Medaglia con papa Paolo II Barbo/il pontefice riceve i fedeli
Cristoforo di Geremia 1469
Questa medaglia effigiante papa Paolo II fu realizzata dal mantovano Cristoforo di Geremia in occasione di una delle molte udienze pubbliche che il pontefice offriva ai fedeli, rappresentata sul rovescio. Essa fu probabilmente fusa nel 1469, come un’altra con il medesimo diritto, quando i tratti di Paolo II erano ormai appesantiti dall’età avanzata e dalla vita godereccia che conduceva.
Questa medaglia effigiante papa Paolo II fu realizzata dal mantovano Cristoforo di Geremia in occasione di una delle molte udienze pubbliche che il pontefice offriva ai fedeli, rappresentata sul rovescio. Essa fu probabilmente fusa nel 1469, come un’altra con il medesimo diritto, quando i tratti di Paolo II erano ormai appesantiti dall’età avanzata e dalla vita godereccia che conduceva.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
La medaglia raffigura, al diritto, il busto di Paolo II, papa dal 1464, rivolto verso sinistra, con la tonsura e il piviale con bordo decorato con due formelle, dove nella prima si distinguono i santi Pietro e Paolo stanti e affiancati, e nella seconda, più in alto, Pietro risana uno storpio, chiuso da un grande bottone figurato con la Madonna con il Bambino; il rovescio è quasi bipartito da un ampio esergo, contenente la legenda, mentre nella parte superiore si distinguono, da sinistra, un alto trono sopraelevato su un gradino decorato da festoni vegetali, sul quale è assiso un cardinale, con la testa coperta dal galero, e più in alto il pontefice, con il triregno sul capo e il braccio sinistro allungato verso un gruppo di fedeli giunto a rendergli omaggio, il primo inginocchiato a baciargli i piedi, altri stanti, in procinto di avvicinarsi e abbassarsi al suo cospetto. Sullo sfondo è visibile una quinta architettonica con colonne che reggono una trabeazione (Hill 1910, pp. 358-359; Hill 1930, p. 200, n. 776; Modesti 2002, pp. 297-298, n. 111).
Al diritto della medaglia il busto del papa, appesantito e molle, è identico a quello della medaglia del 1469 (inv. 3169), modellata da Cristoforo di Geremia (Balbi De Caro 1973, p. 28), dalla quale si differenzia solo per il bordo del piviale, più complesso, e per il prezioso bottone che lo chiude, dove si distinguono la Madonna con il Bambino.
Quella che appare al rovescio della medaglia potrebbe essere, poi, proprio la sedia gestatoria che Antonio de’ Rossi, ambasciatore del duca di Milano, notò durante uno dei trasporti pubblici del pontefice, segnalando con stupore che era così ricca e sontuosa da essere costata più di un palazzo e che il Barbo ostentava "li modi e la pompa intollerabile" (Fumi 1911, p. 119).
La scena rappresentata fa riferimento a una delle molte udienze pubbliche concesse dal papa al popolo romano ed è possibile che alcuni esemplari della medaglia fossero distribuiti ai fedeli in queste occasioni con la funzione di oggetti devozionali in ricordo dell’evento (Buonanni 1699, pp. 75-76, n. VI); altri esemplari, invece, furono rinvenuti già dal 1876 nei salvadanai di fondazioni di Palazzo Venezia assieme agli altri tipi medaglistici fatti realizzare dal papa (Balbi De Caro 1973, p. 25).
La stessa medaglia è nota anche con differenti legende del rovescio: "CONSISTORIVM PVBLICVM", in riferimento ai concistori tenuti da Paolo II (Zaccariotto 2020, p. 117, n. 89) e "SACER SENATVS", forse per celebrare una particolare udienza pubblica tenuta dal collegio cardinalizio (Modesti 2002, pp. 302-302, n. 113).
Cristoforo di Geremia, figlio di un orafo, nacque a Mantova attorno al 1410 e si trasferì a Roma nel 1456, prima presso il cardinale Ludovico Scarampi Mezzarota, poi presso il conterraneo Ludovico Gonzaga. Dal 1465 fu al servizio di papa Paolo II Barbo per il quale non solo realizzò numerose medaglie, firmandone alcune, ma restaurò anche la statua bronzea di Marc’Aurelio, in occasione del soggiorno romano dell’imperatore Federico III nel 1468. Morì a Roma nel 1476 (Pirzio Biroli Stefanelli 1985).
Giulia Zaccariotto
Stato di conservazione
Buono.
Iscrizioni
Diritto: [nel giro, entro bordo perlinato] «PAVLVS • II • VENETVS • • PONT[ifex] • MAX[imus] •»;
Rovescio: [entro bordo perlinato, in esergo] «• AVDIENTIA • PVBLICA • / • PONT[ifex] • MAX[imus]».
Provenienza
Acquisto da Scipione Buonfili, 1920;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1920.
Bibliografia
Buonanni Filippo, Numismata Pontificum Romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum MDCXCIX vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere, Romae 1699;
Hill George Francis, The Medals of Paul II, in «Numismatic Chronicle», s. 4, X, 1910, pp. 340-369;
Fumi Luigi, Eretici in Boemia e fraticelli in Roma nel 1466, in «Archivio della Regia Società romana di storia patria», XXXIV, 1911, pp. 117-130;
Hill George Francis, A Corpus of Italian Medals of the Renaissance before Cellini, 2 voll., London 1930;
Weiss Roberto, Un umanista veneziano. Papa Paolo II, Venezia 1958;
Balbi De Caro Silvana, Le medaglie del Museo del Palazzo di Venezia in Roma, in «Medaglia», 1, 1971, 2, pp. 7-15;
Balbi De Caro Silvana, Di alcune medaglie di Paolo II rinvenute nelle mura del Palazzo di Venezia in Roma, in «Medaglia», III, 1973, 5, pp. 24-34;
Pirzio Birolli Stefanelli Lucia, Cristoforo di Geremia, ad vocem, in Dizionario Biografico degli Italiani, XXXI, Roma 1985;
Modesti Adolfo, Corpus numismatum omnium Romanorum Pontificum. I. Da San Pietro (42-67) a Adriano VI (1522-1523), Roma 2002;
Cannata Pietro, Cultura e nostalgia dell’antico: collezioni e raccolte di bronzi al Palazzo di Venezia, in Cannata Pietro (a cura di), Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. Sculture in bronzo, Roma 2011, pp. 15-30;
Zaccariotto Giulia, La collezione di medaglie Mario Scaglia. Catalogo, Cinisello Balsamo 2020.