“Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini”, oggi custodito presso il Museum of Art, Rhode Island School of Design di Providence negli USA, è un ritratto di straordinaria intensità che può considerarsi una delle icone del nostro Risorgimento.
Silvestro Lega concepì l'opera il 12 marzo 1872, quando si trovava direttamente al cospetto del corpo di Giuseppe Mazzini, e si dedicò alla sua elaborazione attraverso una serie di passaggi intermedi, fino alla tarda estate del 1873.
Con quest’opera, Lega raggiunse nella tela un linguaggio estremamente personale, rileggendo le esperienze del passato - prime fra tutte quella dei Macchiaioli - e introducendo elementi innovativi che possono ricondursi ad alcuni esponenti dell'ultima generazione della scena internazionale, soprattutto francese.
Deciso a realizzare un ultimo omaggio a Mazzini, Lega scelse dunque di rappresentarlo ancora vivo, qualche ora prima che la morte lo cogliesse. Cosciente dell'importanza della fedeltà storica, l'artista raccolse una grande quantità di documentazione, e sulla base di questi e altri materiali realizzò lo studio preparatorio della testa, oggi a Modigliana, con una paletta cromatica tutta giocata sul bianco del cuscino, l'ocra dello sfondo e il marrone della veste, e con una pennellata rapida, sciolta, perfino approssimativa.
Il dipinto costituisce un elemento di discontinuità rispetto all'iconografia ufficiale di Giuseppe Mazzini: l’immagine di eroe imperturbabile che lo stesso Padre della Patria aveva imposto fino ad allora sembra qui lontana, sostituita da una nuova, di intensa, drammatica eppure composta fragilità. Lega diede così vita ad una cifra stilistica originale e personalissima, suscitando lo sdegno del movimento repubblicano e, di fatto, condannando il proprio dipinto all’esilio.