Testa di moro
Gian Lorenzo Bernini 1653 circa
La testa presenta le fattezze proprie di un moro, tipologia umana che nell'iconografia seicentesca corrispondeva genericamente alle popolazioni africane. Il ritratto è sottoposto a un'evidente esasperazione dei tratti somatici, come attesta l'accentuazione del naso camuso, delle turgide labbra e della capigliatura scarmigliata, modellata per grandi onde che imprimono una marcata volumetria. Il violento espressionismo dell'insieme è ulteriormente amplificato dallo sguardo accigliato con la fronte aggrottata e dalle profonde rughe attorno alla bocca. Si tratta di un modello in terracotta ideato e con ogni probabilità eseguito da Gian Lorenzo Bernini.
La testa presenta le fattezze proprie di un moro, tipologia umana che nell'iconografia seicentesca corrispondeva genericamente alle popolazioni africane. Il ritratto è sottoposto a un'evidente esasperazione dei tratti somatici, come attesta l'accentuazione del naso camuso, delle turgide labbra e della capigliatura scarmigliata, modellata per grandi onde che imprimono una marcata volumetria. Il violento espressionismo dell'insieme è ulteriormente amplificato dallo sguardo accigliato con la fronte aggrottata e dalle profonde rughe attorno alla bocca. Si tratta di un modello in terracotta ideato e con ogni probabilità eseguito da Gian Lorenzo Bernini.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Pubblicata da Brinckmann (1923), la terracotta è stata poi attribuita alla mano di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) e riconosciuta come preparatoria alla realizzazione della figura al centro della Fontana del Moro in piazza Navona (Hermanin 1948). La commissione era giunta all'artista nel 1651 da parte del pontefice Innocenzo X Pamphilj, desideroso di rinnovare la più antica fonte di Giacomo della Porta, sostituendo la piccola struttura rocciosa da cui sgorgava l'acqua con un gruppo statuario di maggior impatto visivo. Dopo un primo progetto costituito da tre delfini dalle code incrociate, rifiutato per le dimensioni ritenute troppo esigue, lo scultore ideò una composizione con due tritoni affrontati che sostenevano sulle spalle tre delfini, soluzione tuttavia troppo complessa da tradurre in marmo; Bernini giunse così a una terza variante, a un tempo monumentale ma tecnicamente meno audace, che corrisponde all'attuale figura del moro con delfino collocata al centro dell'invaso. L'autografia della terracotta, databile intorno al 1653, quindi a ridosso dell'incarico che un anno dopo diede l'effettivo avvio ai lavori, è stata accolta in maniera concorde dalla critica, che ne ha sottolineato la fattura rapida e incisiva (Santangelo 1954; Bernini Pezzini 1986; Barberini 1991; Angelini 1999; Vigliarolo 2009; Giometti 2011; Bernardini 2021); ciò non di meno, una recente e approfondita analisi comparativa con il modello conservato presso il Kimbell Art Museum di Fort Worth, ha spinto a ritenere plausibile un'attribuzione alla bottega di Bernini, favorendo quindi l'ipotesi di un intervento di Giovanni Antonio Mari, artista cui fu delegata la traduzione in marmo della scultura (Dickerson, Sigel 2012).
Jacopo Curzietti
Scheda pubblicata il 16 Ottobre 2025
Stato di conservazione
Mediocre. Oltre ad alcune fratture da ritiro determinatesi durante la cottura, individuabili sul naso e sul retro della testa, la terracotta presenta la perdita di una porzione di capigliatura nella parte frontale destra.
Restauri e analisi
2010: restauro a cura di Davide Fondaro, Livia Sforzini;
2012: indagini diagnostiche a cura di Marco Cardinali e Matteo Positano, Emmebi Diagnostica Artistica, Roma.
Provenienza
Roma, Collezione Evangelista (Evan) Gorga, documentata nel 1948;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1949.
Esposizioni
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, Il Trionfo dell’acqua. Immagine e forme dell’acqua nelle arti figurative, 4 novembre 1986-15 gennaio 1987;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Sculture in Terracotta del Barocco Romano, 9 dicembre 1991-31 gennaio 1992;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Gian Lorenzo Bernini. Regista del Barocco, 21 maggio-16 settembre 1999;
New York, The Metropolitan Museum of Art, Bernini. Sculpting in Clay, 3 ottobre 2012-6 gennaio 2013;
Fort Worth, Kimbell Art Museum, Bernini. Sculpting in Clay, 3 febbraio-14 aprile 2013.
Bibliografia
Brinckmann Abert Erich, Barock-Bozzetti. Italienische Bildhauer. Italian Sculptors, I, Frankfurt am Main 1923, p. 57;
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 279;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 92;
Bernini Pezzini, in Il Trionfo dell’acqua. Immagine e forme dell’acqua nelle arti figurative, catalogo della mostra (Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, 4 novembre 1986-15 gennaio 1987), p. 36, n. 14;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Sculture in terracotta del Barocco romano, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 9 dicembre 1991-31 gennaio 1992), Roma 1991, p. 40;
Angelini, in Bernardini Maria Grazia, Fagiolo dell’Arco (a cura di), Gian Lorenzo Bernini. Regista del Barocco, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 21 maggio-16 settembre 1999), Ginevra-Milano 1999, p. 382, n. 120;
Vigliarolo, in Barberini Maria Giulia, Sconci Maria Selene (a cura di), Guida al Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma 2009, p. 86, n. 92.
Giometti Cristiano (a cura di), Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. Sculture in terracotta, Roma 2011, pp. 51-52, n. 30;
Dickerson, Sigel, in Dickerson Charles D., Sigel Anthony, Wardropper Ian (a cura di), Bernini. Sculpting in Clay, catalogo della mostra (New York, The Metropolitan Museum of Art, 3 ottobre 2012-6 gennaio 2013; Fort Worth, Kimbell Art Museum, 3 febbraio-14 aprile 2013), New Haven and London 2012, pp. 178-181, n. 14;
Bernardini Maria Grazia, Bernini. Catalogo delle sculture, II, Torino 2021, p. 318.










