Medaglia di Francesco I re di Francia

Benvenuto Cellini 1537 (il modello)

La medaglia è esito del soggiorno in Francia di Benvenuto Cellini nel 1537 e del suo incontro con il re Francesco I: ritrae nel diritto il sovrano in armatura coronato d’alloro e nel rovescio un cavaliere che percuote una figura distesa a terra. Si tratta dell’allegoria della Fortuna sconfitta dalla virtù del re.

La medaglia è esito del soggiorno in Francia di Benvenuto Cellini nel 1537 e del suo incontro con il re Francesco I: ritrae nel diritto il sovrano in armatura coronato d’alloro e nel rovescio un cavaliere che percuote una figura distesa a terra. Si tratta dell’allegoria della Fortuna sconfitta dalla virtù del re.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Medaglia di Francesco I re di Francia Autore: Benvenuto Cellini Data oggetto: 1537 (il modello) Materiale: Bronzo Dimensioni: diametro 4,1 cm
Tipologia: Medaglie Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: Cassetto ‘500 Coll SS

Nel 1537 Benvenuto Cellini, a causa di dissapori con papa Paolo III, lasciò improvvisamente Roma e dopo una breve sosta a Padova, dove realizzò per Pietro Bembo una splendida medaglia, si spostò in Francia. A Parigi l’artista incontrò il concittadino Rosso Fiorentino e ottenne un’udienza con il re Francesco I. Il sovrano in quel periodo era assai indaffarato poiché pianificava una nuova invasione dell’Italia e a tale scopo si stava per spostare a Lione, ma chiese comunque al suo tesoriere Giuliano Buonaccorsi di invitare Cellini per continuare il dialogo lungo il percorso. L’artista di lì a poco però si ammalò e chiese di tornare urgentemente a Roma. 
Fu probabilmente in occasione di quella cruciale, seppur fugace, visita francese che lo scultore concepì questa medaglia (Pope-Hennessy 1985, p. 81). D’altronde, in un inventario dei beni di Cellini del 23 ottobre 1538 compare una “testa del Re di Francia in piombo” che è evidentemente da identificare con un primo progetto per questa medaglia (Bertolotti 1881, I, pp. 263-268). 
La medaglia nel diritto raffigura il busto del sovrano rivolto a sinistra, con corazza, mantello, corona d’alloro, e uno scettro sormontato da un giglio davanti al suo profilo. Il volto di Francesco I, con un lungo naso e la barba fluente, somiglia a quello di un antico Giove, ed è talmente vivido e dettagliato da aver costituito un modello per i ritratti realizzati da Tiziano per il medesimo sovrano, uno dei quali fu donato al re nel 1539 da Pietro Aretino (Mariacher 1963, pp. 210-221; Hill, Pollard 1978, p. 177, nota 217). 
Anche il rovescio è palesemente ispirato alla monetazione antica: l’immagine del cavaliere sul cavallo rampante intento a colpire con una mazza una figura distesa a terra è dedotta dai coni romani con l’iscrizione “VIRTVS AVG“. Cellini però trasfigura il modello arricchendolo di nuove connotazioni e significati: la figura distesa è ispirata dalla Notte di Michelangelo sulla tomba di Giuliano de’ Medici (composizione su cui l’artista tornerà a riflettere anche più tardi, per la celebre Saliera); la torsione del cavaliere è forse debitrice delle ricerche leonardesche; infine lo scultore introduce dietro al cavallo un globo e un timone che, insieme all’iscrizione, consentono di riconoscere nella donna distesa l’allegoria della Fortuna sconfitta dalla virtù del sovrano (un topos umanistico assai consolidato, già presente in Petrarca). 
Poiché in esergo compare la firma dell’artista, non sono mai stati mossi dubbi relativamente alla paternità; sono invece state formulate proposte alternative riguardo alla cronologia: Karl Domanig e Natalis Rondot ad esempio hanno suggerito di datare la medaglia al 1543/1544, ovvero in relazione al secondo, e più prolungato, soggiorno di Cellini in Francia (Domanig 1896, p. 4, n. 28; Rondot 1904, p. 186). 
Ma la concezione del ritratto, la straordinaria cura dei dettagli fisionomici, e la resa dinamica del cavallo nel rovescio paiono ben confrontabili con quelli riscontrabili nella medaglia dedicata a Pietro Bembo confermando la datazione al 1537. L’esemplare di Palazzo Venezia, largamente negletto dalla critica e di cui si ignora la provenienza, si presenta in un modesto stato conservativo. Considerando il modellato poco rifinito e le misure lievemente superiori agli altri esemplari noti, è possibile che si tratti di una fusione tarda del modello celliniano (Attwood 2003, I, pp. 321-322, cat. 768).

Marco Scansani

Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025

Mediocre.

Diritto: (nel giro): «FRANCISCVS. I. FR ANCORVM. REX»;
Rovescio: (nel giro): «FORTVNAM VIRTVTE DEVICIT»; (in esergo): «.BENVENV. F.».

Bertolotti Antonino, Artisti lombardi a Roma nei secoli XV, XVI e XVII, 2 voll., Milano 1881;
Domanig Karl, Porträtmedaillen des Erzhauses Österreich von Kaiser Friedrich III. bis Kaiser Franz II: aus der Medaillensammlung des allerhöchsten Kaiserhauses, Wien 1896;
Rondot Natalis, Les médailleurs et les graveurs de monnaies, jetons et médailles en France, Paris 1904;
Mariacher Giovanni, Il ritratto di Francesco I di Tiziano per la Corte di Urbino, in «Pantheon», XXI, 1963, pp. 210-221;
Hill George Francis, Pollard Graham, Medals of the Renaissance, London 1978;
Pope-Hennessy John W., Cellini, London 1985;
Attwood Philip, Italian Medals c. 1530-1600 in British Public Collections, 2 voll., London 2003.

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