Stato di conservazione

L’opera è giunta fino a noi integra, senza presentare lesioni e fessurazioni, in un discreto stato di conservazione. Tutte le superfici erano ricoperte da un corposo strato di polveri grasse e da un diffuso annerimento che impediva la percezione dei vari metalli.

Le dorature erano talmente offuscate e localmente annerite da non rendere percepibile la varietà delle leghe di oro utilizzate. La superficie decorata dello scudo presentava uno spesso strato di cere ormai annerite, ossidate e cristallizzate. Le zone più interessate da un forte annerimento erano i decori in argento che erano completamente scuriti da solfurazioni compatte che avevano assunto la stessa colorazione del fondo in bronzo patinato.

Localmente si notavano formazioni di ossidi di rame di colore verde e non erano evidenti attacchi di corrosione attiva del bronzo. Le superfici dell’opera non riportano deformazioni, né danni di origine meccanica ad eccezione della testa di Garibaldi, sulla cui superficie si notano lievi scalfitture e abrasioni.