Testa muliebre
Nicola Pisano? Terzo quarto del XIII secolo
Questa piccola scultura, ricavata da un blocco di pirite o ematite, raffigura una testa femminile con il capo coperto da un velo al di sotto del quale si intravede una capigliatura ondulata, con le ciocche evidenziate dai fori del trapano
Questa piccola scultura, ricavata da un blocco di pirite o ematite, raffigura una testa femminile con il capo coperto da un velo al di sotto del quale si intravede una capigliatura ondulata, con le ciocche evidenziate dai fori del trapano
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Questo singolare manufatto nel 1874 è registrato nell’inventario del Museo Kircheriano, dal quale passò al Museo di Castel Sant’Angelo e quindi, nel 1936, al Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dove venne inizialmente considerato un bronzetto tardoantico. È stato ipotizzato che in origine facesse parte della collezione di Alfonso Donnini, appassionato di antichità originario di Tuscania. La collezione fu donata nel 1652 al Collegio Romano e costituì uno dei nuclei fondativi della raccolta allestita dal gesuita tedesco Athanasius Kircher: i primi cataloghi della collezione tuttavia segnalano genericamente la presenza di pezzi di pirite (Robino Rizzet 2001). La piccola scultura rappresenta una testa femminile con il capo coperto da un velo che lascia intravedere alcune ciocche di capelli ed è realizzata in un minerale particolarmente duro con rilucenze metalliche, identificato in modo pressoché unanime come pirite, a eccezione di Cellini (1956) che vi riconobbe la galena. Le condizioni conservative sono buone e alcune lacune, quale quella sulla gota destra e in genere le sgranature aperte sulle parti levigate, sembrano riconducibili a imperfezioni del materiale e alle difficoltà di lavorazione, piuttosto che a danni meccanici. Più difficile appare la valutazione delle superfici irregolari alla sommità del capo – posteriormente meno rifinito – e all’attacco del collo, in particolare quest’ultimo sembrerebbe recare traccia di traumi da fratturazione che però potrebbero risalire all’estrazione del minerale. La natura fortemente anomala del manufatto, inoltre, non consente di affermare se la testa sia stata realizzata quale elemento isolato oppure facesse parte di un insieme più ampio, come la testina muliebre in lapislazzulo inserita nel secolo XI nella croce di Erimanno (Colonia, Erzbischöflisches Diözesanmuseum). Certamente il diametro ridotto del collo e il peso del pezzo escludono che questo fosse solidale con un elemento più ampio lavorato in forma di busto o figura intera, peraltro quasi impossibile da ricavare in un monoblocco di pirite, qualunque raccordo doveva quindi avvenire tramite l’inserzione di un perno. Sarebbe tuttavia davvero singolare, nonostante la rarità della materia, ipotizzare alla metà del Duecento una concezione del pezzo come testina isolata, che sembrerebbe quasi da ricondurre a un gusto collezionistico da Wunderkammer.
L’attribuzione a Nicola Pisano, anche recentemente ribadita (Di Fabio 2016), si basa sulla constatazione delle affinità esecutive e formali con le figure scolpite dall’artista intorno alla metà del Duecento nelle mensole che sostengono la cupola del duomo di Siena e con i volti muliebri del pulpito del battistero di Pisa, di pochi anni più tardo. Le corrispondenze sono molto stringenti e vanno dal taglio degli occhi, alla bocca socchiusa, alla forma prismatica del naso, all’ovale leggermente schiacciato del volto e si estendono a specifiche modalità esecutive, come l’uso peculiare del trapano per chiaroscurare le ciocche dei capelli e per definire alcuni caratteri somatici. Una possibile spiegazione all’utilizzo di una materia così inconsueta deriva proprio dall’inclusione dell’opera nella prima parte del percorso artistico di Nicola, quando si ritiene abbia realizzato le protomi animali – di cronologia controversa – che decorano il Fonte dei Canali a Piombino, datato al 1247 (Testi Cristiani, 1990).
Durante questo soggiorno lo scultore potrebbe essersi approvvigionato del minerale, estratto dai giacimenti dell’isola d’Elba, ed essere stato colpito dalle potenzialità espressive e coloristiche di questo materiale dotato di una superficie attraversata da riflessi che ricordano le patine del bronzo, realizzando un’opera che sembra avere le sue radici nel gusto per la lavorazione di materie rare e preziose e l’imitazione dell’antico che caratterizzò in età normanna e sveva le botteghe dell’Italia meridionale.
Tra gli stimoli che potrebbero essere pervenuti allo scultore dal repertorio delle opere antiche segnalo una testa in stucco dorata di Mitra del Museo Nazionale Romano (II-III secolo) che condivide con quella di Palazzo Venezia l’ovale pieno del volto, le gote turgide e le labbra dischiuse.
Gaetano Curzi
Scheda pubblicata il 12 Febbraio 2025
Stato di conservazione
Buono nonostante alcuni danni meccanici.
Provenienza
Dal Museo Kircheriano, al quale pervenne forse dalla raccolta di Alfredo Donnini;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, 1936.
Esposizioni
Bari, Castello Svevo, Federico II. Immagine e potere, 4 febbraio-17 aprile 1995, n. 5.15;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Athanasius Kircher. Il museo del mondo, 28 febbraio 2001-22 aprile 2001;
Rimini, Castel Sismondo, Exempla. La rinascita dell'Antico nell'arte italiana, 20 aprile-7 settembre 2008, n. 59;
Roma, Museo Centrale del Risorgimento, Giotto e il Trecento, 6 marzo 2009-29 giugno 2009.
Bibliografia
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954;
Cellini Pico, Ricordi normanni e federiciani a Roma, in «Paragone», 7.1956, 81, 1956, pp. 3-12;
Testi Cristiani Maria Laura, Nicola Pisano "sculpens in pietra ligno auro". La "testa di giovane donna" in pirite elbana, in «Critica d'arte», 1990, 1, pp. 50-57;
Robino Rizzet, in Lo Sardo Eugenio (a cura di), Athanasius Kircher. Il museo del mondo, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 28 febbraio-22 aprile 2001), Roma 2001, pp. 53-55, n. I.4;
Curzi, in Tomei Alessandro (a cura di), Giotto e il Trecento, catalogo della mostra (Roma, Museo Centrale del Risorgimento 6 marzo-29 giugno 2009), Milano 2009, p. 255, n. 98;
Di Fabio Clario, Spregiudicata misura: tecnica, stile e forma in una scultura inedita di Nicola Pisano, in «Bollettino d'Arte», 101, 2016, 29, pp. 41-60.