CICLO: Porte aperte. Roma nei secoli, al centro del mondo.
RELATORE: Giorgio Caravale
DATA: Giovedì 5 giugno, ore 18.00
Quante volte ci è capitato di evitare di pronunciare (o scrivere) parole o frasi che avrebbero potuto offendere o irritare il nostro interlocutore? Lo abbiamo fatto per rispetto, per senso di opportunità, persino per convenienza o per una certa dose di conformismo. Le dinamiche che osserviamo nella quotidianità delle nostre democrazie risultano evidentemente accentuate in situazioni di costrizione come quelle dei regimi autoritari.
Se ci portiamo indietro nel tempo, nella Roma della Controriforma, tra Cinque e Seicento, ci ritroviamo in un periodo nel quale, specie in materia di religione, gli uomini e le donne dovevano attenersi all'ortodossia dominante. Un gruppo di cardinali romani vigilava attraverso una serie di strumenti affinché non si diffondessero idee dissonanti rispetto alla morale del tempo. I letterati, gli uomini di cultura, e persino i predicatori, i maestri della parola, si trovarono costretti a scendere a patti con le loro convinzioni e le loro velleità artistiche e intellettuali.
Parole non dette. Letterati e censori nella Roma della Controriforma.
Biografia
Giorgio Caravale (Roma, 1973) è professore ordinario di Storia moderna all'Università Roma Tre, dove coordina il Dottorato di Ricerca in Scienze politiche. Collabora con Il Foglio. E' presidente della Sisem (Società italiana per la Storia dell'età moderna) e autore di diversi volumi, tra i quali più recentemente Libri pericolosi. Censura e cultura italiana in età moderna (Laterza 2022), Senza intellettuali. Politica e cultura in Italia negli ultimi trent'anni (Laterza, 2023), e A suon di polemiche. Eresia e controversia dottrinale nella crisi religiosa del Cinquecento (Edizioni di Storia e Letteratura, 2024).