CICLO: Dal VIVE alla città: storia delle arti a Roma dal Quattrocento al Novecento - A cura di Silvia Ginzburg, professoressa ordinaria di Storia dell'arte moderna, Università di Roma Tre
RELATORE: Patrizia Zambrano
DATA: giovedì 13 luglio, ore 18.00
LUOGO: Palazzo Venezia, Sala del Refettorio
Quando Sandro Botticelli (1446-1510) giunge a Roma, nel 1481, assieme con gli altri pittori attivi a Firenze e inviati da Lorenzo il Magnifico, l’impresa di affrescare la sezione mediana delle pareti della Cappella Sistina - da compiere in un tempo assai breve - lo pone di fronte a due grandi temi della pittura del suo tempo: la narrazione e il ritratto. In quella fase della sua carriera, Sandro non era specialista né dell’uno né dell’altro e sino ad allora aveva lavorato prevalentemente ad opere di carattere iconico della storia sacra, pale d’altare, Madonne con il Bambino, figure di santi. L’attività nella Sistina segna perciò un tratto decisivo nel percorso che va dall’icona alla narrazione ed anche un punto di svolta che marca l’avvio della fase successiva della sua carriera. Al tempo stesso, l’esigenza di inserire nelle scene i ritratti dei molti che vi volevano apparire impone a Botticelli, come agli altri pittori, l’esigenza di sviluppare le proprie capacità anche in questo ambito. Sandro sarà, tra tutti, il più refrattario ad assecondare la vanità della corte papale e cioè a ‘contaminare’ le sue scene con figure di cardinali, aristocratici, dignitari e diplomatici. Egli opera perciò un progressivo diradamento di queste presenze ‘intruse’, a tutto vantaggio di un dispositivo narrativo-compositivo limpido e calibrato che, nelle Prove di Cristo, nelle Prove di Mosè e nella Punizione dei ribelli, è denso di indimenticabili brani che, come la figura di Zippora, stanno alla base della ‘scoperta’ ottocentesca di questo artista.