L’anno santo 1475 e il Ciborio degli Apostoli sull’altare maggiore di San Pietro in Vaticano

CICLO: Le arti attorno agli Anni Santi.
RELATORE: Francesco Caglioti
DATA: Venerdì 4 aprile, ore 18

 

In occasione dell’anno santo 1475, sotto papa Sisto IV della Rovere, giunsero al termine dopo otto anni di fatica i lavori di rifacimento del ciborio in porfido e marmo sopra l’altare maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano. Il ciborio precedente risaliva al pontificato di Onorio III (1216-1227). Questo nuovo era stato cominciato nel 1467, sotto papa Paolo II Barbo, da Paolo Taccone da Sezze, meglio noto come Paolo Romano, ma era rimasto incompiuto alla sua morte, nel 1470. La conclusione dell’impresa spettò principalmente a due scultori fiorentini, ovvero Matteo del Pollaiolo e Mino da Fiesole. Il ciborio rimase in piedi fino agli sgoccioli del Cinquecento, quando la sostituzione definitiva della basilica costantiniana con quella che ammiriamo oggi portò inevitabilmente alla rimozione della struttura quattrocentesca, e infine, entro pochi decenni, all’erezione del celebre baldacchino bronzeo di Bernini. La relazione affronterà il tema secondo la massima varietà possibile dei punti di approccio: la ricomposizione dell’opera attraverso i suoi frammenti superstiti e attraverso le testimonianze archivistiche e letterarie antiche; la responsabilità artistica del progetto e delle sue singole parti; il ruolo della committenza; il posto occupato dall’opera nella millenaria tradizione romana dei ciborî basilicali, e il suo rapporto con l’ultimo esponente di tale tradizione prima di Paolo Romano, ossia il Ciborio della Neve di Mino da Fiesole in Santa Maria Maggiore (1461).

Biografia

Francesco Caglioti è professore ordinario di Storia dell’arte medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove svolge anche le funzioni di coordinatore del Dottorato di ricerca in Storia dell’arte. I suoi studi e le sue pubblicazioni riguardano in particolare il tardo Medioevo e il Rinascimento italiani nei loro centri maggiori (Firenze, Siena, Lucca, Bologna, Milano, Padova, Venezia, Roma, Napoli, Messina, Palermo), con speciale attenzione alla scultura monumentale. Nel 2019 ha curato insieme al collega Andrea De Marchi (Università di Firenze) la mostra Verrocchio, il maestro di Leonardo per Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del Bargello a Firenze, e nel 2022 è stato curatore unico della mostra Donatello, il Rinascimento nelle due stesse sedi.

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