Online il catalogo delle collezioni del VIVE: un patrimonio unico al mondo da oggi ancora più accessibile

Il progetto di catalogazione sistematica delle collezioni dell’Istituto, ideato dalla Direttrice Edith Gabrielli, è volto alla rivalutazione critica delle opere, anche di quelle custodite nei depositi, e alla loro reintegrazione all’interno del percorso espositivo

Roma, 13 febbraio 2025 Scoprire e rivalutare in chiave critica le collezioni del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, comprese le opere custodite nei depositi, al fine di contribuire alla più ampia attività di conservazione e valorizzazione: dalla progettazione di nuovi allestimenti fino alla programmazione di mostre temporanee. Questo l’obiettivo dell’imponente lavoro di catalogazione sistematica promosso dal VIVE, diretto da Edith Gabrielli, confluito nella realizzazione di un catalogo online sul sito dell’Istituto stesso (vive.cultura.gov.it).

Strumento essenziale per un’idonea attività di tutela e valorizzazione, l’intervento di catalogazione, ideato e diretto da Edith Gabrielli, è stato affidato dal VIVE a tre gruppi di lavoro, impegnati in uno studio sistematico e continuo delle collezioni, coordinati da tre accademici di chiara fama: Alessandro Tomei, già Professore ordinario di Storia dell’Arte Medievale presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Barbara Agosti, Professoressa ordinaria di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Tor Vergata e Valerio Terraroli, Professore ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Verona, rispettivamente per l’arte medievale, moderna e contemporanea, in linea con il patrimonio custodito dall’Istituto.

Avviato nel 2020, il lavoro di catalogazione ha previsto, in una prima fase, la ricognizione delle varie e spesso difformi catalogazioni già effettuate in passato e l’elaborazione di un programma quadriennale di lavoro che prevedesse, da un lato l’aggiornamento delle schede esistenti, dall’altro la realizzazione ex novo di quelle mancanti. A seguire la definizione delle caratteristiche del catalogo online da pubblicare sul sito del VIVE – dal modello di scheda delle singole opere fino alle funzioni di ricerca e filtro – contemperando le soluzioni proposte dalle principali istituzioni nazionali ed internazionali con le specificità del patrimonio dell’Istituto.

Il catalogo - da oggi online con le prime 94 opere schedate per il Medioevo – presenta ben 560 schede in italiano e in inglese redatte da circa 80 specialisti, in gran parte giovani, provenienti dai maggiori centri di ricerca e università italiani ed esteri.

Un lavoro multidisciplinare e altamente specialistico che, anche grazie al supporto di Silvia Armando e del personale interno dell’Istituto, ha consentito di indagare a fondo le collezioni restituendone una lettura più completa ed accurata, nonché decine di scoperte e nuove datazioni e attribuzioni.

Fiore all’occhiello dell’iniziativa l’alta qualità della documentazione fotografica; oltre 2.200 gli scatti fotografici in catalogo, frutto di un’accurata riorganizzazione dei materiali fotografici esistenti – in particolare quelli digitali – e dell’attivazione di una nuova campagna fotografica ad hoc.

Il grande progetto di catalogazione promosso dal VIVE è stato pensato per promuovere lo studio e la conoscenza delle collezioni dell’Istituto e garantire la loro fruizione da parte di un pubblico ampio e diversificato. In linea con le più importanti realtà museali internazionali e fermamente convinti del ruolo imprescindibile della catalogazione per un’ottimale attività di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio, abbiamo avviato un imponente intervento in tale direzione, coadiuvati da tre accademici di chiara fama che hanno coordinato specialisti dei maggiori centri di ricerca e università italiani ed esteri. La pubblicazione del catalogo online consentirà agli studiosi di effettuare ricerche di carattere scientifico, approfondendo lo studio delle opere di interesse e scoprendo nuove attribuzioni e datazioni, e a turisti e curiosi di conoscere le opere più significative anche attraverso l’importante corredo fotografico che accompagna il catalogo. Un impegno significativo, nei confronti del pubblico e della comunità scientifica, che ha determinato la rivalutazione critica delle collezioni del VIVE incentivandone la riscoperta attraverso nuovi percorsi di visita”, dichiara Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia.

