Busto di Giuseppe Sacconi

L’architetto del Vittoriano ritratto da Eugenio Maccagnani, il suo scultore prediletto

Il busto raffigura l’architetto del Vittoriano, Giuseppe Sacconi (1854-1905). Originario di Montalto nelle Marche, Sacconi giunse a Roma nel 1874 e qui completò la sua formazione. Ancora molto giovane, l’architetto partecipò al primo concorso per il Vittoriano e si aggiudicò il secondo bandito nel 1882. La vittoria decretò la sua rapida affermazione: negli anni successivi egli progettò la nuova sistemazione di Piazza Venezia e ottenne una serie di commissioni prestigiose dalla Casa Reale: proprio lui spettano, tra l’altro, il catafalco al Pantheon per i funerali di Umberto I e la Cappella Espiatoria a Monza sul luogo dove lo stesso Umberto era stato ucciso. 

 

Busto di Giuseppe Sacconi

L’autore del busto è Eugenio Maccagnani (1852-1930), amico e stretto collaboratore di Sacconi. Originario di Lecce, Maccagnani studiò presso lo zio paterno specializzato nelle statue in cartapesta: nel 1871, a 19 anni, grazie ad una borsa di studio, si recò a Roma. Nella capitale il giovane completò la sua formazione, frequentando sia i corsi dell’Accademia di San Luca sia lo studio dello scultore verista Ettore Rosa. All’inizio degli anni ottanta Maccagnani ottenne i primi significativi riconoscimenti, trionfando prima all’Esposizione nazionale di Torino e poi a quella internazionale di Roma. L’incontro di Maccagnani con Sacconi probabilmente risale proprio ai primi anni ottanta. L’architetto lo utilizzò per preparare il modello per il concorso del 1882. Da quel momento si sviluppò tra i due un intenso rapporto, fondato sulla stima professionale e sull’amicizia. Sacconi tentò in ogni modo di fare affidare proprio a Maccagnani l’esecuzione della statua del re a cavallo.

Busto di Giuseppe Sacconi

Maccagnani lavorò intensamente nel Vittoriano sia sotto la supervisione di Sacconi sia dopo la sua morte. Lo scultore realizzò, tra l’altro, La Filosofia e La Guerra sulle Porte della Libertà e dell’Unità , due delle basi delle colonne trionfali e il cosiddetto fregio delle Aquile nell’attico del Sommoportico. Il suo contributo più importante fu comunque il basamento della statua del re a cavallo.
Nel busto Maccagnani rappresenta Sacconi, avvolto in un cappotto mentre è intento a disegnare. L’architetto vi appare già avanti con gli anni. Lo scultore riesce a cogliere e tradurre quel tormento di perfezione che lo spingeva a ridefinire anche ogni minimo dettaglio decorativo: è nota del resto l’abitudine di Sacconi di disegnare in cantiere di fronte alle maestranze per far comprendere loro fino in fondo il suo progetto.