Medaglia con Faustina Maggiore/Antonino Pio e Faustina si stringono le mani

Antonio Averlino detto Filarete 1445

Questa medaglia raffigura Faustina Maggiore, moglie dell’imperatore romano Antonino Pio, che con lei è rappresentato al rovescio, in una scena che allude al patto matrimoniale. La medaglia fu modellata dal fiorentino Antonio Averlino detto Filarete e rientra in quella produzione rinascimentale di oggetti ispirati alle antichità classiche che ebbe grande successo tra i collezionisti eruditi attorno alla metà del Quattrocento. Faustina Maggiore fu tra i personaggi femminili maggiormente rappresentati, perché emblema di rettitudine e fedeltà coniugale.

Questa medaglia raffigura Faustina Maggiore, moglie dell’imperatore romano Antonino Pio, che con lei è rappresentato al rovescio, in una scena che allude al patto matrimoniale. La medaglia fu modellata dal fiorentino Antonio Averlino detto Filarete e rientra in quella produzione rinascimentale di oggetti ispirati alle antichità classiche che ebbe grande successo tra i collezionisti eruditi attorno alla metà del Quattrocento. Faustina Maggiore fu tra i personaggi femminili maggiormente rappresentati, perché emblema di rettitudine e fedeltà coniugale.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Medaglia con Faustina Maggiore/Antonino Pio e Faustina si stringono le mani Autore: Antonio Averlino detto Filarete Data oggetto: 1445 Materiale: Bronzo Tecnica: Fusione Dimensioni: diametro 11,1 cm
Tipologia: Medaglie Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: Senza numero di inventario Altri numeri Cat. Biblioteca Casanatense 2936; Nummophylaceum Casanatense inv. n. 19

La medaglia raffigura, al diritto, il busto di Faustina Maggiore rivolto verso destra. L’imperatrice romana mostra una complessa acconciatura realizzata mediante trecce che raccolgono i capelli sopra la testa in un’alta crocchia (particolarmente rifinita e lavorata a bulino, a freddo, in questo esemplare), mentre tra la fronte e l’orecchio, parzialmente coperto, i capelli sono modellati in forma di sinuose onde. Porta una veste all’antica trattenuta sulla spalla destra da una bulla (che negli esemplari meglio conservati della medaglia si vede essere in forma di gemma ovale con quattro petali, Zaccariotto 2020, pp. 106-107, n. 78). Sotto la veste si intravede una manica con la stoffa lavorata a traforo e alcuni bottoncini. Al rovescio, la stessa Faustina è seduta su una sella pieghevole, simile a una sella castrensis, e con entrambe le mani tiene la destra di Antonino Pio, seduto di fronte a lei, che la guarda. Mentre Faustina indossa una veste drappeggiata, lunga fino ai piedi e stretta sotto il seno da una cintura, l’imperatore porta un’armatura composta da gonnellino dotato di pterigi, lorica muscolata, spallaccio in forma di girale d’acanto con fettucce, e lungo mantello fermato sul ventre da un legaccio annodato. La cura filologica di tali dettagli testimonia l'accanito esercizio di Filarete (1400 circa-1469) sulla scultura e la medaglistica antiche. Anna Galeria Faustina, nota come Faustina Maggiore (per distinguerla da sua figlia, Faustina Minore), fu la moglie dell’imperatore Antonino Pio e per questo divenne Augusta dell’Impero Romano tra il 138 d.C., data dell’ottenimento del titolo imperiale da parte del marito, e il 140, quando ella morì piuttosto giovane (era nata infatti nel 104). Alla sua morte Antonino Pio la divinizzò tributandole grandi onori. Il suo volto ci è noto perché coniato sui denari d’oro del regno del marito, nei quali Faustina compare di profilo, con l’elaborata acconciatura decorata anche da perle e la veste fermata sulla spalla destra, elementi che proprio dalla moneta antica furono tratti per realizzare questa grande medaglia rinascimentale.
La scena al rovescio rappresenta le nozze tra Faustina e Antonino Pio, quando i coniugi si strinsero la mano, guardandosi negli occhi, per consolidare il patto matrimoniale (Pollard, Luciano 2007, I, pp. 248-249, n. 229). Nel 1930 George Francis Hill collocò questa medaglia, e alcune altre affini raffiguranti personaggi della Roma antica, sotto l’etichetta di Maestro degli imperatori romani (Hill 1930, I, pp. 186-187) e l’autore fu identificato nel fiorentino Antonio Averlino detto Filarete solo negli anni settanta, quando le medaglie furono confrontate sia con un ovale in bronzo raffigurante l’autoritratto del maestro (Londra, Victoria & Albert Museum, inv. 194-1866), sia con la porta bronzea centrale della basilica di San Pietro, a Roma, da lui conclusa nel 1445 (Seymour 1973). Questa mostra stringenti affinità con i medaglioni effigianti personaggi antichi eseguiti da Filarete: nei caratteri alfabetici, incerti, non particolarmente curati e disposti nello spazio senza una precisa gestione dei pieni e dei vuoti (così come si nota nel giro sia al diritto, sia al rovescio della medaglia), ma anche in alcune figure che risultano simili, come quella di Nerone seduto sulla sella curule in armatura, simile all’Antonino Pio al rovescio della medaglia (Spencer 1979). La porta presenta anche diverse teste all’antica di profilo racchiuse entro girali di foglie d’acanto: quella di un giovane imperatore laureato è quasi identica ad Antonino Pio, mentre una Faustina Maggiore è chiaramente identificabile grazie all’acconciatura e quasi sovrapponibile al profilo su questa medaglia. Formatosi nella bottega di Lorenzo Ghiberti, Filarete si trasferì prima a Roma, al servizio di Eugenio IV, che gli affidò la commissione per le porte bronzee della basilica di San Pietro, poi a Milano, dove servì gli Sforza come architetto. A questo periodo si ascrive anche il Trattato di Architettura, un dialogo costruito con testo e immagini, nel quale si disquisisce di Sforzinda, una città ideale in forma di stella (Romanini 1962; Filarete 1972). Attorno alla metà del Quattrocento la febbre antiquaria portò gli artisti a realizzare oggetti ispirati alle antichità classiche così ambite dai collezionisti, e una figura che ebbe grande fortuna fu proprio quella di Faustina Maggiore, emblema di rettitudine e fedeltà coniugale (Collareta 2008).
Questo esemplare della medaglia fusa da Filarete è parte di un nucleo di opere, principalmente medaglie moderne e sigilli, appartenenti alla Biblioteca Casanatense di Roma e in deposito presso Palazzo Venezia dal 1930. La collezione numismatico-medaglistica della biblioteca istituita dal cardinale Girolamo Casanate, che affiancava le raccolte di libri, disegni e stampe, era stata un’aggiunta di pieno Settecento promossa da Giovanni Battista Audiffredi (il prefetto domenicano che resse l’ente dopo il fondatore), con l’intento di ampliare i materiali da conservare per sostanziare con oggetti reali la storia antica che nei libri era raccontata (Cavarra 2021, pp. 44-45). Fu Luigi De Gregori, direttore della biblioteca ai primi del Novecento, a cedere le monete antiche a Secondina Lorenza Cesano, allora conservatrice del medagliere del Museo Nazionale Romano (anche se per un errore le cassettiere rimasero nella loro sede di origine), e un gruppo di medaglie rinascimentali e barocche al nascente museo di Palazzo Venezia, dove ancora oggi si trova parte della raccolta medaglistica (Mori 1981, p. 41; Pennestrì 2021 pp. 59-63 e, per la medaglia, p. 122, n. 2).

