Petto

Hans Vetterlein 1470-1480

In mostra presso Palazzo Venezia

Il petto è completo di pettorale, panziera e falda, quest’ultima separata. Diffusosi già verso la fine del Trecento, il petto realizzato interamente in metallo era molto resistente ai colpi d’arma in battaglia e ne sono noti sia semplici, lisci, come questo, sia riccamente decorati. Forgiarono petti di questa tipologia le botteghe dell’Italia settentrionale e quelle austriache, a una delle quali, quella di Hans Vetterlein, è possibile attribuire questo petto grazie alla presenza della sua marca di bottega.

Il petto è completo di pettorale, panziera e falda, quest’ultima separata. Diffusosi già verso la fine del Trecento, il petto realizzato interamente in metallo era molto resistente ai colpi d’arma in battaglia e ne sono noti sia semplici, lisci, come questo, sia riccamente decorati. Forgiarono petti di questa tipologia le botteghe dell’Italia settentrionale e quelle austriache, a una delle quali, quella di Hans Vetterlein, è possibile attribuire questo petto grazie alla presenza della sua marca di bottega.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Petto Autore: Hans Vetterlein Data oggetto: 1470-1480 Materiale: Ferro Tecnica: Forgiatura Dimensioni: altezza 43 cm; larghezza 36,6 cm
Tipologia: Armi Acquisizione: 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 12066

Il petto è composto da tre pezzi: il pettorale, liscio, con bordi scatolati e, sulla destra, i fori per applicarvi la resta, al quale è fissata la parte inferiore, detta anche panziera, cuspidata con bordi laterali accompagnati da due sgusci profondi e terminante in una punta a quattro lobi (su uno dei quali sono intagliati dei dentelli, presenti anche sul bordo della panziera in corrispondenza dei rivetti che la fissano al pettorale); separata, ma coerente con il petto, è una singola lama di una falda, il cui lato superiore presenta sette punte (di Carpegna 1969, p. 21, n. 104). L’oggetto è in buone condizioni conservative e sono visibili segni di colpi sulla panziera.
Petti di questo genere, interamente in metallo, si diffusero in Europa già verso la fine del Trecento, andando a sostituire le protezioni realizzate in cotta di maglia (l’usbergo) ricoperte di cuoi cotti o piccole placche metalliche
Queste nuove armature erano molto più resistenti ai colpi delle armi bianche, anche se decisamente più pesanti e rigide. Potevano essere completamente lisce, oppure percorse da fitte decorazioni incise sul metallo, o ancora sbalzate per creare sulla superficie magnifici rilievi raffiguranti immagini sia sacre sia profane. Sotto il petto veniva fissata, tramite i ribattini, anche una fodera, per migliorarne la vestibilità (Gelli 1900, pp. 242 e 248; Oakeshott 2012, pp. 75-95; La Rocca 2017, pp. 51-55).
Questo pezzo presenta, anche se molto consunta, una marca d’armaiolo, che è stata riconosciuta come la sigla di Hans Vetterlein, produttore di armamenti attivo a Innsbruck, in Austria, tra 1452 e 1483, che stampigliava le sue creazioni con le lettere "VET" (ad esempio al Kunsthistorisches Museum di Vienna, inv. A3b, per un paio di manopole lisce). Di questo armaiolo sono noti altri pezzi, come un cappello di ferro, un altro petto di armatura, e un guardialancia già facente parte, come questo, delle collezioni di Palazzo Venezia (di Carpegna 1969, p. 26, n. 135, per inv. 12012, vedi scheda relativa).
Simili a questo petto e attribuiti a botteghe dell’area tedesca sono un esemplare del Metropolitan Museum di New York (inv. 48.149.32; Nickel, Pyhrr, Tarassuk 1982, pp. 29-30, n. 5) e uno del Philadelphia Museum of Art (Collezione von Kienbusch, inv. 1977-167-135), che reca ancora tracce di una policromia di inizio XVI secolo.
Questo petto fu acquistato dal principe Ladislao Odescalchi (1846-1922) presso l’antiquario inglese Samuel James Whawell, che era uno degli agenti anche di Otto von Kienbusch, e che fu amico personale di Ladislao, con il quale scambiava costantemente lettere prodighe di notizie sul mercato antiquariale delle armi, ma anche sulla loro amicizia. Il petto compare, infatti, al centro di una panoplia in una fotografia pubblicata da Stuart W. Pyhrr (1994, p. 16) che mostra l’interno della casa di Whawell a Eastbourne (UK) nel 1905, dove si riconoscono anche una celata (inv. 12063, vedi scheda relativa) e alcune spade, (Barberini 2007, pp. 109-110).

Giulia Zaccariotto

Buono.

Sotto il collarino, al centro, è presente un rettangolo con alcune lettere.

Eastbourne, Collezione James Whawell; 
Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 776);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.

Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969) con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 21, n. 104;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Nickel Helmut, Pyhrr Stuart W., Tarassuk Leonid, The Art of Chivalry. European Arms and Armor from the Metropolitan Museum of Art, New York 1982;
Pyhrr Stuart W., S.J. Whawell and the Art Market, in The Eleventh Park Lane Arms Fair, London 1994, pp. 14-23;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
La Rocca Donald J., How to Read European Armor, New York 2017;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 230, n. VIII.5.

Oggetti correlati

Correlati
ferro
Armi
forgiatura
Hans Vetterlein
1400 d.C. - 1600 d.C.