Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

Le personificazioni delle quattordici città protagoniste della storia della penisola italiana prendono vita grazie allo scalpello di uno degli scultori più raffinati del tempo, il prediletto dell’architetto del Vittoriano, Giuseppe Sacconi

Il basamento del Vittorio Emanuele II a cavallo fu eseguito dal leccese Eugenio Maccagnani (1852-1930). Lo scultore vinse il concorso nel 1908 e consegnò l’opera nel 1910, largamente in tempo per l’inaugurazione del Monumento, il 4 giugno del 1911. 
Maccagnani era uno degli scultori prediletti del progettista del Vittoriano, Giuseppe Sacconi: Sacconi lo aveva chiamato nel cantiere, facendogli realizzare numerosi elementi della decorazione plastica. Morto Sacconi nel 1905, Maccagnani rimase partecipò e vinse il concorso per il basamento con una proposta comunque fedele alla cifra linguistica dell’architetto. 

Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

Il basamento è organizzato su due ordini. L’ordine inferiore è decorato con i simboli delle forze armate vittoriose nelle guerre dal 1848 al 1870, ovvero il Genio, la specialità che realizza la manutenzione delle infrastrutture e le opere di supporto al combattimento, la Marina, l’Artiglieria e la Cavalleria. Maccagnani si rifece qui ai rilievi classici della Colonna Traiana, che, d’altronde, dista solo poche decine di metri.

Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

L’ordine superiore accoglie sui lati lunghi due iscrizioni: ad occidente “A VITTORIO EMANUELE PADRE DELLA PATRIA”; a oriente: “PER LEGGE DEL XVI MAGGIO MDCCCLXXVIII”. L’una è la dedica del Vittoriano, la seconda il riferimento è alla legge che ne sancì la costruzione. 

Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

Intorno alle iscrizioni si snodano le personificazioni delle quattordici città italiane che hanno svolto il ruolo più significativo nella storia della penisola italiana: esse sono rappresentate come figure femminili identificate da attributi che si richiamano alla loro storia. 
Sul lato sud, quello visibile da piazza Venezia, si colloca Torino, tra Firenze e Napoli a sinistra, Venezia e Palermo a destra. Vestita con un’armatura medievale, Torino ha uno scudo con il Toro, ovvero il suo emblema, e il motto dei Savoia, “FERT”. Torino ha questa posizione privilegiata per due motivi: in primo luogo è stata la capitale dello Stato dei Savoia, ossia della dinastia di Vittorio Emanuele II; inoltre, dal 1861 al 1865, è stata la prima capitale d’Italia. 

Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

Pisa e Amalfi dominano il lato orientale. Pisa è in abiti medievali, con il berretto frigio in testa, un ramo di mirto in una mano e lo scudo con lo stemma cittadino. Amalfi ha una corona baronale, un ramo di palma in una mano e nell’altra lo scudo con lo stemma cittadino.

Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

Milano occupa il centro del lato nord. La città veste un’armatura medievale e la corona: il suo scudo reca lo stemma dei Visconti, ovvero l’infante che esce dalla bocca del serpente. 

Basamento della statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

Accanto a Milano sono collocate da una parte Genova e Ravenna, dall’altra Bologna e Ferrara. Genova ha l’abito dei Dogi, la corona ducale sormontata da Giano bifronte, lo scettro e lo scudo; Ravenna, città bizantina dell’Esarcato, è rappresentata con le fattezze dell’imperatrice Teodora, desunte dal mosaico della basilica di San Vitale, e un ramo di pino con le pigne, simbolo della fertilità.
Bologna, antica sede universitaria, ha sulla testa la corona dottorale e in mano un grande volume del Diritto; Ferrara, sede della corte Estense, porta una corona ispirata all’architettura del proprio castello, una lira e uno scudo ovato. 

01 02

Mantova e Urbino occupano il lato occidentale. Mantova, sede dei Gonzaga, ha la corona sormontata da otto foglie d’acanto e altrettante perle, una corona di quercia in una mano, uno scudo con il profilo del suo figlio più celebre, il poeta latino Virgilio, nell’altra; Urbino è in abiti rinascimentali, con la corona, un ramo di alloro e lo scudo con l’emblema di Federico da Montefeltro. 

01 02