Il mito dell’imperatrice Faustina Maggiore

Anna Galeria Faustina fu moglie dell’imperatore Antonino Pio. Il soprannome “Maggiore” nasce per una necessità di distinzione dalla figlia omonima, consorte del successore del padre, Marco Aurelio.

Nel 138 d.C., anno delle nozze e dell’ascesa al trono di Antonio Pio, Faustina fu insignita dal senato del titolo di Augusta e fornì un prezioso supporto nelle scelte economiche del marito, nonché nella sua politica riformistica. In seguito alla sua prematura morte, avvenuta nei primi mesi del 141 d.C., venne immediatamente onorata dal Senato e poi sepolta nel mausoleo di Adriano.

L’imperatore Antonino, oltre a intitolarle una parte dell’Institutio alimentaria con la creazione delle Puellae Faustinianae, una fondazione benefica a sostegno di giovani donne bisognose, diede persino inizio a una vera e propria celebrazione di sua moglie, elevandola a divinità. Vennero infatti realizzate molte statue in suo onore, a cui si aggiunsero numerosi conî monetali con l'effigie della diva Faustina.

Proprio a queste monete si ispira la medaglia, realizzata da Filarete intorno alla metà del Quattrocento. Il rimando agli antichi modelli è ben chiaro: sia nel ritratto dell’Augusta, mostrata con una complessa acconciatura composta da trecce raccolte sopra la testa in un’alta crocchia (particolarmente rifinita e lavorata a bulino, a freddo, in questo esemplare), e nella scena del rovescio, in cui è abbigliata all’antica e ricordata quale emblema di rettitudine e fedeltà coniugale.

Il mito di Faustina Maggiore riscosse enorme fortuna nel Rinascimento, quando, sull’onda del collezionismo di antichità, emersero numerose monete romane raffiguranti la donna. Tali scoperte fecero sorgere negli eruditi curiosità circa la sua storia e le motivazioni del ritratto in formato numismatico: era infatti raro vedere una figura femminile questo mondo, prevalentemente maschile.