Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria, un santo vescovo e un santo diacono
Maestro dell'Incoronazione Christ Church Anni settanta del XIV secolo
Dipinto a tempera su tavola raffigurante il Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria tra un santo vescovo e un santo diacono. La tavola ha una forma cuspidata ed è incorniciata da una cornice in legno dorato di foggia recente. Lo stato di conservazione è discreto, si notano abrasioni, lacune ed estese reintegrazioni a tratteggio. La pellicola pittorica è in parte offuscata da depositi coerenti e incoerenti e in tutta la superficie è evidente la crettatura.
Dipinto a tempera su tavola raffigurante il Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria tra un santo vescovo e un santo diacono. La tavola ha una forma cuspidata ed è incorniciata da una cornice in legno dorato di foggia recente. Lo stato di conservazione è discreto, si notano abrasioni, lacune ed estese reintegrazioni a tratteggio. La pellicola pittorica è in parte offuscata da depositi coerenti e incoerenti e in tutta la superficie è evidente la crettatura.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
La tavola ha una forma rettangolare, leggermente più sviluppata in altezza, con terminazione cuspidata.
Al centro vi è raffigurato il soggetto principale, ovvero il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria. I protagonisti sono disposti davanti a un drappo decorato con motivi geometrici sostenuto in alto, da entrambi i lati, da due angeli. A sinistra vi è la Madonna, posta leggermente di tre quarti, abbigliata con un manto blu scuro bordato in oro e una veste rossa con ampio scollo, anch’esso bordato in oro. Il capo è coperto sia dal manto sia da un impalpabile velo trasparente che scende fin sotto lo scollo della veste. Gesù, un paffuto bimbo dai ricci dorati, siede sulle ginocchia della Madre. Indossa una vesticciola gialla con scollo ampio fino alle spalle. Nella mano sinistra sembra stringere un passerotto mentre con la destra infila l’anello nell’anulare destro di santa Caterina, la cui mano è presentata al Bambino dalla Vergine. La martire d’Alessandria, in ginocchio davanti ai due sacri personaggi, è abbigliata come una ricca principessa alla moda: una corona sul capo e una veste con un'ampia scollatura e soppannata di vaio. Ai due lati dei protagonisti del Matrimonio vi sono un santo vescovo, a sinistra, e un santo diacono, a destra. Per entrambi non sono presenti attributi iconografici specifici che possano aiutare in un più puntuale riconoscimento.
Il dipinto non ha trovato molto spazio nella letteratura critica storico-artistica. Assente nel Catalogo dei dipinti di Palazzo Venezia di Antonino Santangelo (1947) ed etichettato genericamente come di scuola fiorentina della seconda metà del XIV secolo da Zeri (1955, p. 9), fu Miklós Boskovits (1975, p. 212, nota 56) per primo ad attribuire la tavola alla mano dell’anonimo Maestro dell’Incoronazione Christ Church, la cui attività era stata ricostruita da Offner (1947, p. 249).
Maggiormente focalizzato sull’opera è il più recente contributo di Cecilia Scalella (2001, pp. 121-122).
In base al corpus di opere raccolto intorno all’anonimo pittore fiorentino, è possibile collocare la sua attività a Firenze e in Valdarno tra gli anni cinquanta e settanta del Trecento. Nelle prime opere del pittore sembra essere più forte il debito stilistico nei confronti di Bernardo Daddi, per poi invece, con l’avanzare degli anni, avvicinarsi alla bottega dell’Orcagna o degli artisti a lui prossimi come il Maestro di Barberino. Il dato di stile rivela quindi un disegno semplificato con contorni marcati, un accentuato plasticismo, pose rigide e legnose e un’austera sensibilità compositiva (Scalella 2001, pp. 117-120).
Sono tutti stilemi che ben si legano anche al Matrimonio mistico di Palazzo Venezia, che, come intuibile anche dall’analisi dei dettagli della moda delle vesti – gli scolli ampi degli abiti di santa Caterina e della Vergine – sembra collocabile cronologicamente negli anni settanta del Trecento, in contiguità con il trittico già a Fécamp nel Musée de la Bénédictine che nella cornice cinquecentesca riportava la data 1373 (Scalella 2001, p. 122).
Valentina Fraticelli
Stato di conservazione
Discreto. Si notano abrasioni, lacune ed estese reintegrazioni a tratteggio. La pellicola pittorica è in parte offuscata da depositi coerenti e incoerenti e in tutta la superficie è evidente una pronunciata crettatura.
Restauri e analisi
Le reintegrazioni pittoriche con tecnica riconoscibile e la parchettatura non originale lasciano ipotizzare un restauro avvenuto in tempi relativamente recenti, ma al momento non meglio circoscrivibile cronologicamente.
Provenienza
Dono di Benito Mussolini (dicembre 1933), come riportato nella targhetta attaccata nel retro del dipinto.
Bibliografia
Offner Richard, A Critical and Historical Corpus of Florentine Painting, III, The Fourteenth Century, V, New York 1947, p. 249;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo. 1. Dipinti, Roma 1947;
Zeri Federico (a cura di), Catalogo del Gabinetto Fotografico Nazionale. 3. I dipinti del Museo di Palazzo Venezia in Roma, Roma 1955, p. 9;
Boskovits Miklós, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento 1370-1400, Firenze 1975, p. 212, nota 56;
Scalella Cecilia, Contributi alla pittura fiorentina del secondo Trecento: il "Maestro dell’Incoronazione della Christ Church Gallery", in «Arte cristiana», 89, 2001, pp. 117-130.