Giulia Zaccariotto 

Buono. Normali segni dell'usura del bronzo.

Diritto: [nel giro] «DIVA AVGVSTA DIVAE FAVSTINA»;
Rovescio: [nel giro] «DIVA FAVSTINA DIV[U]S ANTONINVS [in esergo] S[ENATUM] C[ONSULTUM]».

Biblioteca Casanatense (in deposito presso Palazzo Venezia dal 1930).

Hill George Francis, A Corpus of Italian Medals of the Renaissance before Cellini, 2 voll., London 1930, I, pp. 186-187;
Romanini Angiola Maria, Averlino, Antonio detto Filarete, ad vocem, in Dizionario Biografico degli Italiani, 4, Roma 1962;
Averlino Antonio, detto Filarete, Trattato di architettura, Finoli Anna Maria, Grassi Liliana (a cura di), Milano 1972;
Seymour Charles Jr., Some Reflections on Filarete’s Use of Antique Visual Sources, in «Arte Lombarda», 38/39, 1973, pp. 36-47;
Spencer John Richard, Filarete, the Medallist of the Roman Emperors, in «The Art Bulletin», 61, 1979, pp. 550-561;
Virgilio Mori, La Biblioteca Casanatense al tempo dell’Audiffredi e la dispersione del suo piccolo Museo, in «Accademie e Biblioteche d’Italia», 55, 1987, pp. 27-41;
Pollard John Graham, Luciano Eleonora, Renaissance Medals, 2 voll., Washington DC 2007, I, pp. 248-249, n. 229;
Collareta Marco, Diva Faustina: una donna, una pettinatura, in Trevisani Filippo, Gasparotto Davide (a cura di), Bonacolsi l’Antico. Uno scultore nella Mantova di Andrea Mantegna e di Isabella d’Este, catalogo della mostra (Mantova, Palazzo Ducale, 13 settembre 2008-6 gennaio 2009), Milano 2008, pp. 82-87;
Hub Berthold, Filarete’s Self-portrait Medal of c. 1460: Promoting the Renaissance Architect, in «The Medal», 66, 2015, pp. 50-60;
Smolucha-Sladkowska Agnieszka, Some Notes on Medals of Marcus Croto and Crescentius, in «The Medal», 72, 2018, pp. 4-17;
Zaccariotto Giulia, La collezione di medaglie Mario Scaglia. II. Catalogo, Bologna-Cinisello Balsamo 2020, pp. 106-107, n. 78;
Cavarra Angela Adriana, La Biblioteca Casanatense e il suo museo svelato: formazione delle collezioni, in Pennestrì Serafina (a cura di), Rischiarare il vero, rilevare il bello. Storie e modelli di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, Roma 2021 (Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Serie Medaglieri Italiani, n. 15), pp. 21-57;
Pennestrì Serafina, Dalla biblioteca al museo. Il Nummophylaceum Casanatense e l’eredità di Giovanni Battista Audifreddi, in Pennestrì Serafina (a cura di), Rischiarare il vero, rilevare il bello. Storie e modelli di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, Roma 2021 (Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Serie Medaglieri Italiani, n. 15), pp. 58-79.

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