Medaglia con papa Paolo II Barbo in concistoro/Giudizio Universale
Emiliano Orfini 1466-1467
La medaglia di grande modulo rappresenta al diritto un concistoro di papa Paolo II, mentre al rovescio il Giudizio Universale. Fusa dall’incisore pontificio Emiliano Orfini e realizzata tramite una tecnica particolare che prevedeva l’incisione di una tenaglia (in negativo) per ottenere modelli in cera (in positivo) da fondere, la medaglia celebra probabilmente il concistoro del 23 dicembre 1466, quando il papa scomunicò per eresia il re di Boemia Giorgio di Poděbrady.
La medaglia di grande modulo rappresenta al diritto un concistoro di papa Paolo II, mentre al rovescio il Giudizio Universale. Fusa dall’incisore pontificio Emiliano Orfini e realizzata tramite una tecnica particolare che prevedeva l’incisione di una tenaglia (in negativo) per ottenere modelli in cera (in positivo) da fondere, la medaglia celebra probabilmente il concistoro del 23 dicembre 1466, quando il papa scomunicò per eresia il re di Boemia Giorgio di Poděbrady.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Questa grande medaglia raffigura, al diritto, Paolo II Barbo, papa dal 1464, mentre presiede un concistoro. Il pontefice, con il triregno dalle lunghe infule calzato sulla testa e un ampio piviale chiuso sul petto da un bottone gemmato, siede su un alto trono terminante in un arco a tutto sesto, completato da una conchiglia e da due putti alati che reggono un festone. Ai suoi lati si contano dodici cardinali, dotati di galero e, dietro questi, file di astanti osservano la scena, mentre di fronte al papa si assiepa una folla di religiosi, chiusa in primo piano da due paggi che tengono lo scudo Barbo, con il leone rampante rivolto verso sinistra, attraversato da una banda obliqua, e coronato dalle chiavi decussate sormontate dalla tiara. Al rovescio, invece, è rappresentata una scena di Giudizio Universale, con Cristo in mandorla assiso in cielo e circondato da schiere di angeli, più in basso i Dottori della Chiesa, la Madonna e san Giovanni Battista ai lati di un altare sul quale si ergono i simboli della passione. Infine, i morti che risorgono al suono delle trombe degli angeli. Il concistoro per il quale fu realizzata la medaglia fu probabilmente quello tenutosi il 23 dicembre del 1466, quando Paolo II scomunicò Giorgio di Poděbrady, re di Boemia, accusato di eresia e allora a capo del movimento di riforma religiosa noto come ussitismo (Buonanni 1699, pp. 76-81, n. VII; Modesti 2002, pp. 265-266, n. 95). Paolo II indisse, però, un altro concistoro nella primavera dell’anno successivo e pertanto non è possibile stabilire con certezza per quale occasione fu creata la medaglia, che è quindi cauto datare tra la fine del 1466 e l’inizio del 1467 (Pollard, Luciano 2007, I, pp. 264-265, n. 245).
Sebbene sia stato inizialmente attribuito all’incisore Andrea di Niccolò da Viterbo (Hill 1930, I, pp. 201-202, n. 775), il modello per questa medaglia è stato correttamente ricondotto all’artista umbro Emiliano Orfini, sulla base del confronto stilistico con alcune monete da lui siglate quando aveva ottenuto l’appalto della zecca pontificia e per il papa realizzava sia la valuta corrente, sia i sigilli da bolla (Weiss 1958, pp. 58-59). Infine, per spiegare la ricca composizione dei due lati della medaglia, molto più complessa di quanto Orfini era solito fare per monete e sigilli (inv. 12431), è stato proposto un confronto con una miniatura di Jean Fouquet databile a circa un decennio prima della medaglia, durante il soggiorno del pittore francese a Roma alla corte di papa Eugenio IV, e ora conservata al Musée Condé di Chantilly (Waldman 1992). La medesima impostazione della scena, fitta di astanti impostati su diagonali, lascia supporre che l’incisore di Foligno abbia effettivamente avuto accesso alla miniatura francese.
Nato a Foligno da una famiglia di orefici e stampatori, Emiliano Orfini operò come zecchiere papale a Spoleto prima di spostarsi a Roma, dove è documentato almeno dal 1464 e dove ottenne l’appalto della zecca pontificia dal 1471 per almeno un lustro. Oltre a occuparsi di incisione di conii e sigilli per il pontefice, Orfini produceva anche caratteri mobili per la stampa, e si conservano ancora diversi incunaboli che recano il suo nome (Scapecchi 2013).
Un acceso dibattito si è, infine, tenuto sulla tecnica di realizzazione di questa medaglia. Originariamente ritenuta coniata, sulla base del sottilissimo e netto rilievo, privo di sottosquadri, tipico delle monete battute al conio, è stata anche riconosciuta, nelle sue versioni in oro zecchino, come multiplo dei venti ducati papali (Weiss 1961, p. 12, nota 4). Recentemente, però, grazie a un minuzioso studio tecnico, la medaglia è stata ricondotta alla tecnica della fusione, spiegando il bassissimo rilievo grazie alla modalità di lavoro di Orfini che, in quanto incisore di sigilli, avrebbe prodotto uno stampo a tenaglia, in negativo, dal quale ottenere positivi in cera da gettare poi in metallo (Villani 2020).
Giulia Zaccariotto
Stato di conservazione
Buono.
Iscrizioni
Diritto: [nel giro, entro doppio bordo liscio] «[croce] SACRVM • PVBLICVM • APOSTOLICVM [stemma Barbo] CONCISTORIVM • PAVLVS • VENETV[s] • P[a]P[a] • II •»;
Rovescio: [nel giro, entro doppio bordo liscio] «[croce] IVSTVS • ES • DOMINE • ET • RECTVM • IVDICIVM • TVVM • MISERERE • NOSTRI • DO[mine] • MISERERE • NOSTRI».
Provenienza
1975: acquisto del Ministero, da P&P Santamaria.
Bibliografia
Buonanni Filippo, Numismata Pontificum Romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum MDCXCIX vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere, Romae 1699;
Hill George Francis, A Corpus of Italian Medals of the Renaissance before Cellini, 2 voll., London 1930;
Weiss Roberto, Un umanista veneziano. Papa Paolo II, Venezia 1958;
Weiss Roberto, The Medals of Pope Sixtus IV (1471-1484), Roma 1961;
Balbi De Caro Silvana, Le medaglie del Museo del Palazzo di Venezia in Roma, in «Medaglia», I, 1971, 2, pp. 7-15;
Waldman Louis Alexander, A Medal of Paul II after a Design by Fouquet, in «The Medal», 1992, 21, pp. 3-15;
Modesti Adolfo, Corpus numismatum omnium Romanorum Pontificum. I. Da San Pietro (42-67) a Adriano VI (1522-1523), Roma 2002;
Pollard John Graham, Luciano Eleonora, Renaissance Medals, 2 voll., Washington DC 2007;
Scapecchi Piero, Emiliano Orfini, ad vocem, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXXIX, Roma 2013.
Villani Rosa Maria, La medaglia di Paolo II in concistoro: ipotesi di tecnica esecutiva, in Simonato Lucia (a cura di), La collezione di medaglie Mario Scaglia. Esercizi di lettura, Bologna-Cinisello Balsamo 2020, pp. 192-193, n. 2;
Zaccariotto Giulia, La collezione di medaglie Mario Scaglia.II. Catalogo, Bologna-Cinisello Balsamo 2020, p. 119, n. 92.