Petto con falda
Manifattura tedesca 1470-1480
Il petto è completo di pettorale, panziera e falda, la cui ultima lama è di sostituzione moderna. Diffusosi già verso la fine del Trecento, il petto realizzato interamente in metallo era molto resistente ai colpi d’arma in battaglia e ne sono noti sia semplici, lisci, come questo, sia riccamente decorati. Forgiarono petti di questa tipologia le botteghe della Germania meridionale e quelle dell’Italia settentrionale.
Il petto è completo di pettorale, panziera e falda, la cui ultima lama è di sostituzione moderna. Diffusosi già verso la fine del Trecento, il petto realizzato interamente in metallo era molto resistente ai colpi d’arma in battaglia e ne sono noti sia semplici, lisci, come questo, sia riccamente decorati. Forgiarono petti di questa tipologia le botteghe della Germania meridionale e quelle dell’Italia settentrionale.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il petto è composto da diversi pezzi: il pettorale, liscio, i giri ascellari sottolineati da due scanalature, la parte centrale, detta anche panziera, è tricuspide, terminante in un giglio al centro e percorsa da una nervatura centrale, e due scanalature laterali; infine, in basso, la falda suddivisa in tre lame articolate anch’esse con nervatura centrale rialzata, fissate con sei rivetti (o ribattini) laterali alla parte superiore. L’ultima di queste lame, più in basso, non è coerente con il petto, ma un’aggiunta moderna (di Carpegna 1969, p. 21, n. 106).
L’oggetto è in buone condizioni conservative e sono visibili alcuni segni di colpi sulle lame originali della falda.
Petti di questo genere, interamente in metallo, si diffusero in Europa già verso la fine del Trecento, andando a sostituire le protezioni realizzate in cotta di maglia (l’usbergo) ricoperte di cuoi cotti o piccole placche metalliche.
Queste nuove armature erano molto più resistenti ai colpi delle armi bianche, anche se decisamente più pesanti e rigide. Potevano essere completamente lisce, oppure percorse da fitte decorazioni incise sul metallo, o ancora sbalzate per creare sulla superficie magnifici rilievi raffiguranti immagini sia sacre sia profane. Sotto il petto veniva fissata, tramite i ribattini, anche una fodera, per migliorarne la vestibilità (Gelli 1900, pp. 242 e 248; Oakeshott 2012, pp. 75-95; La Rocca 2017, pp. 51-55).
Il petto non presenta la marca dell’armaiolo, così come il suo gemello, sempre conservato a Palazzo Venezia (inv. 11980, già Odescalchi, n. 690; Scalini 2018, p. 124, n. IV.1) e la sua produzione potrebbe ricondursi al contesto italiano, ma in foggia tedesca (Boccia, Coelho 1968, p. 145), oppure a una manifattura operante in Germania (Terjanian 2005), precisamente della Germania centro-meridionale, attorno alla città di Darmstadt (Scalini 2018, p. 76, n. II.5). Il terminale in forma di giglio può, infatti, essere associato a cittadine italiane, tedesche, e anche svizzere (Scalini 2018, p. 76, n. II.5). Identico petto con il giglio si nota nella scultura lignea del Museo Stibbert che raffigura un soldato in armatura e che può essere attribuita a un artista prossimo al tirolese Hans Klocher (att. 1478-1498) (Scalini 2018, p. 80, n. II.9).
Si segnala, per confronto, un petto facente parte di una armatura ancora pressoché completa, conservato presso la Wallace Collection di Londra e attribuito a una bottega tedesca (inv. A20, Capwell 2011, p. 51).
Questo pettorale fa parte della collezione del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Questa vasta raccolta non era un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento, guidati dal gusto personale di Odescalchi (Barberini 2007).
Giulia Zaccariotto
Stato di conservazione
Buono.
Provenienza
Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 763);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.
Esposizioni
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969,
Narni, ex chiesa di San Domenico, Le compagnie di ventura. Mostra di arti figurative e di armi per il VI centenario della nascita di Erasmo di Narni, detto Gattamelata, maggio-settembre 1970;
Roma, Castel Sant’Angelo; Roma, Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.
Bibliografia
Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 21, n. 106;
Pace Valentino (a cura di), Le compagnie di ventura. Mostra di arti figurative e di armi per il VI centenario della nascita di Erasmo di Narni, detto Gattamelata, catalogo della mostra (Narni, ex chiesa di San Domenico, maggio-settembre 1970), Narni 1970, p. 33, n. 53;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Boccia Lionello Giorgio, Coelho Eduardo Teixeira, L’arte dell’armatura in Italia, Milano 1968;
Boccia Lionello Giorgio, Le armature di S. Maria delle Grazie di Curtatone di Mantova e l’armatura lombarda del 400, Busto Arsizio 1982.
Mickenberg David, Songs of Glory. Medieval Art from 900-1500: An Exhibition, catalogo della mostra (Oklahoma City, Museum of Art, 22 gennaio-29 aprile 1985), Oklahoma City 1985;
Terjanian Pierre, The Armourers of Cologne: Organization and Export Markets of a Foremost European Armour-making Center (1391-1660), in «Journal of the Armour Research Society», I, 2005, pp. 23-48;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Capwell Tobias, Masterpieces of European Arms and Armour in the Wallace Collection, London 2011;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
La Rocca Donald J., How to Read European Armor, New York 2017;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 76, n. II.5.