Pistola a ruota doppia e due canne
Manifattura della Sassonia 1580-1590
Canne sovrapposte lisce. Cartella per ruota doppia completamente incisa a volute e fogliami con volatili, fra le due leve di sicura si vede una marca a scudetto con corno da caccia e lettere “BW“. Copriruota traforati e dorati, cani sagomati e incisi a figure mostruose. Tutta la cassa è in acciaio inciso a volute e fogliami, sul lato sinistro una scena di caccia al cervo e lo stemma di Sassonia retto da due leoni rampanti. Impugnatura rivestita di filo di ferro ritorto, grande pomo in otto spicchi inciso con le solite volute e teste di guerrieri e putti alati. Bacchetta in legno con battipalla.
Canne sovrapposte lisce. Cartella per ruota doppia completamente incisa a volute e fogliami con volatili, fra le due leve di sicura si vede una marca a scudetto con corno da caccia e lettere “BW“. Copriruota traforati e dorati, cani sagomati e incisi a figure mostruose. Tutta la cassa è in acciaio inciso a volute e fogliami, sul lato sinistro una scena di caccia al cervo e lo stemma di Sassonia retto da due leoni rampanti. Impugnatura rivestita di filo di ferro ritorto, grande pomo in otto spicchi inciso con le solite volute e teste di guerrieri e putti alati. Bacchetta in legno con battipalla.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Questa pistola è uno splendido esempio della perfezione tecnica cui giunsero già nel Cinquecento gli armaioli incaricati di realizzare armi da fuoco. I meccanismi di accensione a ruota sono i più complessi da realizzare e necessitano un grado di raffinatezza e precisione degni dell'orologeria. In questo caso siamo di fronte addirittura a un meccanismo di accensione doppio comandato da un solo grilletto. La ricarica delle pistole di questo periodo era piuttosto lunga e complessa, pertanto avere a disposizione due colpi precaricati forniva un indubbio vantaggio, ma non è l'unico motivo che spingeva alla realizzazione di tali opere, esse infatti erano una prova di maestria che soltanto gli armaioli più sofisticati potevano permettersi di eseguire. A dispetto della loro complessità costruttiva e delicatezza, i meccanismi a ruota continuarono a essere preferiti ai più economici acciarini a pietra focaia principalmente nelle armi da caccia e da bersaglio dove era richiesta una maggiore accuratezza di tiro. Quest'ultima poteva essere garantita dall'aggiunta di particolari accorgimenti tecnici come il meccanismo di doppio scatto di precisione. Di Carpegna (di Carpegna 1969, p. 77) ricorda una pistola molto simile a questa, anch'essa con lo stemma di Sassonia e datata 1584, conservata nel Musée de l'Armée Invalides di Parigi (M 1634) e Scalini (Scalini 2018, p. 162) ipotizza la realizzazione di entrambe per l'elettore Augusto I di Sassonia, cultore delle arti e grande statista, che passò la vita in continua tensione con l'impero e i calvinisti. Si conviene che questo tipo di opere fosse eseguito direttamente in Sassonia, sia per il gusto estremamente decorativo sia per la ricorrenza degli stessi stilemi su molte delle opere conservatesi.
Riccardo Franci
Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025
Stato di conservazione
Ottimo. Poche alterazioni superficiali dovute a vecchie ossidazioni.
Stemmi emblemi e marchi
Sulla cartella, fra le due leve di sicura, si vede una marca a scudetto con un corno da caccia e le lettere “BW“;
sul lato sinistro della pistola è inciso lo stemma di Sassonia.
Provenienza
Collezione Odescalchi, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 30 giugno 1959.
Esposizioni
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Belle e terribili. La collezione Odescalchi, 18 dicembre 2002-23 marzo 2003;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.
Bibliografia
Hayward John Forrest, The Art of the Gunmaker, 2 voll., London 1962-1963, I-II, pp. 81, 282, tav. 13b;
Baxter David Robert, Superimposed Load firearms, London 1966, p. 22;
Boccia Lionello Giorgio, Nove secoli di armi da caccia, Firenze 1967, n. 50;
di Carpegna Nolfo, Armi da fuoco nella collezione Odescalchi, Roma 1968, p. 32, n. 6;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a cura del curatore, Roma 1969, p. 77, n. 470;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976, p. 77;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Belle e terribili. La collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 18 dicembre 2002-23 marzo 2003), Roma 2002, p. 98;
Scalini, in Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), Cinisello Balsamo 2018, p. 162, n. V.11.