La Cena in casa del Fariseo è uno dei rilievi della grande macchina ideata da Giorgio Vasari, pittore, architetto e scrittore, realizzata tra il 1567 e il 1569. L’opera ornava originariamente l’altare maggiore della basilica di Santa Croce a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, cittadina natìa del committente papa Pio V Ghislieri.
Posta sull’altare maggiore, l'ancona lignea si componeva originariamente di tavole dipinte, eseguite dallo stesso Vasari e dalla sua bottega, e sculture, sia a rilievo sia a tutto tondo. Per la sua realizzazione, Vasari coordinò le attività di diversi collaboratori. Per gli intagli, l’aretino si affidò a vari maestri, tra i quali Giovanni Gargiolli e Angelo Marini detto il Siciliano, scultore attivo soprattutto a Pavia e a Milano che, secondo una fonte settecentesca, l’Istoria di Giovanni Della Valle, fu ingaggiato in particolare per la realizzazione delle figure e delle scene narrative.
Il rilievo, inizialmente attribuito a Gargiolli, viene ora ricondotto da Clara Seghesio proprio ad Angelo Marini attraverso il confronto con altre sue opere note. Al suo stile, infatti, rimandano le caratteristiche fisionomiche dei personaggi, il trattamento di capelli e panneggi e anche lo sfondo a quinta teatrale.
Nel 1719 il rilievo vasariano fu sostituito da un nuovo altare marmoreo e nel 1927 fu donato allo Stato italiano dal conte e senatore alessandrino Giuseppe Frascara.
In occasione dell’inaugurazione del ciclo Depositi in mostra, il VIVE mette in dialogo il rilievo Cena in casa del Fariseo con altre importanti opere del museo. Si tratta degli affreschi realizzati per Palazzo Altoviti dallo stesso Vasari e il busto bronzeo di scuola romana raffigurante proprio papa Pio V.