Al fine di condividere con il pubblico i risultati delle indagini condotte nell’ambito della campagna di catalogazione e consentire ai visitatori di scoprire ed ammirare le opere ad oggi custodite nei depositi, il VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia promuove un ciclo di cinque incontri dal titolo “Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita”. Curato dalla Direttrice Edith Gabrielli, il ciclo mira alla reintegrazione di tali opere nel percorso museale aperto al pubblico, coinvolgendo quest’ultimo in un’esperienza di riscoperta ed approfondimento storico-artistico del patrimonio del VIVE.

In occasione di ciascun incontro verrà inaugurata, presso la Sala Altoviti di Palazzo Venezia, l’esposizione dell’opera oggetto della conferenza stessa. L’iniziativa, resa possibile grazie al lavoro dei funzionari storici dell’arte dell’Istituto, Veronica Dell’Agostino e Alessia Dessì, consente la conoscenza diretta dell’opera anche attraverso la consultazione del catalogo online tramite un apposito QR code.

Organizzate in concomitanza con la pubblicazione dei vari blocchi di schede all’interno del catalogo online, la prima conferenza - in programma per oggi, 13 febbraio, alle ore 18.00 presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia – è dedicata all’arte medievale.

L’incontro, dal titolo “Da Costantinopoli a Roma: la porta bronzea di San Paolo fuori le mura e il frammento nel Museo del Palazzo di Venezia” e tenuto dal Professor Alessandro Tomei, vede al centro il frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura, raffigurante una scena della Pentecoste, che, in linea con l’anno giubilare 2025, sarà visibile presso la sala Altoviti di Palazzo Venezia fino al prossimo 23 marzo.

La programmazione prosegue con la scoperta di ulteriori opere per la prima volta visibili al pubblico: dalla medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio, alla Madonna della Noce di Saturnino Gatti, dal modello della Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini a piazza Navona fino al cosiddetto Scudo di Giuseppe Garibaldi di Antonio Ximenes.

Consulta il catalogo online qui.


VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia
Ufficio Stampa Comin & Partners

Rachele Mannocchi
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Giulia Prosperi
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CICLO DI CONFERENZE “Reintegrazioni: dai depositi al percorso di visita” a cura di Edith Gabrielli, con Alessandro Tomei, Barbara Agosti e Valerio Terraroli

Il ciclo mette a fuoco e approfondisce una serie di opere delle collezioni del Vittoriano e Palazzo Venezia. Si tratta di opere tornate all’attenzione grazie alla sistematica campagna di catalogazione condotta sotto la guida di Alessandro Tomei per il Medioevo, Barbara Agosti per l’età Moderna e Valerio Terraroli per l’Otto e il Novecento

Il titolo allude alla reintegrazione di queste opere, oggi nei depositi, nel percorso di visita in ora corso di allestimento: è il caso del frammento della porta della Basilica di San Paolo fuori le Mura, la medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio, la Madonna della Noce di Saturnino Gatti,  del modello della Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini a piazza Navona e del cosiddetto Scudo di Giuseppe Garibaldi di Antonio Ximenes. 


PROGRAMMA

Giovedì 13 febbraio, ore 18.00 
Da Costantinopoli a Roma: la porta bronzea di San Paolo fuori le mura e il frammento nel Museo del Palazzo di Venezia
RELATORE: Alessandro Tomei


Miracolosamente scampata all’incendio che nel 1823 devastò la basilica di San Paolo fuori le mura sulla via Ostiense, la porta bronzea che tuttora chiude dall’interno la Porta Santa, fa parte del cospicuo gruppo di battenti bronzei eseguiti a Costantinopoli e destinati a decorare alcuni tra i più significativi monumenti dell’Italia centro-meridionale. Eseguita nel 1070 da Theodoros e Staurachios, su committenza di Pantaleone di Amalfi e Ildebrando di Soana, futuro papa Gregorio VII (1073-1085), la porta si compone di 54 pannelli raffiguranti Storie della vita di Cristo, Profeti, Apostoli con scene dei loro martiri. Un frammento della scena della Pentecoste fa parte delle collezioni del Museo del Palazzo di Venezia.

Al termine dell’incontro sarà inaugurata l’esposizione del frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura presso la Sala Altoviti di Palazzo Venezia.

