Medaglia con ritratto del cardinale Pietro Barbo/stemma Barbo
Officine di San Marco 1455
La medaglia fu la prima di una numerosa serie di opere fatte realizzare da Pietro Barbo, poi papa Paolo II, con la propria effige.
Adoperata come medaglia di fondazione, affinché la memoria del cardinale fosse ricordata dai posteri, fu rinvenuta durante i lavori di restauro di Palazzo Venezia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Modellata da un maestro delle cosiddette Officine di San Marco, le botteghe al servizio del cardinale, la medaglia reca la data del 1455 e dichiara, nella legenda del rovescio, l’inizio dei lavori per la costruzione dell’edificio.
La medaglia fu la prima di una numerosa serie di opere fatte realizzare da Pietro Barbo, poi papa Paolo II, con la propria effige.
Adoperata come medaglia di fondazione, affinché la memoria del cardinale fosse ricordata dai posteri, fu rinvenuta durante i lavori di restauro di Palazzo Venezia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Modellata da un maestro delle cosiddette Officine di San Marco, le botteghe al servizio del cardinale, la medaglia reca la data del 1455 e dichiara, nella legenda del rovescio, l’inizio dei lavori per la costruzione dell’edificio.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Attorno alla figura di Pietro Barbo (1417-1471), già quando divenne cardinale (1440), ma soprattutto quando ottenne il soglio pontificio con il nome di Paolo II (1464), si radunò un folto gruppo di artisti specializzati nella lavorazione di opere d’arte in piccolo formato: pietre incise, oreficerie e soprattutto prodotti di metallotecnica. In quelle che per convenzione si definiscono Officine del Palazzo di San Marco, altro nome di Palazzo Venezia, artisti romani, e non solo, si occupavano di gettare in metallo medaglie con i ritratti del Barbo e placchette che riproducevano la sua collezione di gemme incise (Cannata, in Rilievi e placchette 1982, pp. 16-17).
La medaglia raffigura, al diritto, il busto del cardinale, rivolto verso sinistra, con la tonsura, e lo stolone con bordo decorato a motivi floreali e chiuso da un bottone ovale, sotto il quale si intravede l’alba plissettata; al rovescio compare lo stemma Barbo con il leone rampante rivolto verso sinistra, attraversato da una banda obliqua, sormontato dal galero cardinalizio, dal quale scendono dieci nappe per lato (Hill 1930, I, p. 191, n. 737; Zaccariotto 2020, p. 114, n. 85).
Esemplari di questo tipo medaglistico, assieme a molti altri, furono rinvenuti nel 1876 nelle fondamenta di Palazzo Venezia, dove erano stati interrati all’interno di un salvadanaio (detto anche dindarolo), secondo una tradizione della quale Barbo fu attivissimo sostenitore, atta a lasciare nelle fondazioni degli edifici oggetti legati al loro committente, che ne potessero così trasmettere la memoria (Lanciani 1902, ed. 1989, pp. 68-69 e Balbi De Caro 1971 e 1973). I documenti relativi alla fabbrica ricordano che nel 1466 lo Spenditore di palazzo aveva stanziato i fondi necessari per acquistare centoventinove "bochalette", poi indicate anche come "pignatis" (pignatte) per "reponere metaglie nelli muri novi", fondi rinnovati poi nel 1470 e fino al marzo del 1471, a testimonianza di una pratica costante durante i lavori al Palazzo voluti dal pontefice (Weiss 1958, p. 74-75). Almeno sedici di questi salvadanai furono recuperati durante diverse campagne di restauro e consolidamento dell’edificio (1919 e anche 1931, in Balbi De Caro 1973) e tutti recavano al loro interno medaglie con il profilo del Barbo, sia in veste di cardinale, sia in veste di pontefice (inv. 2995 o inv. 2948).
Questo tipo medaglistico è il primo realizzato per Barbo: infatti, egli vi compare ancora in veste di cardinale di San Marco, titolo che deteneva dal primo luglio del 1440 (Modigliani 2014), e fu realizzato per celebrare l’inizio dei lavori della sua residenza cardinalizia, Palazzo Venezia, nel 1455 (come si deduce dalla legenda del rovescio).
Se non sussistono dubbi circa la datazione, ancora aperta è, invece, la questione attributiva. Questo tipo medaglistico non solo non è firmato, ma è anche piuttosto diverso da quelli che caratterizzeranno il pontificato di Paolo II e che sono stati ricondotti a Cristoforo di Geremia (inv. 3169). Il taglio del busto è piccolo, compatto, e non riempie tutto l’arco inferiore del dischetto, e anche i caratteri alfabetici sono asciutti, regolari e non graziati, differentemente da quanto si vedrà nelle medaglie successive.
Sebbene non manchino attribuzioni al medaglista papale Andrea Guazzalotti (Balbi De Caro 1973, pp. 28-29 e Modesti 2002, p. 228), è più cauto mantenere la medaglia genericamente all’interno delle Officine di San Marco, anche in virtù dell’esistenza di esemplari con identico diritto, ma rovescio raffigurante il progetto per la facciata del Palazzo, indice di una prassi tipica della creazione di medaglie, ovvero quella dell’utilizzo di modelli già esistenti per realizzare nuove combinazioni di diritti e rovesci all’interno delle botteghe (Hill 1910).
Giulia Zaccariotto
Stato di conservazione
Buono.
Stemmi emblemi e marchi
Diritto: [nel giro] «PETRVS • BARBVS VENETVS CARDINALIS S[ancti] MARCI»
Rovescio: [nel giro] «HAS • AEDES • CONDIDIT ANNO CHRISTI • M • CCCCLV»
Provenienza
Palazzo Venezia, salvadanai di fondazione.
Bibliografia
Hill George Francis, The Medals of Paul II, in «Numismatic Chronicle», s. 4, X, 1910, pp. 340-369;
Hill George Francis, A Corpus of Italian Medals of the Renaissance Before Cellini, 2 voll., London 1930;
Weiss Roberto, Un umanista veneziano. Papa Paolo II, Venezia 1958;
Balbi De Caro Silvana, Le medaglie del Museo del Palazzo di Venezia in Roma, in «Medaglia», I, 1971, 2, pp. 7-15;
Balbi De Caro Silvana, Di alcune medaglie di Paolo II rinvenute nelle mura del Palazzo di Venezia in Roma, in «Medaglia», III, 1973, 5, pp. 24-34;
Cannata, in Cannata Pietro (a cura di), Rilievi e placchette dal XV al XVIII secolo, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, febbraio-aprile 1982), Roma 1982;
Modigliani Anna, Paolo II, papa,ad vocem, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXXXI, Roma 2014;
Zaccariotto Giulia, La collezione di medaglie Mario Scaglia. Catalogo, Cinisello Balsamo 2020.