Diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, il restauro ha come primo obiettivo garantire la conservazione materiale dell’Altare della Patria, arrestando i fenomeni di degrado in atto e prevenendo i danni futuri attraverso un opportuno trattamento delle superfici. Il secondo obiettivo consiste nel restituire la piena leggibilità all’opera di Zanelli, fin nei suoi dettagli, consentendone una piena comprensione critica. Il terzo e ultimo obiettivo è guadagnare una serie di conoscenze specifiche per ricostruire nel dettaglio tecniche, metodi e fasi costruttive dell’opera.
Il progetto del restauro
I lavori muoveranno dalla disinfestazione della superficie da colonie di microorganismi con oli essenziali estratti da origano e timo. La rimozione dei depositi incoerenti, che non alterano la composizione chimica del materiale lapideo, sarà effettuata con aspiratori integrati, spazzole morbide e pennelli. Per le polveri sottili e quelle carboniose, si faranno lavaggi a bassa pressione con acqua deionizzata. Le superfici degradate della pietra saranno consolidate con l'applicazione di nano-silicati, al fine di ristabilire la compattezza del materiale lapideo, e riaderite le parti distaccate.
Verrà effettuata un'attenta revisione delle stuccature, rimuovendo quelle non più aderenti e colmando le lacune e le discontinuità presenti sulla superficie, così da uniformare la superficie e renderla più resistente agli agenti di degrado (inquinanti atmosferici, chimici e biologici, nonché infiltrazioni di acqua). Al termine del ciclo di interventi previsti, verranno applicati dei polisilossani per proteggere le superfici eccessivamente porose esposte agli agenti atmosferici, all'umidità da condensa o ai microrganismi animali e vegetali. Questo trattamento modificherà la tensione superficiale del sottofondo in modo tale che la pioggia non penetri nella superficie verticale, ma scorra su di essa.