Frammento di pluteo con quadrilateri a stella e alberello

Ambito romano Primo quarto del IX secolo

In mostra presso Palazzo Venezia

Frammento di pluteo marmoreo ornato da un doppio motivo a quadrilateri di nastro vimineo bisolcato intersecati a stella e tangenti, campiti da una matassa a intreccio di nastro vimineo bisolcato e da un motivo circolare, forse una rosetta rotante, separati da un alberello stilizzato a tronco divaricato, caulicoli e foglie baccellate profilate.

Frammento di pluteo marmoreo ornato da un doppio motivo a quadrilateri di nastro vimineo bisolcato intersecati a stella e tangenti, campiti da una matassa a intreccio di nastro vimineo bisolcato e da un motivo circolare, forse una rosetta rotante, separati da un alberello stilizzato a tronco divaricato, caulicoli e foglie baccellate profilate.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Frammento di pluteo con quadrilateri a stella e alberello Ambito Ambito romano Data oggetto: Primo quarto del IX secolo Materiale: Marmo bianco, Marmo, Pietra Tecnica: Bassorilievo Dimensioni: altezza 77 cm; larghezza 42,5 cm; spessore 3,4 cm
Tipologia: Sculture Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 13602

Il frammento marmoreo di pluteo, resecato a forma di cuneo in ragione del suo reimpiego, è decorato da un doppio motivo di quadrilateri di nastro vimineo bisolcato tangenti tra loro e intersecati a stella, delimitati da una cornice a denti di sega oggi fortemente abrasa, di cui si conserva un breve tratto alla base del reperto. Sulla cornice si imposta un alberello stilizzato, caratterizzato da un tronco bipartito con caulicoli e foglie baccellate profilate e digradanti ai lati di un fusto a doppia incisione parallela. La punta dell’alberello converge nel punto di tangenza tra le due losanghe, da cui procede la base di una figura a nastro bisolcato, probabilmente una palmetta o un giglio. I quadrilateri a stella sono verosimilmente campiti a sinistra da una matassa a intreccio ad angolo spezzato e a destra da un motivo circolare simile a una rosetta rotante.
I motivi ornamentali sono ben noti alla plastica altomedievale romana. La stella a otto punte rimanda a un ambito orientale, secondo modelli giustinianei attestati a Roma nel VI secolo a San Clemente e, più tardi, nella recinzione presbiteriale di Gregorio III (731-741) in San Pietro in Vaticano (Russo 1985; Guiglia Guidobaldi 2002; Ballardini 2008). Più comune in ambito romano, a partire dalla fine dell’VIII secolo, è l’associazione della stella a otto punte con la croce a volute, profilata o decorata a intreccio, attestata in una delle più antiche redazioni nel pluteo frammentario da Sant’Ippolito all’Isola Sacra presso l’antica Porto (Macchiarella 1976, fig. 280), riferito alla committenza di Leone III (795-816). Nel nostro frammento l’assenza della croce e degli apici gigliati nella stella a otto punte configura un ornato più vicino al prototipo paleocristiano e pietrino, rappresentato dal pluteo delle Grotte Vaticane (Ballardini 2008, fig. 21), con il fiore stilizzato al centro di quadrati intersecati a stella, iconografia di valore cosmologico per la rosa-Cristo, immagine di perfezione del creato (Elbern 1983).
