Mazza da guerra
Manifattura italiana Prima metà del XIV secolo
Mazza in ferro di quattro coste, leggermente ricurve e allargate verso il sommo, prolungate fino all'impugnatura tonda terminante con un bottone sferico. Sul sommo è applicata un'appendice quadrangolare di modulo piccolo.
Mazza in ferro di quattro coste, leggermente ricurve e allargate verso il sommo, prolungate fino all'impugnatura tonda terminante con un bottone sferico. Sul sommo è applicata un'appendice quadrangolare di modulo piccolo.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Mazza in ferro di quattro coste poste in croce, leggermente ricurve e allargate verso il sommo, prolungate fino all'impugnatura a sezione tonda terminante con un bottone sferico. Sul sommo è applicata un'appendice a tronchetto di piramide quadra sgusciata e rovesciata di modulo piccolo. Nolfo di Carpegna segnala che questa mazza probabilmente costituisce l'unico esemplare giunto a noi di una tipologia di arma da botta usata esclusivamente in Italia. Essa è riconducibile all'area italica in virtù delle testimonianze iconografiche, tra tutte la mazza brandita dall'allegoria della Fortezza nella Cappella degli Scrovegni di Padova (1303-1305) e quella rappresentata tra le mani di un guerriero nella predella di Giovanni di Bartolomeo Cristiani (1367-1398 circa) oggi al Metropolitan Museum di New York (12.41.1) con santa Lucia dinanzi al prefetto Pascario. Un'ulteriore e significativa testimonianza iconografica è tradita dagli affreschi di Sant'Abbondio a Como (di Carpegna 1969). A questi confronti si aggiungono quelli richiamati da Boccia, Coelho (1975, fig. 38) che pertengono una miniatura proveniente da un codice bolognese (databile tra il 1320 e il 1330) oggi conservato a Firenze alla Biblioteca Riccardiana e la lastra tombale di Colaccio Beccadelli (1341) di Bettino da Bologna nella chiesa dei Santi Nicola e Domenico a Imola (Boccia, Coelho 1975, p. 329) sebbene quest'ultima tipologia sia stata ricondotta all'area bizantina da Scalini (2007, p. 121). Boccia, Coelho (1975) associano inoltre la nostra mazza a quella, più complessa, rappresentata sulla terza tavola per Il martirio di san Sebastiano (1367) di Nicoletto Semitecolo presso il duomo di Padova (1367).
Chiara Paniccia
Stato di conservazione
Discreto.
Provenienza
Perugia, Collezione Cappelli;
acquisita poi nella Collezione Odescalchi.
Esposizioni
Roma, Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo di Palazzo Venezia, Belle e terribili. La Collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, 18 dicembre 2002-23 marzo 2003;
Roma, Castel Sant'Angelo; Palazzo Venezia, Armi e potere nell'Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.
Bibliografia
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), Roma 1969, p. 59;
Boccia Lionello, Coelho Eduardo, Armi bianche italiane, Milano 1975, p. 329;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Belle e terribili. La Collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco, catalogo della mostra (Roma, Museo di Palazzo Venezia, 18 dicembre 2002-23 marzo 2003), Roma 2002, p. 13;
Scalini Mario, Maestro ignoto, Costantinopoli o Bologna (?). Testa di mazza, in Scalini Mario (a cura di), A bon droyt. Spade di uomini liberi, cavalieri e santi. Epées d'hommes libres, chevaliers et saints, catalogo della mostra (Aosta, Museo Archeologico Nazionale, 29 giugno-4 novembre 2007), Cinisello Balsamo 2007, p. 121, 16;
Scalini Mario, Mazza da guerra, in Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell'Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Castel Sant'Angelo; Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), Cinisello Balsamo 2018, p. 52, I.6.