Mazzapicchio o azza

Manifattura veneziana 1490-1520

Particolarmente adatto per le battaglie navali, perché utile per agganciare e tagliare il sartiame delle navi nemiche, il mazzapicchio, o azza, era un’arma da combattimento dotata di scure tagliente, cuspide e becco di falco. Questo esemplare di raffinata fattura è interamente percorso da decorazioni (a incisione e doratura), nonché da uno stemma araldico che ne dichiarava la proprietà.

Particolarmente adatto per le battaglie navali, perché utile per agganciare e tagliare il sartiame delle navi nemiche, il mazzapicchio, o azza, era un’arma da combattimento dotata di scure tagliente, cuspide e becco di falco. Questo esemplare di raffinata fattura è interamente percorso da decorazioni (a incisione e doratura), nonché da uno stemma araldico che ne dichiarava la proprietà.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Mazzapicchio o azza Ambito Manifattura veneziana Data oggetto: 1490-1520 Materiale: Legno, Ferro, Oro, Rame Tecnica: Forgiatura Dimensioni: altezza 204 cm; larghezza 24,5 cm; spessore 3 cm
Tipologia: Armi Acquisizione: 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 11731

Il mazzapicchio è composto da una lunga asta in legno decorata da borchie di rame stampate in forma di stella a otto punte, alla quale è fissata la parte metallica, comprendente una tagliente scure a mezzaluna con bordi interni sagomati, dalla quale sale una cuspide a ferro di lancia di forma romboidale e con un nodo, in basso, percorso da linee diagonali. Alla scure è contrapposto uno spesso dente a becco di falco di sezione triangolare (di Carpegna 1969, p. 62, n. 368; di Carpegna 1976, p. 62). Fatta eccezione per la parte più alta della cuspide, tutta la parte metallica è incisa e dorata: sul dente si distingue, tra motivi vegetali e scudi, un tondo con una testa di profilo all’antica, completata ai lati dalle lettere "SC", a imitazione delle monete romane. Sulla scure, invece, tra girali di foglie d’acanto, è inciso un grande stemma araldico, incluso in un clipeo e corredato da un nastro arricciato attorno allo scudo. Esso è bipartito: palato di tre pezzi nella metà sinistra e recante una mano che regge un ramo di quercia nella metà destra. Il capo presenta al centro un giglio di Francia.
Il mazzapicchio è un’arma bianca inastata esistente già nel Medioevo che presenta tre diverse punte e lame, adatte a colpire, tagliare e arpionare. Simile all’azza, e detta anche "bec de faucon" (becco di falcone), o scure d’armi, quest’arma bianca si sviluppò particolarmente dal Quattrocento, quando i maestri armaioli riuscirono progressivamente ad alleggerirla e renderla più maneggevole, ma risultò sempre micidiale sul campo di battaglia (Waldman 2005, pp. 155-164; Oakeshott 2012, pp. 49-51).
Questa tipologia di arma era frequentemente utilizzata sulle galee veneziane, perché adatta ad agganciare e tagliare il sartiame delle navi nemiche, e molti esemplari, recanti il leone marciano inciso, sono conservati nell’armeria di Palazzo Ducale di Venezia (Scalini 2018), al Metropolitan Museum di New York (Grancsay 1955, p. 19, n. 55) e alla Wallace Collection di Londra (Mann 1962, p. 457).
La mancanza della marca dell’armaiolo e l'impossibilità di ricondurre lo stemma araldico a una precisa famiglia non permettono di attribuire puntualmente questo mazzapicchio a una o a un’altra bottega e l’arma può solo, cautamente, essere avvicinata alle maestranze veneziane che ne produssero svariate negli anni a cavallo tra XV e XVI secolo (Scalini 2018, p. 234, n. VIII.9).
Dell’arma sono fortunatamente noti almeno due passaggi collezionistici prima dell’acquisto da parte di Ladislao Odescalchi (1846-1922), nella cui raccolta il mazzapicchio arrivò nel 1897, dopo essere transitato per le dimore di Richard Zschille (del quale molti altri pezzi sono ora al Cleveland Museum of Art) e di Charles Alexander, barone de Cosson (Cripps Day 1925, p. 107; Barberini 2007).

Giulia Zaccariotto

Buono.

Sul becco, ai lati di una testa di profilo in un tondo «S[enatus] C[onsultum]»; sulla scure uno stemma araldico.

Collezione de Cosson (Christie 1893, n. 142); 
Collezione Richard Zschille (Christie 1897, n. 335);
Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 441);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Belle e terribili. La collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, 18 dicembre 2002-23 marzo 2002;
Gardone Val Trompia, Museo delle Armi, Armi antiche a Gardone, 29 settembre 2007-29 febbraio 2008;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.

Christie, Mason & Wood, Armour and Arms, London 1893;
Christie, Mason & Wood, Catalogue of the Collection of Armour and Arms and Hunting Equipments of Herr Richard Zchille, London 1897;
Cripps Day Francis Henry, A Record of Armour Sales (1881-1924), London 1925;
Grancsay Stephen Vincent, Loan Exhibition of Mediaeval and Renaissance Arms and Armor from the Metropolitan Museum of Art, catalogo della mostra (Washington,Washington County Museum of Fine Arts, 27 febbraio-31 marzo 1955), Hagerstown 1955;
Mann James Gow, European Arms and Armour. Wallace Collection catalogues, 2 voll., London 1962;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 62, n. 368;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Belle e terribili. La collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 18 dicembre 2002-23 marzo 2002), Roma 2002, p. 36;
Waldman John, Hafted Weapons in Medieval and Renaissance Europe: The Evolution of European Staff Weapons between 1200 and 1650, Leiden 2005;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Calamandrei Cesare (a cura di), Armi antiche a Gardone. Mostra inaugurale del Museo delle Armi e della Tradizione Armiera di Gardone Val di Trompia, catalogo della mostra (Gardone Val Trompia, Museo delle Armi, 29 settembre 2007-29 febbraio 2008), Brescia 2007, p. 175, n. 90;
Oakeshott Ewert, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 234, n. VIII.9.

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