Busto di papa Paolo II Barbo
Mino di Giovanni di Mino da Montemignaio detto Mino da Fiesole Post 1474-1484
Il busto raffigura Pietro Barbo, dal 1464 in carica come Paolo II. Papa di origine veneziana, amante delle arti e famoso per le sue collezioni di antichità e oggetti preziosi, oltre che per la costruzione di quello che oggi è Palazzo Venezia. In questo ritratto, attribuito a Mino da Fiesole, è raffigurato nei suoi suntuosi abiti pontificali. Il ritratto doveva trovarsi fin dalla sua origine a Palazzo Venezia, dove venne visto già da Giorgio Vasari.
Il busto raffigura Pietro Barbo, dal 1464 in carica come Paolo II. Papa di origine veneziana, amante delle arti e famoso per le sue collezioni di antichità e oggetti preziosi, oltre che per la costruzione di quello che oggi è Palazzo Venezia. In questo ritratto, attribuito a Mino da Fiesole, è raffigurato nei suoi suntuosi abiti pontificali. Il ritratto doveva trovarsi fin dalla sua origine a Palazzo Venezia, dove venne visto già da Giorgio Vasari.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il busto raffigura papa Paolo II Barbo in abiti pontificali. Le spalle sono coperte da un ricco piviale damascato, lavorato con fili metallici e pietre preziose, fermato da un'imponente fibula coronata da un cabochon diamantato. Sul capo spicca la tiara composta da tre fasce di fleur-de-lis, con cuffia e caudae. Il fasto degli abiti e accessori indossati dal papa sottolinea la sua passione per il lusso e gli oggetti preziosi. Già da cardinale aveva raccolto nel suo palazzo romano (l’attuale Palazzo Venezia) una ricca collezione di cammei, gemme, monete antiche, oggi divisa tra Napoli e Firenze (Barberini 2008b; De Angelis d’Ossat 2011). Paolo II inoltre possedeva una fastosa serie di tiare, capaci di impressionare i contemporanei (Müntz 1898; Pastor, II, 1932, p. 358). In questo busto il papa indossa un triregno più semplice, diverso da quello visibile nella tomba del papa nella basilica di San Pietro, opera di Giovanni Dalmata, e molto più simile al triregno del ritratto presente sul rilievo della lunetta nello stesso monumento sepolcrale scolpito da Mino da Fiesole (1429-1484) tra il 1475 e il 1477 (Caglioti 2022) o a quello nella medaglia celebrativa della sua elezione, datata 1464 e raffigurante nel recto il ritratto a profilo di Paolo II e nel verso le chiavi e la tiara (Casanova 1980, p. 26; inserita da Hill, I, 1930, p. 202, n. 706 tra le opere di Emiliano Orfini da Foligno e Andrea di Nicolò da Viterbo).
La tomba di papa Barbo era stata commissionata a Mino da Fiesole e Giovanni Dalmata dal nipote Marco Barbo, il quale diede inoltre seguito agli imponenti lavori che lo zio, appena salito al soglio pontificio nel 1464, aveva avviato a Palazzo Venezia e nell’annessa chiesa di San Marco (Barberini 2008b; Bova 2023). La vicenda del ritratto marmoreo è infatti strettamente legata alla storia costruttiva dell’edificio. Nel 1568 Giorgio Vasari, che attribuiva il busto a Bartolomeo Bellano, lo descriveva "a sommo delle scale", ovvero al piano nobile della distrutta scala principale del palazzo. In seguito, fu spostato varie volte, fino all’attuale collocazione. Come ha dimostrato Francesco Caglioti il busto è da attribuire a Mino da Fiesole (comunicazione orale in Toffali 2017; Caglioti 2022) ed è da datare al secondo soggiorno romano dello scultore, dal 1474. Mino, come ricorda già Vasari (1568, ed. Bettarini, Barocchi 1971, III, p. 408), fu attivo nel cantiere promosso da Paolo II sia prima della scomparsa del pontefice (1471), sia dopo il ritorno da Firenze. Verso il 1474 lo scultore torna a Roma ottenendo diverse commissioni da Marco Barbo, tra cui forse il busto. Per il naturalismo del volto, il modo sintetico di rendere vesti e ornamenti e il taglio netto del tronco al di sotto delle spalle, come se fosse un reliquiario medievale, il marmo è stilisticamente coerente con la maniera di Mino (Caglioti 2022).
Clara Seghesio
Stato di conservazione
Buono.
Provenienza
Roma, Palazzo Venezia.
Esposizioni
Roma, Palazzo Venezia, Palazzo Venezia. Paolo II e le fabbriche di S. Marco, maggio-settembre 1980 (attribuzione a scultore romano intorno al 1470);
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, I papi della memoria. La storia di alcuni grandi Pontefici che hanno segnato il cammino della Chiesa e dell’Umanità ed Opere recuperate dall’Arma dei Carabinieri, 20 giugno-8 dicembre 2012 (attribuzione a bottega di Paolo Romano);
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma, 24 giugno-17 settembre 2017 (attribuzione a Mino da Fiesole).
Fonti e documenti
Francesco Caglioti, Le opere di Mino da Fiesole, ciclo di conferenze, «Messi in luce. Dipinti e sculture di Palazzo Venezia», a cura di Silvia Ginzburg, Roma, Palazzo Venezia, 29 settembre 2022.
