Busto di papa Paolo II Barbo di Mino da Fiesole

Un penetrante ritratto del papa che ha fondato il palazzo, opera di un protagonista della scultura rinascimentale tra Firenze e Roma

Il busto in marmo raffigura Paolo II con in capo il triregno gigliato, come attesta l’iscrizione sul basamento. L’esecuzione va circoscritta negli anni del suo pontificato, ovvero tra il 1464 e il 1471. L’opera ha una vicenda attributiva piuttosto dibattuta. Riferita da Giorgio Vasari a Bartolomeo Bellano (1437/1438 – 1496/1497), uno scolaro di Donatello a Padova, e poi attribuita alla bottega di Paolo Romano, essa è stata ricondotta dallo studioso Francesco Caglioti a Mino da Fiesole (1429-1484).

Busto di papa Paolo II Barbo di Mino da Fiesole

Mino, di origine toscana, trascorse lunghi periodi a Roma, imponendosi come uno dei protagonisti della scena artistica. Una delle sue specialità fu proprio il ritratto, nel quale seppe coniugare la fedeltà fisiognomica alla capacità di penetrazione psicologica.

Busto di papa Paolo II Barbo di Mino da Fiesole

L’opera si trova ab origine a Palazzo Venezia. Ancora Vasari la ricorda “a sommo delle scale” dell’edificio. Essa infatti era collocata in una nicchia sopra la porta d’ingresso della Sala Regia: rimossa nel 1915, allo scoppio della Prima guerra mondiale, fu riconsegnata all’Italia dall’ambasciatore di Spagna. Oggi il busto si trova nella Sala del Mappamondo.