In Santa Sabina (Trinci Cecchelli 1976, fig. 232), su un pluteo più antico di probabile reimpiego all’interno del cantiere di Eugenio II (824-827; ma sulla datazione dei pezzi altomedievali da Santa Sabina ora Roth-Rubi 2015), il motivo a stella racchiude al proprio interno una rara croce formata da un intreccio di cinque cerchi di nastro vimineo bisolcato, a cui si affiancano nodi gordiani con occhielli a ogiva e gigli, nonché palmette e alberelli, esterni e tangenti alla cornice, di forma non dissimile dal nostro esempio. La datazione proposta su base stilistica per il pluteo di Santa Sabina (Trinci Cecchelli 1976) alla seconda metà dell’VIII secolo – che retrodata quella della fine del secolo, formulata da Federico Mazzanti che rinvenne le lastre della chiesa dell’Aventino (Mazzanti 1986; Gianandrea 2011) – va posticipata per il nostro frammento almeno all’età di Leone III alla luce di altri riscontri tipologici e formali.
La cornice a denti di sega (Kautzsch 1939; Seminario 1976) compresente all’impiego del nastro vimineo bisolcato (Casartelli Novelli 1976; Roperti 2007) appartiene a quella continuità di intenti e di opere che è stata accertata tra i cantieri attivi durante i pontificati di Leone III e di Pasquale I (817-824) (Melucco Vaccaro 1999; Ballardini 2008). Anche l’alberello stilizzato a tronco divaricato e foglie incise, emblema dell’arbor vitae, trova una più convincente adesione sul piano formale all’analogo motivo presente sul pluteo più sopra ricordato da Santa Sabina (Trinci Cecchelli 1976, fig. 232), a cui possiamo affiancare gli alberelli delle più tarde lastre (Trinci Cecchelli 1976, figg. 234-236, 238; Betti 2017) attribuite alla recinzione di Eugenio II.
Nel frammento di pluteo reimpiegato e murato al rovescio in Santa Maria in Trastevere (Kautzsch 1939, fig. 5), riferito al rifacimento della pergula della basilica su commissione di Gregorio IV (827-844) (Bull-Simonsen 2001; Pittaccio 2013), torna il doppio motivo della stella a otto punte, separato qui da palmette anziché da alberelli, secondo un modello che Kautzsch riferisce proprio al prototipo della lastra più antica di Santa Sabina.
Tutto sembra riportare a un ambito cronologico entro il primo quarto del IX secolo, a quell’arco di tempo cioè che va dai primi tentativi di recupero del modello paleocristiano all’interno del nuovo repertorio tipologico della temperie leoniana e carolingia al consolidamento delle tecniche e delle iconografie in una fabbrica ormai matura come quella dell’Esquilino.

