CICLO: Porte aperte. Roma nei secoli, al centro del mondo.
RELATORE: Andrea Gamberini
DATA: Giovedì 22 maggio, ore 18
Per gli uomini e per le donne del medioevo l’Inferno era una presenza costante, quasi ossessiva: lo evocavano i predicatori, lo mettevano in scena gli artisti di strada, lo descrivevano i poeti e i letterati, soprattutto lo raffigurano gli artisti nelle chiese. Ma qual era lo scopo di quelle immagini? Lungi dal voler solo indirizzare i fedeli sulla retta via, tali raffigurazioni erano spesso il vettore di contenuti più mirati, non privi di
implicazioni politiche e sociali. Alla base era, infatti, un meccanismo comunicativo tanto efficace quanto attuale: dal momento che gli esempi negativi (e tali erano in fondo i dannati agli occhi di chi li guardava) esistono solo in funzione di quelli positivi, raffigurare certi peccatori costituiva un modo per orientare i comportamenti dei fedeli in direzione speculare e contraria. Dipingere l’aldilà diventava così un modo per costruire l’aldiquà: coi suoi valori e le sue regole.