Roncone
Manifattura milanese 1480-1530
Questo roncone, montato su una lunga asta di legno, presenta la parte metallica decorata da incisioni in forme vegetali e geometriche e, presso il dente d’arresto, reca la marca di uno scorpione, collegabile a una bottega milanese attiva nel Quattro e nel Cinquecento. Nato come strumento per la coltivazione agricola, il roncone divenne già nel Trecento una versatile arma bianca da attacco, utile sia per agganciare il nemico, sia per colpirlo con le lame.
Questo roncone, montato su una lunga asta di legno, presenta la parte metallica decorata da incisioni in forme vegetali e geometriche e, presso il dente d’arresto, reca la marca di uno scorpione, collegabile a una bottega milanese attiva nel Quattro e nel Cinquecento. Nato come strumento per la coltivazione agricola, il roncone divenne già nel Trecento una versatile arma bianca da attacco, utile sia per agganciare il nemico, sia per colpirlo con le lame.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il roncone è montato su una lunga asta in legno mediante otto chiodi (quattro per lato) e una borchia passante in forma di fiore, in rame. La parte metallica presenta una lunga cuspide lavorata a quadrello (ovvero a sezione quadrangolare), un raffio semicircolare arcuato, un dente d’arresto a metà dorso particolarmente appuntito e due punte, sempre a sezione quadrangolare all’inizio della gorbia, in corrispondenza dell’aggancio con l’asta. La parte metallica, dalle due punte fino al dente, è incisa su entrambi i lati con motivi vegetali e geometrici intrecciati, mentre al centro si nota chiaramente la marca dell’armaiolo, uno scorpione (di Carpegna 1969, p. 62, n. 370; di Carpegna 1976, p. 62).
Il roncone, o ronco, è un’arma inastata che deriva dalla roncola, lo strumento tipicamente adoperato in agricoltura per la coltivazione soprattutto degli alberi da frutto e a partire dal XIII secolo venne usato anche come arma. Forgiato in un solo pezzo, talvolta decorato, ma più spesso liscio, il roncone serviva per trafiggere i nemici, ma anche per agganciare e disarcionare i cavalieri grazie al raffio arcuato, nonché come arma durante le battaglie navali, utile per agganciare le murate o tagliare il sartiame delle navi nemiche. Quest’arma fu largamente usata in tutta Europa durante il XVI secolo (Troso 1988, pp. 135-285; Waldman 2005, pp. 115-123; Oakeshott 2012, p. 51).
Su questo esemplare è apposta la marca con lo scorpione, in uso presso gli armaioli milanesi già a partire dalla metà del Trecento, quando è citata come "unum ense operis Lombardie, ad signum scorpionis" (documento del 1365 citato in di Carpegna 1969, p. 62, n. 370). Questo simbolo era poi personalizzato dai diversi armaioli con alcune lettere, probabilmente le iniziali del loro nome, in questo caso "ILO", che compare in un esemplare pressoché identico della Wallace Collection di Londra (inv. A932) e in altri del Philadelphia Museum of Art (collezione Kienbusch, n. 543) o del Museo Civico Marzoli di Brescia (inv. 417). Questa marca compariva già sui prodotti di alcuni coltellinai lombardi del Quattrocento, ai quali è quindi possibile legare anche la creazione di questo roncone (Waldman 2005, pp. 67-69; Scalini 2018, p. 131, n. IV.8).
L’arma fa parte della collezione del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Questa vasta raccolta non era un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento (Barberini 2007), guidati dal gusto personale di Odescalchi.
Giulia Zaccariotto
Stato di conservazione
Buono.
Stemmi emblemi e marchi
Presso il dente d’arresto la marca dell’armaiolo, uno scorpione con le lettere «ILO» disposte in verticale.
Provenienza
Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 1531);
Roma, acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.
Esposizioni
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Belle e terribili. La collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, 18 dicembre 2002-23 marzo 2002;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.
Bibliografia
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 62, n. 370;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Troso Mario, Le armi in asta delle fanterie europee 1000-1500, Novara 1988;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Belle e terribili. La collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 18 dicembre 2002-23 marzo 2002), Roma 2002, p. 35;
Waldman John, Hafted Weapons in Medieval and Renaissance Europe: The Evolution of European Staff Weapons between 1200 and 1650, Leiden 2005;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 131, n. IV.8.