Medaglia giubilare con ritratto di papa Paolo III Farnese/prospetto della basilica vaticana di San Pietro secondo il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane

Alessandro Cesati detto il Greco 1549

La medaglia celebra l’Anno giubilare 1550, indetto nel maggio del 1549 e che prese avvio, come da consuetudine, durante il Natale, quando tuttavia Paolo III era da poco scomparso: mostra sul recto il pontefice, a capo scoperto e girato verso destra, avvolto in un ricco piviale, sulla cui bordura ricamata appare nuovamente rappresentato in piedi nell’atto di aprire la Porta Santa col martello cerimoniale, e, nel grande fermaglio ovale, intronato e benedicente. Il rovescio è occupato dalla rappresentazione del prospetto della basilica di San Pietro secondo il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. 

La medaglia celebra l’Anno giubilare 1550, indetto nel maggio del 1549 e che prese avvio, come da consuetudine, durante il Natale, quando tuttavia Paolo III era da poco scomparso: mostra sul recto il pontefice, a capo scoperto e girato verso destra, avvolto in un ricco piviale, sulla cui bordura ricamata appare nuovamente rappresentato in piedi nell’atto di aprire la Porta Santa col martello cerimoniale, e, nel grande fermaglio ovale, intronato e benedicente. Il rovescio è occupato dalla rappresentazione del prospetto della basilica di San Pietro secondo il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. 

Dettagli dell’opera

Denominazione: Medaglia giubilare con ritratto di papa Paolo III Farnese/prospetto della basilica vaticana di San Pietro secondo il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane Autore: Alessandro Cesati detto il Greco Data oggetto: 1549 Materiale: Argento patinato Tecnica: Coniazione Dimensioni: diametro 4,3 cm
Tipologia: Medaglie Numero inventario principale: 11280

Alessandro Cesati, detto il Greco per via dell’origine cipriota della madre, fu un raffinato intagliatore di gemme e cammei che, giunto a Roma nei primi anni trenta del Cinquecento, entrò presto nell’entourage farnesiano grazie soprattutto all’amicizia di Annibale Caro, il quale più tardi sollecitò Vasari a citarlo nell’edizione delle Vite del 1550 (nella Giuntina la precedente menzione si trasformò in un elogio del sofisticato classicismo dell’artista, che incluse addirittura un lusinghiero giudizio di Michelangelo). Nel 1540 Cesati ottenne da Paolo III l’incarico di incisore della Zecca papale, che dal gennaio del 1547 condivise ufficialmente – non senza tensioni – con l’emiliano Giovan Giacomo Bonzagni. Continuò il suo impiego presso la Zecca romana (l’ultimo pagamento emesso a suo favore è datato al 1561) durante i pontificati di Giulio III, Paolo IV (per il quale eseguì l’anello del pescatore nell’estate del 1555) e Pio IV, pur essendo attivo anche per Ottavio Farnese a Parma; passò successivamente in Piemonte lavorando dal 1562 per i duchi di Savoia Emanuele Filiberto e Margherita di Francia. È menzionato per l’ultima volta in una lettera di Caro dell’ottobre del 1564, dalla quale si ricava che era da poco rientrato a Cipro, dove continuava a risiedere parte della sua famiglia d’origine (Hirsch 2021).
Ci troviamo di fronte a un esemplare antico e di buona qualità della nuova coniazione – opportunamente aggiornata in vista dell’Anno Santo del 1550 – di una precedente e più rara medaglia realizzata da Alessandro Cesati per volontà di Paolo III durante il suo tredicesimo anno di regno (ottobre 1546-ottobre 1547), probabilmente per celebrare il completamento del modello ligneo della basilica di San Pietro predisposto da Antonio da Sangallo il Giovane dal 1538 in poi con la collaborazione di Antonio Labacco, e insieme per commemorare la morte improvvisa dell’architetto stesso nel settembre del 1546 (Thoenes 1994a).
L’iniziativa di papa Farnese si era posta quindi con sicuro orgoglio e con intento simbolico di rifondazione, tanto più in coincidenza con l’avvio del Concilio di Trento, nel solco di una consuetudine iniziata da Giulio II, il primo a diffondere tramite medaglie e monete i progetti da lui patrocinati per la fabbrica vaticana. 
La nuova commissione si colloca temporalmente, come indicato dall’iscrizione sul diritto, entro il sedicesimo anno di pontificato farnesiano, contato a partire dal 13 ottobre 1549, ma interrotto bruscamente dalla morte di Paolo III il 10 novembre, e venne realizzata da Cesati, con la probabile collaborazione di Bonzagni, contemporaneamente ad altre medaglie concepite per la medesima occasione giubilare, e infatti recanti lo stesso millesimo e un identico ritratto (Alteri 2021, pp. 55-56). Qui colpisce che venga riutilizzata sul rovescio l’immagine di una San Pietro ormai superata nei fatti dai progetti di Michelangelo: il maestro infatti, ottenuto il controllo del cantiere, aveva da subito e perentoriamente preso le distanze dalle scelte e dalle procedure progettuali del suo predecessore, scatenando peraltro la reazione rabbiosa e partigiana della “setta” dei collaboratori e sodali di Antonio. La singolare persistenza dell’effigie della fabbrica sangallesca (ripresa anche nelle medaglie giubilari di Giulio III e di Gregorio XIII) si deve a più motivi, ma soprattutto al fatto che Buonarroti nel 1549 (e per la verità nemmeno dopo) non aveva elaborato un progetto compiuto per la facciata della basilica, cioè per la parte dell’edificio più adatta ad essere compressa nel ridotto campo del rilievo. In effetti nella nostra medaglia, come già in quella del 1546-1547, la fronte della basilica secondo il modello di Antonio il Giovane mostra di aver comunque subito aggiustamenti in altezza (i campanili hanno un piano in meno) e in ampiezza (le sette campate vengono ridotte a cinque, scompaiono gli emicicli dei transetti): aggiustamenti che si ritrovano in un disegno attribuito a Raffaello da Montelupo conservato a Monaco di Baviera, generalmente riconosciuto come preparatorio per il rilievo (Thoenes 1994b, Burioni 2021).