Biografia
Alessandro Tomei, già professore ordinario di Storia dell’arte medievale presso l’Università “G. D’annunzio” di Chieti-Pescara. Ha insegnato Storia dell'arte medievale e Storia della miniatura presso la Scuola di Specializzazione in Storia dell'arte medievale e moderna nell'Università "Sapienza" di Roma e Storia dell'arte medievale e moderna presso l'Università degli Studi dell'Aquila. Dal 2020 è membro del Comitato scientifico della Galleria dell’Accademia di Firenze.

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Giovedì 27 marzo, ore 18.00
Filarete e l’antico
RELATORE: Arnold Nesselrath

Recuperata dai depositi, la medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio è un’opera opera esemplare del confronto con l’antico sperimentato dall’artista fiorentino al tempo in cui lavorava a Roma per papa Eugenio IV alla monumentale porta bronzea della basilica di San Pietro. La catalogazione dell’esemplare si deve alla dottoressa Giulia Zaccariotto.

Biografia
Arnold Nesselrath è professore di Storia dell’Arte medievale e moderna alla Humboldt Universität di Berlino, con un focus sul Nachleben dell'antichità. Già direttore dei dipartimenti di Storia dell'Arte bizantina, medievale e moderna dei Musei Vaticani.

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Giovedì 12 giugno, ore 18.00 
Saturnino Gatti e la sua bottega
RELATORE: Michele Maccherini

La tavola dispiega un’affascinante e rara iconografia legata al culto della Madonna in un contesto agreste, regolato dall’avvicendarsi dei lavori stagionali. Proveniente dal santuario della Madonna della Noce nella campagna laziale, l’opera è stata ricondotta all’ambito di Saturnino Gatti, protagonista della stagione rinascimentale in area abruzzese ed appenninica. Il dipinto è stato catalogato dalla dottoressa Francesca Mari.

Biografia
Michele Maccherini è professore di Storia dell'arte moderna presso l'Università dell'Aquila dal 2004. Ad oggi è, inoltre, Presidente del corso di laurea in Beni culturali e referente per il Polo Museale dell'Ateneo aquilano. Le sue ricerche si concentrano sulla pittura senese del Cinquecento e del primo Seicento, sull'arte e il collezionismo romano del primo Seicento e sull'arte aquilana in età moderna. Già Direttore dei Musei Civici di San Gimignano.

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Giovedì 12 ottobre, ore 18.00 
Le fontane di Bernini
RELATORE: Augusto Roca de Amicis

La grande terracotta che riproduce il modello ideato da Gian Lorenzo Bernini per la Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona è una preziosa testimonianza della grande fortuna che la gigantesca invenzione elaborata dall’artista per papa Innocenzo X riscosse tra Sei e Settecento. L’opera sarà oggetto di un prossimo intervento di restauro e la sua catalogazione si deve al dottor Emiliano Riccobono.

Biografia
Augusto Roca De Amicis è professore ordinario di Storia dell'Architettura presso l'Università Sapienza di Roma dal 2004. È direttore della rivista "Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura" e della collana "Gradus. Studies in History of Architecture and Restoration". Le sue ricerche si concentrano su figure chiave dell'architettura barocca italiana, come Gianlorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona, oltre che sulla storia urbana di Roma nei secoli XVI e XVII.

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Giovedì 18 dicembre, ore 18.00 
Lo Scudo di Garibaldi. Antonio Ximenes e la celebrazione del mito garibaldino
RELATORE: Valerio Terraroli

La scultura, modellata dal siciliano Antonio Ximenes, fu donata a Giuseppe Garibaldi dal Popolo Siciliano l’11 maggio 1878. L’opera si presenta come un raro esempio di ripresa in età tardo ottocentesca del modello dello scudo da parata con al centro il ritratto a tutto tondo del condottiero, ai lati i nomi delle città siciliane conquistate e, sul bordo, l’incisione dei nomi dei garibaldini che parteciparono alla spedizione dei Mille. 
La scheda di catalogo si deve alla professoressa Stefania Cretella.

Biografia
Valerio Terraroli, ordinario di Storia della critica d'arte, Museologia, Storia delle arti decorative presso l'Università di Verona, dove dirige il Centro di ricerca “Rossana Bossaglia” per le arti decorative, la grafica e le arti dal XVIII al XX secolo. Si occupa di pittura e di scultura tardo ottocentesca e della prima metà del Novecento, della cultura artista simbolista e tardo simbolista e del Liberty e del Déco in Italia, in specie per quanto riguarda la storia delle arti decorative e i rapporti con l'architettura.

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