Mazza da guerra

Manifattura italiana Prima metà del XIV secolo

In mostra presso Palazzo Venezia

Mazza in ferro di quattro coste, leggermente ricurve e allargate verso il sommo, prolungate fino all'impugnatura tonda terminante con un bottone sferico. Sul sommo è applicata un'appendice quadrangolare di modulo piccolo.

Mazza in ferro di quattro coste, leggermente ricurve e allargate verso il sommo, prolungate fino all'impugnatura tonda terminante con un bottone sferico. Sul sommo è applicata un'appendice quadrangolare di modulo piccolo.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Mazza da guerra Ambito Manifattura italiana Data oggetto: Prima metà del XIV secolo Materiale: Ferro Tecnica: Forgiatura Dimensioni: larghezza 4 cm; spessore 4 cm; peso 1350 g
Tipologia: Armi Acquisizione: 30 giugno 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 11959 Altri numeri Odescalchi n. 669

Mazza in ferro di quattro coste poste in croce, leggermente ricurve e allargate verso il sommo, prolungate fino all'impugnatura a sezione tonda terminante con un bottone sferico. Sul sommo è applicata un'appendice a tronchetto di piramide quadra sgusciata e rovesciata di modulo piccolo. Nolfo di Carpegna segnala che questa mazza probabilmente costituisce l'unico esemplare giunto a noi di una tipologia di arma da botta usata esclusivamente in Italia. Essa è riconducibile all'area italica in virtù delle testimonianze iconografiche, tra tutte la mazza brandita dall'allegoria della Fortezza nella Cappella degli Scrovegni di Padova (1303-1305) e quella rappresentata tra le mani di un guerriero nella predella di Giovanni di Bartolomeo Cristiani (1367-1398 circa) oggi al Metropolitan Museum di New York (12.41.1) con santa Lucia dinanzi al prefetto Pascario. Un'ulteriore e significativa testimonianza iconografica è tradita dagli affreschi di Sant'Abbondio a Como (di Carpegna 1969). A questi confronti si aggiungono quelli richiamati da Boccia, Coelho (1975, fig. 38) che pertengono una miniatura proveniente da un codice bolognese (databile tra il 1320 e il 1330) oggi conservato a Firenze alla Biblioteca Riccardiana e la lastra tombale di Colaccio Beccadelli (1341) di Bettino da Bologna nella chiesa dei Santi Nicola e Domenico a Imola (Boccia, Coelho 1975, p. 329) sebbene quest'ultima tipologia sia stata ricondotta all'area bizantina da Scalini (2007, p. 121). Boccia, Coelho (1975) associano inoltre la nostra mazza a quella, più complessa, rappresentata sulla terza tavola per Il martirio di san Sebastiano (1367) di Nicoletto Semitecolo presso il duomo di Padova (1367).

Chiara Paniccia

Discreto.

Perugia, Collezione Cappelli;
acquisita poi nella Collezione Odescalchi.

Roma,  Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo di Palazzo Venezia, Belle e terribili. La Collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, 18 dicembre 2002-23 marzo 2003;
Roma, Castel Sant'Angelo; Palazzo Venezia, Armi e potere nell'Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.

di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), Roma 1969, p. 59;
Boccia Lionello, Coelho Eduardo, Armi bianche italiane, Milano 1975, p. 329;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Belle e terribili. La Collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, catalogo della mostra (Roma, Museo di Palazzo Venezia, 18 dicembre 2002-23 marzo 2003), Roma 2002, p. 13;
Scalini Mario, Maestro ignoto, Costantinopoli o Bologna (?). Testa di mazza, in Scalini Mario (a cura di), A bon droyt. Spade di uomini liberi, cavalieri e santi. Epées d'hommes libres, chevaliers et saints, catalogo della mostra (Aosta, Museo Archeologico Nazionale, 29 giugno-4 novembre 2007), Cinisello Balsamo 2007, p. 121, 16;
Scalini Mario, Mazza da guerra, in Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell'Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Castel Sant'Angelo; Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), Cinisello Balsamo 2018, p. 52, I.6.

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