Tabernacolo eucaristico con stemma della famiglia Ginori

Giovanni della Robbia 1510-1529

In mostra presso Palazzo Venezia

Tabernacolo eucaristico a edicola, che presenta nella parte inferiore, fra due cornucopie, lo stemma della famiglia fiorentina dei Ginori. L’opera è giunta a Palazzo Venezia dalle collezioni del Museo Nazionale del Bargello di Firenze nel 1921 e appartiene a una tipologia prodotta in diversi esemplari nell'ambito della bottega di Giovanni della Robbia.

Tabernacolo eucaristico a edicola, che presenta nella parte inferiore, fra due cornucopie, lo stemma della famiglia fiorentina dei Ginori. L’opera è giunta a Palazzo Venezia dalle collezioni del Museo Nazionale del Bargello di Firenze nel 1921 e appartiene a una tipologia prodotta in diversi esemplari nell'ambito della bottega di Giovanni della Robbia.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Tabernacolo eucaristico con stemma della famiglia Ginori Autore: Giovanni della Robbia Data oggetto: 1510-1529 Materiale: Terracotta invetriata Dimensioni: altezza 199 cm; larghezza 86 cm
Tipologia: Sculture Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 3980

Tabernacolo a edicola in terracotta invetriata, che presenta nella parte superiore un coronamento a valva di conchiglia al centro della quale si trova un calice, su cui svetta un Cristo Bambino; ai lati del calice vi sono due putti alati in adorazione del Redentore benedicente. Al di sopra della trabeazione corrono cinque teste di cherubini unite da ghirlande, mentre ai lati due lesene decorate da mazzi di fogliame e frutta scaturiscono da vasi ansati. Nello scomparto centrale dell’opera è rappresentata una volta a botte cassettonata alla sommità della quale si trova un tendaggio, che sovrasta una corona. Al di sotto originariamente doveva trovarsi lo sportello destinato al calice eucaristico, forse affiancato da due angeli, come spesso avviene in altri manufatti di questo genere. Oggi l’originaria rappresentazione centrale è sostituita da una sommaria figurazione architettonica, eseguita durante un restauro moderno avvenuto dopo l’ingresso del tabernacolo nel Museo Nazionale di Palazzo Venezia, momento cui risalgono anche i due capitelli che coronano le lesene laterali. Questi elementi risultano infatti mancanti nella fotografia riprodotta da Allan Marquand nel suo repertorio (1920) dedicato alle sculture di Giovanni della Robbia (1469-1529/1530). 
Alla base dello scomparto centrale si trova l’iscrizione “HIC EST PA(N)IS V(I)V(US) Q(UI) D(E) C(OE)L(O) DESCE(N)DIT“, intervallata da un piccolo tondo decorato da una ghirlanda al cui centro oggi si trova uno specchio, probabilmente collocato in epoca recente. Nell’antependium, infine, fra due cornucopie colme di frutta, vi è una ghirlanda contenente uno stemma in campo blu attraversato in diagonale da una fascia gialla con al centro tre stelle blu, che è quello dell’antica famiglia fiorentina dei Ginori, alla quale spetta dunque la committenza del manufatto. Il tabernacolo è giunto alle collezioni di Palazzo Venezia nell’agosto 1920 a seguito della cessione da parte del Museo Nazionale del Bargello di un gruppo di opere, ritenute repliche di modelli già presenti nelle raccolte del museo fiorentino o in condizioni conservative non ottimali. Precedentemente, fino al 6 giugno 1895, esso era collocato presso l’Accademia Nazionale d’arte di Firenze (come risulta dalla documentazione conservata presso il Museo del Bargello). 
Il tabernacolo appartiene a una tipologia riconducibile alla bottega di Giovanni della Robbia, della quale fanno parte, fra gli esempi migliori, il tabernacolo con stemmi della famiglia Magalotti e Rinuccini, conservato al Museo del Bargello di Firenze e il Tabernacolo del Sacramento della chiesa di San Leolino a Panzano (Greve; Gentilini 1992, pp. 322-323, p. 327, nota 6; Domestici 1998, pp. 260-261, III.5). Il motivo del Cristo innalzato sul calice e affiancato da due angeli si trova già nel tabernacolo del duomo di Barga (Gentilini 1992, p. 280), risalente alle prime fasi della carriera del plasticatore, ispirato a quello realizzato da Desiderio da Settignano per la chiesa di San Lorenzo a Firenze (1461), verosimile prototipo dell’ideazione robbiana. L’opera di Palazzo Venezia mostra i tratti tipici del divulgativo ed esuberante linguaggio di Giovanni, in una fase più autonoma rispetto alla produzione del padre Andrea ed è databile tra il secondo e il terzo decennio del XVI secolo. 

Si ringrazia per il  parere Giancarlo Gentilini.

Virna Ravaglia

Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025

Discreto.

«HIC EST PA(N)IS V(I)V(US) Q(UI) D(E) C(OE)L(O) DESCE(N)DIT».

Firenze, Accademia di Bella Arti di Firenze;
Firenze, Museo Nazionale del Bargello;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia.

Marquand Allan, Giovanni della Robbia, Princeton 1920, p. 98, n. 95;
Gentilini Giancarlo, I della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Firenze 1992, p. 280; pp. 321-327;
Domestici Fiamma, III. 5 - Giovanni della Robbia. Tabernacolo eucaristico, in Gentilini Giancarlo (a cura di), I Della Robbia e l’“arte nuova” della scultura invetriata, catalogo della mostra (Fiesole, Basilica di Sant'Alessandro, 29 maggio-1 novembre 1998), Firenze 1998, pp. 260-261;
Gentilini Giancarlo, Giovanni della Robbia. Eucharistic tabernacle with Jesus as child blessing, angels and cherubs, in Bacchi Andrea, (a cura di), A taste for Sculpture III, London 2016, pp. 26-35, n. 3.

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