Maria Beltramini

Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025

Buono.

Davanti: nel giro «PAVLVS III PONT[ifex] MAX[imvs] AN[no] XVI»; nel piviale, sotto la bordura figurata: «ANNO IVBILAEI MDL»;
Retro: nel giro «AN[no] IOBILAEO MDL»; in exergo: «PETRO APOST[olorvm] PRINC[ipi] C[onsecratum?]»;
bordo perlinato.

Thoenes Christof, Alessandro Cesati detto il Grechetto, Medaglia del papa Paolo III, in Millon Henry, Magnago Lampugnani Vittorio (a cura di), Rinascimento da Brunelleschi a Michelangelo. La rappresentazione dell’architettura, catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Grassi, 31 marzo-6 novembre 1994), Milano 1994, p. 646, cat. 369  (Thoenes 1994a);
Thoenes Christof, Alessandro Cesati detto il Grechetto, Medaglia del papa Paolo III, in Millon Henry, Magnago Lampugnani Vittorio (a cura di), Rinascimento da Brunelleschi a Michelangelo. La rappresentazione dell’architettura, catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Grassi, 31 marzo-6 novembre 1994), Milano 1994, pp. 645-646, cat. 368 (Thoenes 1994b);
Alteri Giancarlo, Kommunikation und Propaganda auf den Medaillen der Päpste, in Hirsch Martin, Burioni Matteo (a cura di), Die silberne Stadt. Rom im Spiegel seiner Madaillen, München 2021, pp. 51-59;
Burioni Matteo, Alessandro Cesati, Gian Giacomo Bonzagni. St. Peter nach dem Entwurf von Antonio da Sangallo d.J. 1550, in Hirsch Martin, Burioni Matteo (a cura di), Die silberne Stadt. Rom im Spiegel seiner Madaillen, München 2021, pp. 204-206, cat. 54;
Hirsch Martin, Alessandro Cesati, genannt il Grechetto (1516-nach 1564), in Hirsch Martin, Burioni Matteo (a cura di), Die silberne Stadt. Rom im Spiegel seiner Madaillen, München 2021, pp. 310-311.

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