la tavola era nella collezione di Giulio Sterbini a Roma, personaggio di spicco nell’ambiente dei conoscitori e del commercio antiquariale della capitale, proprietario di un gran numero di opere di primitivi, un nucleo delle quali, alla sua morte, fu donato tramite il banchiere Giovanni Armenise a Palazzo Venezia (Morozzi 2006, pp. 908-915). Non risulta tuttavia citato nelle due pubblicazioni più antiche sulla collezione Sterbini, la descrizione del Farabulini del 1874, e il catalogo della galleria curato da Adolfo Venturi (1906) ma, a causa della illeggibilità del dipinto, pesantemente manomesso dal restauro ottocentesco, la tavola potrebbe non essere stata presa in considerazione nelle descrizioni, che presentano un numero inferiore di opere rispetto a quelle effettivamente in collezione (Santanicchia 2009, p. 205).
Nel Catalogo di Palazzo Venezia (Santangelo 1947, p. 25) fu proposta una datazione intorno al 1480 e considerata «opera di secondario interesse che un pessimo restauro rende malamente giudicabile»; viene inoltre riferita la nota che nella collezione Sterbini era riferita di arte umbra, notizia che potrebbe alludere a una originaria provenienza del dipinto (Boskovitz 1971, p. 129, nota 26).
La critica moderna concorda sull’attribuzione della croce al Maestro espressionista di Santa Chiara (Brugnoli 1968; Brugnoli 1970, pp. 11 e sgg.; pp. 80-83; Boskovitz 1971; Todini, Zanardi 1980; Manuali 1982; Angelini 1988, p. 88; Lunghi 1994; Neri Lusanna 2009). Todini e Zanardi propongono una datazione al terzo decennio del Trecento per la morbidezza del colorito. Dal restauro emerse il rilevamento di tracce di blu lapislazzuli e foglia d’argento lungo i margini scontornati delle figure, sufficiente a denunciare una “campitura azzurro-cupo nel tracciato dei legni della croce e di una doratura a mecca del fondo” (Brugnoli 1968, p. 81).

Valentina Fraticelli

Mediocre.

Fine Ottocento: distacco dell’intera superficie pittorica e trasporto di questa su un'altra tavola, antica ma inadatta ad accogliere le figure; andarono così perduti il tracciato della croce, le aureole e il fondo dei tabelloni e dei terminali, che furono così tracciati ex novo. Le immagini furono ricoperte con uno spesso strato di colore che nascose ogni elemento della pittura originale.
Nel 1969 un nuovo restauro ne restituì la leggibilità.

Roma, Collezione Giulio Sterbini;
Roma, Museo di Palazzo Venezia, dal 1848.

Roma, Complesso del Vittoriano, Giotto e il Trecento. “Il più Sovrano Maestro stato in dipintura”, 6 marzo-29 giugno 2009.

Farabulini David, La pittura antica e moderna e la galleria del cav. Giulio Sterbini, Roma 1874;
Venturi Adolfo, La Galleria Sterbini in Roma, Roma 1906;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo. 1. Dipinti, Roma 1947;
Longhi Roberto, In traccia di alcuni anonimi trecentisti, in «Paragone», 14, 1963, 167, pp. 3-16;
Brugnoli Maria Vittoria, Recupero di un crocifisso trecentesco nel Museo di Palazzo Venezia, in «Bollettino d'arte», 1968, pp. 80-83;
Brugnoli, in Mostra dei restauri 1969, catalogo della mostra, (Palazzo Venezia, aprile-maggio 1970), Roma 1970, pp. 11-13;
Boskovits Miklós, Un pittore "espressionista" del Trecento umbro, in Storia e arte in Umbria nell'età comunale, Atti del VI convegno (Gubbio, 26-30 maggio), Perugia 1971, pp. 115-130;
Todini Filippo, Zanardi Bruno, La Pinacoteca comunale di Assisi, Firenze 1980;
Manuali Giovanni, Aspetti della pittura eugubina del Trecento: sulle tracce di Palmerino di Guido e Angelo di Pietro, in «Esercizi», 5, 1982, pp. 5-19;
Angelini Alessandro, Espressionista di Santa Chiara: Crocefissione e Cristo in Pietà, in Bellosi Luciano (a cura di), Umbri e Toscani tra Due e Trecento, catalogo della mostra (Torino, Galleria Antichi maestri pittori, 16 aprile-28 maggio 1988), Torino 1988, pp. 81-89;
Todini Filippo, La pittura umbra dal Duecento al primo Cinquecento, Milano 1989;
Lunghi Elvio, La decorazione pittorica della chiesa, in Bigaroni Marino, Meier Hans-Rudolf, Lunghi Elvio, La Basilica di S. Chiara in Assisi, Ponte San Giovanni, 1994, pp. 137-282;
Morozzi Luisa, Da Lasinio a Sterbini. Primitivi in una raccolta romana di secondo Ottocento, in Adembri Benedetta (a cura di), Aeimnestos. Miscellanea di studio per Mauro Cristofani, Firenze 2006, pp. 908-915;
Neri Lausanna Enrica, Giotto e la pittura in Umbria. Rinnovamento e tradizione, in Tomei Alessandro (a cura di), Giotto e il Trecento. "Il più Sovrano Maestro stato in dipintura", catalogo della mostra (Roma, Complesso del Vittoriano, 6 marzo-29 giugno 2009), Milano 2009, pp. 51-62;
Santanicchia Mirko, Maestro espressionista di Santa Chiara, in Tomei Alessandro (a cura di), Giotto e il Trecento. "Il più Sovrano Maestro stato in dipintura", catalogo della mostra, (Roma,  Complesso del Vittoriano, 6 marzo-29 giugno 2009), Milano 2009, p. 215.

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