Bibliografia
Vasari Giorgio, Le Vite de’ più eccellenti pittori scultori et architetti nelle redazioni del 1550 e 1568, Bettarini Rosanna, Barocchi Paola (a cura di), III, Firenze 1971, p. 323;
Müntz Eugène, Les Arts à la cour des papes pendant le Ve et le XVIe siècle. Recueil des documents inédits tirés des archives et des bibliothèques romaines, II, Paul II. 1464-1471, Paris 1879, p. 29;
Gnoli Domenico, Le opere di Mino da Fiesole in Roma, in «Archivio storico dell’Arte», III, 1890, pp. 264-265;
Bode Wilhelm, Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova, in «Archivio storico dell’Arte», IV, 1891, p. 412;
Semrau Max, Donatellos Kanzel in San Lorenzo. Ein beitrag zur geschichte der italienischen plastik im XV. jahrhundert, Breslau 1891, p. 145;
Müntz Eugène, La tiare pontificale du VIIe au XVIe siécle, Paris 1898, p. 62;
Zippel Giuseppe (a cura di), Le vite di Paolo II di Gaspare da Verona e Michele Canensi, in Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento ordinata da L.A. Muratori, tomo III, parte XVI, Città di Castello 1904;
Angeli Diego, Mino da Fiesole, Firenze 1905, pp. 64-65;
Venturi Adolfo, Storia dell’Arte italiana, VI, La scultura del Quattrocento, Milano 1908, p. 487;
Dengel Philipp, Dvořák Max, Egger Hermann, Der Palazzo Venezia in Rom, Wien 1909, pp. 62-63;
Hill George Francis, The Medals of Paul II, in «The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society», X, 1910, p. 352;
Scrinzi Alessandro, Bartolomeo Bellano, in «L’Arte», XXIX, 1926, p. 249;
Planiscig Leo, Andrea Riccio, Wien 1927, p. 39;
Hill George Francis, A Corpus of Italian Medals of the Renaissance Before Cellini, I, Text, 1930, p. 202, cat. 706;
Bettini Sergio, Bartolomeo Bellano “ineptus artifex”?, in «Rivista d’Arte», XIII, 1931, p. 70;
Hermanin Federico, Palazzo Venezia, Milano 1931, p. 33;
von Pastor Ludwig, Storia dei Papi. Dalla fine del Medio Evo, 17 volumi, Roma 1910-1964, II, Storia dei Papi nel periodo del Rinascimento dall'elezione di Pio II alla morte di Sisto IV. Quarta edizione, Roma 1932, p. 358;
Hermanin Federico, Il Palazzo Venezia, Roma 1948, pp. 260-261;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 21;
Casanova Uccella Maria Letizia (a cura di), Palazzo Venezia. Paolo II e le fabbriche di San Marco, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-settembre 1980), Roma 1980, pp. 20-21, cat. 2;
Barberini Maria Grazia, Il palazzo di Venezia e il suo “viridarium”. Un edificio e le sue metamorfosi, in Bussagli Marco, Bernardini Maria Grazia (a cura di), Il ’400 a Roma. La rinascita delle arti da Donatello a Perugino, catalogo della mostra (Roma, Museo del Corso, 29 aprile-7 settembre 2008), Milano 2008, vol. I, pp. 27-35, (Barberini 2008a);
Barberini Maria Grazia, Il Palazzo di Venezia. La dimora privata del cardinale Pietro Barbo e il palazzo di Paolo II, in Barberini Maria Grazia (a cura di), Tracce di pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, Roma 2008, p. 22, (Barberini 2008b);
Parlato, in Tracce di pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, Barberini Maria Grazia (a cura di), Roma 2008, pp. 245-247, cat. 7;
Barberini, in Barberini Maria Grazia, Sconci Maria Selene (a cura di), Guida al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma 2009, p. 23, at. 2;
De Angelis d'Ossat Matilde, Le collezioni Barbo e Grimani di scultura antica, in Barberini Maria Giulia (a cura di), Roma. Il Palazzo di Venezia e le sue collezioni di scultura, 4 volumi, I, Barberini Maria Giulia, De Angelis d'Ossat Matilde, Schiavon Alessandra (a cura di), La storia del Palazzo di Venezia: dalle collezioni Barbo e Grimani a sede dell'ambasciata veneta e austriaca, Roma 2011, pp. 23-66;
Sconci, in Lolli Ghetti Mario (a cura di), I papi della memoria. La storia di alcuni grandi Pontefici che hanno segnato il cammino della Chiesa e dell’Umanità ed Opere recuperate dall’Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, 28 giugno-8 dicembre 2012), Roma 2012, p. 152, cat. II, 14;
Toffali, in Dal Pozzolo Enrico Maria (a cura di), Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo di Venezia, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, 24 giugno-17 settembre 2017), Napoli 2017, p. 147, cat. I 3.1;
Caglioti Francesco, Le opere di Mino da Fiesole, ciclo di conferenze «Messi in luce. Dipinti e sculture di Palazzo Venezia», Ginzburg Silvia (a cura di), Roma, Palazzo Venezia, 29 settembre 2022;
Bova Sara, Marco Barbo (1420-1491), un mecenate veneziano all'ombra dei papi, Roma 2023.