Manopole

Antonio e Sebastiano Negroni detti Missaglia Ante 1496

In mostra presso Palazzo Venezia

Queste manopole erano parte di un’armatura da guerra e, in questa forma con lame snodabili, sono dette anche "a mittene". Estremamente resistenti come dispositivo di difesa, permettevano anche di articolare la mano per meglio adoperare le armi in battaglia. Recano le marche degli armaioli milanesi Antonio e Sebastiano Negroni, detti Missaglia.

Queste manopole erano parte di un’armatura da guerra e, in questa forma con lame snodabili, sono dette anche "a mittene". Estremamente resistenti come dispositivo di difesa, permettevano anche di articolare la mano per meglio adoperare le armi in battaglia. Recano le marche degli armaioli milanesi Antonio e Sebastiano Negroni, detti Missaglia.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Manopole Autore: Antonio e Sebastiano Negroni detti Missaglia Data oggetto: Ante 1496 Materiale: Ferro Tecnica: Forgiatura Dimensioni: (a) manopola destra: altezza cm 32, larghezza cm 12,3, spessore cm 15,5;
(b) manopola sinistra: altezza cm 26,6, larghezza cm 15,5; spessore cm 15,5.
Tipologia: Armi Acquisizione: 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: (a) 12003; (b) 12004

Queste manopole sono di forma semplice e funzionale. La sinistra (b), mancante delle lame paradita, è realizzata in un unico pezzo, nel quale il dorso è unito al manichino, che ha una costola centrale sulla lunghezza e tre scanalature a V. La destra (a) è completa e consta di quattro lame: il paradita terminante a punta e lavorato con tre scanalature, le due lame mobili che compongono il dorso e il manichino, come l’altro, costolato e con scanalature a V. Il paradita conserva ancora i rivetti (o ribattini) lisci, così come li conservano anche i due manichini (di Carpegna 1969, p. 24, n. 122). La manopola destra (a) presenta il segno di un colpo sul manichino, vicino allo snodo del dorso.
Le manopole in oggetto prendono anche il nome di manopole "a mittene" e risultano l’evoluzione medievale di protezioni più semplici per le mani, come i guanti in cuoio con piastre rigide, oppure i guanti in cotta di maglia. Queste protezioni in metallo composte da lame metalliche incernierate e snodabili si diffusero soprattutto nel XV secolo e rimasero in uso anche nel secolo successivo. Si trattava infatti di dispositivi molto solidi, ma che permettevano una buona mobilità della mano (Gelli 1900, pp. 226-227 e 235-236; Oakeshott 2012, pp. 85-87; La Rocca 2017, pp. 59-63)
Il paio di manopole reca le marche di fabbricazione: la sigla "AN" sormontata dalla corona indica l’armaiolo che aveva il diritto ducale di commerciare manufatti garantendo la qualità del prodotto, e che è da identificare con Antonio Missaglia (1416/1417-1496), il cui nome di famiglia era Negroni e la cui origine si colloca nella località di Ello, in provincia di Lecco (Leydi 2013). La seconda marca, "SIB" è molto più rara e identifica il figlio di Antonio, Sebastiano Missaglia (+1510/1512), che aveva probabilmente realizzato, forgiandole, queste manopole (Scalini 2018, p. 74, n. II.3). La presenza della marca di Antonio consente di datare i manufatti entro la primavera del 1496, anno della morte del capofamiglia e della cessione dell’attività ai figli Giovan Angelo e Sebastiano. Noti per la qualità dei loro prodotti, i Missaglia realizzarono armi non solo per i principali signori degli stati territoriali italiani (Este, Gonzaga, e soprattutto Sforza, dei quali divennero armaioli ufficiali), ma anche per il resto dell’Europa (Leydi 2013).
Di questi armaioli sono noti svariati altri pezzi, tra i quali una manopola molto simile a questo paio, ma con una forma ancora più essenziale, conservata al Metropolitan Museum di New York (inv. 29.158.228; Mickenberg 1985, pp. 370-371, n. 155). Affini a queste, anche le manopole già di collezione Otto von Kienbusch ora al Philadelphia Museum of Art (Breiding 2020, pp. 44-45, n. 6).
Queste manopole "a mittene" fanno parte della collezione del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Questa vasta raccolta non era un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento, guidati dal gusto personale di Odescalchi (Barberini 2007).

Giulia Zaccariotto

Buono (a); mediocre (b).

Marca «AN» coronata e doppia marca «SIB», riferibili agli armaioli Antonio e Sebastiano Missaglia.

Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, nn. 713-714);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.

Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell'amatore di armi antiche, Milano 1900, pp. 226-227; pp. 235-236;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969,  p. 24, n. 122;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Mickenberg David (a cura di), Songs of Glory. Medieval Art from 900-1500: An Exhibition, catalogo della mostra (Oklahoma City, Museum of Art, 22 gennaio-29 aprile 1965), Oklahoma City 1985;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
Leydi Silvio, Negroni da Ello, ad vocem, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXXVIII, Roma 2013;
La Rocca Donald J., How to Read European Armor, New York 2017;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 74, n. II.3;
Breiding Dirk H., Arm and Armor. Highlights from the Philadelphia Museum of Art, Philadelphia 2020.

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1400 d.C. - 1600 d.C.