L’incendio del 1823

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823, un devastante incendio distrusse gran parte della basilica di San Paolo fuori le mura. L’incidente, verosimilmente causato dalla negligenza di due stagnari durante lavori di manutenzione, compromise gravemente l’edificio e i suoi apparati decorativi.

Anche la porta bizantina subì danni ingenti: le fiamme provocarono l’accartocciamento delle lastre e la fusione dell’argento dell’agemina con l’oricalco delle formelle. Fin da subito si pose quindi la necessità di un intervento di restauro. In un primo momento, i frammenti superstiti furono raccolti e ricomposti in una sala museale allestita negli ambienti ancora agibili dell’antica basilica. Un vero e proprio intervento conservativo venne eseguito solo negli anni Sessanta del Novecento da Vittorio Federici, restituendo ai battenti il loro colore brillante e permettendone la ricollocazione sul retro della Porta Santa della basilica. Più recentemente, sono stati effettuati altri due interventi conservativi, l’ultimo dei quali ha previsto una lucidatura dell’intera superficie della porta.

A seguito dell’incendio, alcune parti delle formelle andarono disperse o confluirono in collezioni private. Oltre al frammento della Pentecoste custodito nelle collezioni del VIVE, un lacerto della formella raffigurante il profeta Abacuc è oggi conservato a Parigi, presso il Gabinetto delle Medaglie della Bibliothèque nationale de France.