Scrittoio da viaggio del cardinale Pietro Barbo
Ambito veneto 1440-1464
La cassetta da viaggio, probabilmente uno scrittoio, appartenne al cardinale Pietro Barbo (1417-1471), futuro papa Paolo II, come testimonia lo stemma cardinalizio sorretto da due angeli che si trova sul coperchio, al di sotto della maniglia. L’arma è posta all’interno di una raffinata decorazione a racemi, fiori e foglie, eseguita sbalzando e incidendo il cuoio bollito che ricopre interamente il prezioso oggetto, prodotto di manifattura veneta della metà del XV secolo.
La cassetta da viaggio, probabilmente uno scrittoio, appartenne al cardinale Pietro Barbo (1417-1471), futuro papa Paolo II, come testimonia lo stemma cardinalizio sorretto da due angeli che si trova sul coperchio, al di sotto della maniglia. L’arma è posta all’interno di una raffinata decorazione a racemi, fiori e foglie, eseguita sbalzando e incidendo il cuoio bollito che ricopre interamente il prezioso oggetto, prodotto di manifattura veneta della metà del XV secolo.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
La cassetta da viaggio, con struttura in legno, è ricoperta da una superficie in cuoio bollito decorata con motivi a sbalzo, incisioni e dorature, secondo una tecnica nata per l’ambito della legatoria e in seguito destinata anche alla realizzazione di pezzi d’arredo e d’uso quotidiano. L’oggetto, che si apre in due metà uguali, presenta placchette metalliche di rinforzo fissate con borchie agli angoli e tre bande metalliche sul coperchio superiore, per le cerniere e la serratura a lucchetto. Ha una maniglia in ferro battuto incisa e lavorata con motivi vegetali alle estremità. L’interno è rivestito con una carta marmorizzata non coeva, e una paratia separa tre piccoli vani di dimensioni differenti lungo il lato longitudinale, che sono l’indizio di un’originaria funzione di scrittoio. Il cuoio bollito è caratterizzato da un raffinato motivo simmetrico a racemi, fiori e foglie, le cui estremità sono a rilievo. La metà inferiore della cassetta è decorata più semplicemente con un motivo a piccole losanghe composto da linee orizzontali. I bordi sono marcati da una fascia che accoglie i chiodi. Al centro del coperchio superiore, sotto la maniglia, è rappresentato lo stemma Barbo, con leone rampante fasciato, sormontato dal cappello cardinalizio e retto ai lati da due angeli. Lo stemma si riferisce al cardinale Pietro Barbo (1417-1471), papa dal 1464 con il nome di Paolo II, committente del Palazzo di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di Palazzo Venezia; è da escludere il riferimento al nipote di Pietro, il cardinale Marco Barbo (Gradara 1918), poiché è assente la croce patriarcale di Aquileia che contraddistingue l’arme di quest’ultimo (Petrocchi 2018). La dignità cardinalizia permetterebbe così di datare l’oggetto dopo il 1440 – anno in cui Pietro, all’età di soli 23 anni, fu creato cardinale da Eugenio IV con il titolo di Santa Maria Nova e vescovo di Cervia – e prima del 1464, quando fu eletto al soglio pontificio. Il prezioso scrittoio, uno dei pochi che si possa ricondurre direttamente alla vita privata di Pietro Barbo, fu acquistato nel 1918 presso l’antiquario Giuseppe Sangiorgi (Hermanin 1925, p. 658) e giunse al Museo di Palazzo Venezia l’anno successivo. Nel primo contributo dedicato all’opera, Costanza Gradara si interrogava sulla provenienza italiana o estera, propendendo per un artista (forse un orefice) romano o meglio fiorentino della seconda metà del Quattrocento, non ignaro dei motivi ornamentali spagnoli (Gradara 1918). In seguito Federico Hermanin, che era stato responsabile dell’acquisto, lo attribuì convenientemente a una manifattura veneziana del XV secolo, sulla base della provenienza del committente e del confronto con una guaina in cuoio da coltello conservata presso il Museo Nazionale del Bargello a Firenze (Hermanin 1948). La cassetta, restaurata nell’ambito del progetto Restituzioni (2018), è attualmente esposta nella Camera della Torre dell’Appartamento Barbo.
Lorenzo Mascheretti
Scheda pubblicata il 27 Marzo 2025
Stato di conservazione
Buono.
Restauri e analisi
2018: monitoraggio dello stato di conservazione e ripristino della completa leggibilità dell’opera, eseguito da L’Officina Consorzio, Roma, con la collaborazione di Eleonora Baldo.
Stemmi emblemi e marchi
Al centro del coperchio superiore, sotto la maniglia: stemma cardinalizio Barbo.
Provenienza
Collezione Giuseppe Sangiorgi, ante 1918-1919;
Roma, Reale Galleria d’Arte Antica;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, acquisto 1918-1919.
Esposizioni
Torino, Reggia di Venaria Reale, La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati, 28 marzo-16 settembre 2018.
Bibliografia
Gradara Costanza, Lo scrittoio di Papa Paolo II Barbo, in «Cronaca delle Belle Arti», 5, 1918, pp. 32-35;
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia e l’appartamento di rappresentanza dello Stato, in «La Rassegna italiana politica letteraria e artistica», vol. 16, fasc. 90, novembre 1925, pp. 656-664;
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 401;
Petrocchi, in Bertelli Carlo, Bonsanti, Giorgio (a cura di), Restituzioni 2018. Tesori d’arte restaurati, catalogo della mostra (Torino, Reggia di Venaria Reale, 28 marzo-16 settembre 2018), Venezia 2018, pp. 292-297, n. 29.