Valentina Brancone

Mediocre. Resecato a cuneo e scalpellato, con fori anche passanti.

1999: pulitura.

Ignota. Rinvenuto durante i lavori di sterro del Palazzetto, nell’ambito delle demolizioni effettuate nell’area in vista dello spostamento del Palazzetto di Venezia (1910-1914).

Roma, Archivio del Museo del Palazzo di Venezia, Riscontro delle sculture del loggiato inferiore e superiore (inventario manoscritto a cura di Maria Vittoria Brugnoli, 1973);
Seminario sulla tecnica e il linguaggio della scultura a Roma tra VIII e IX secolo, in Atti del simposio su Roma e l'Età carolingia, coordinato da Avagnina Maria Elisa, Istituto di Archeologia e Storia dell'arte, Roma 1976.

Mazzanti Federico, La scultura ornamentale romana nei bassi tempi, in «Archivio Storico dell’Arte», s. II, II, 1896, pp. 33-57, 161-187;
Kautzsch Rudolf, Die römische Schmuckkunst in Stein vom 6. bis zum 10 Jahrhundert, in «Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte», III, 1939, pp. 3-73;
Trinci Cecchelli Margherita, La Diocesi di Roma, t. IV, La I regione ecclesiastica, Corpus della scultura altomedievale, VII, Spoleto 1976;
Casartelli Novelli Silvana, L’intreccio geometrico del IX secolo, scultura delle cattedrali riformate e "forma simbolica" della rinascenza carolingia, in Roma e l’età carolingia. Atti delle giornate di studio (Roma, 3-8 maggio 1976), a cura dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma, Roma 1976, pp. 103-113;
Macchiarella Gianclaudio, Note sulla scultura in marmo a Roma tra VIII e IX secolo, in Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma (a cura di), Roma e l’età carolingia. Atti delle giornate di studio (Roma, 3-8 maggio 1976), Roma 1976, pp. 289-299;
Macchiarella Gianclaudio et al., Seminario sulla tecnica e il linguaggio della scultura a Roma tra VIII e IX secolo, in Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma (a cura di), Roma e l’età carolingia. Atti delle giornate di studio (Roma, 3-8 maggio 1976), Roma 1976, pp. 267-288;
Elbern Victor Heinrich, Bildstruktur-Sinnzeichen-Bildaussage. Zusammenfassende Studie zur unfigürlichen Ikonographie im frühen Mittelalter, in «Arte medievale», 1, 1983, pp. 17-37;
Russo Eugenio, La recinzione del presbiterio di San Pietro in Vaticano dal VI all’VIII secolo, in «Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Rendiconti», 55-56 (1982-1983/1983-1984), 1985, pp. 3-33;
Melucco Vaccaro Alessandra, Le officine marmorarie romane nei secoli VII-IX. Tradizione e apporti, in Cadei Antonio et al. (a cura di), Arte d’Occidente. Temi e metodi. Studi in onore di Angiola Maria Romanini, I, Roma 1999, pp. 299-308;
Bull-Simonsen Einaudi Karin, L’arredo liturgico medievale in Santa Maria in Trastevere, in de Blaauw Sible (a cura di), Arredi di culto e disposizioni liturgiche a Roma da Costantino a Sisto IV. Atti del Colloquio internazionale (Roma, 3-4 dicembre 1999), Roma 2001, pp. 81-99;
Guiglia Guidobaldi Alessandra, La scultura di arredo liturgico nelle chiese di Roma: il momento bizantino, in Guidobaldi Federico, Guiglia Guidobaldi Alessandra (a cura di), Ecclesiae urbis. Atti del Congresso internazionale di studi sulle chiese di Roma (IV-X secolo) (Roma, 4-10 settembre 2000), III, Città del Vaticano 2002, pp. 1479-1524;
Latini Massimo, Sculture altomedievali inedite del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia in Roma, in «Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte», 57, 2003, pp. 113-152;
Roperti Antonella, Note sulla scultura, in Bonacasa Carra Rosa Maria, Vitale Emma (a cura di), La cristianizzazione in Italia tra Tardoantico ed Altomedioevo. Atti del IX Congresso Nazionale di Archeologia cristiana (Agrigento, 20-25 novembre 2004), vol. I, Palermo 2007, pp. 411-420;
Ballardini Antonella, Scultura per l’arredo liturgico nella Roma di Pasquale I: tra modelli paleocristiani e Flechtwerk, in Quintavalle Arturo Carlo (a cura di), Medioevo: arte e storia, X Convegno internazionale di studi (Pavia, 18-22 settembre 2007), Milano-Parma 2008, pp. 225-246;
Latini Massimo, Catalogo, in Barberini Maria Giulia (a cura di), Tracce di pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, Roma 2008, pp. 175-194, schede 1-29;
Gianandrea Manuela, Note sul perduto arredo liturgico di Santa Sabina all’Aventino nel corso del Medioevo, in «Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte», s. III, 66, 2011, pp. 151-164;
Pittaccio Stefano, Santa Maria in Trastevere, aspetti inediti di un progetto all’antica. Origini e formazione, in Cantatore Flavia et al. (a cura di), Giornate di studio in onore di Arnaldo Bruschi (Roma, 5-7 maggio 2011), I, Roma 2013, pp. 13-25;
Roth-Rubi Katrin (in collaborazione con Sennhauser Rudolph), Die frühe Marmorskulptur aus dem Kloster St. Johann in Müstair, Ostfildern 2015;
Betti Fabio, L’arredo liturgico della Basilica di Santa Sabina al tempo di papa Eugenio II: dalla scoperta ai restauri storici (1894, 1918, 1936), in «Arte medievale», 7, 2017, pp. 31-52.

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