Frammento di lastra con croce inscritta in quadrilateri
Ambito romano Prima metà del IX secolo
Frammento di lastra marmorea ornata da una croce greca a estremità patenti e terminazioni a volute, inscritta in quadrilateri di nastro vimineo bisolcato intersecati a stella, entro una cornice a denti di sega.
Frammento di lastra marmorea ornata da una croce greca a estremità patenti e terminazioni a volute, inscritta in quadrilateri di nastro vimineo bisolcato intersecati a stella, entro una cornice a denti di sega.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il frammento di lastra marmorea presenta una decorazione a croce greca intagliata a fettuccia con estremità patenti e terminazioni a volute, inscritta in un disegno geometrico verosimilmente costituito da due quadrilateri di nastro vimineo bisolcato intersecati a formare una stella a otto punte, entro una cornice a denti di sega tangente alla punta della losanga. Pur se contraddistinto da un medesimo ornato, il frammento non appare coerente con il pluteo frammentario (inv. 13601) conservato nel Lapidarium di Palazzo Venezia in relazione a uno stesso arredo liturgico per via della disparità di misure tra le due croci.
Il motivo decorativo della stella a otto punte ha origini paleocristiane, con attestazioni che rimontano alle lastre marmoree del VI secolo di Santa Sofia a Costantinopoli (Russo 1984; Barsanti, Guiglia Guidobaldi 1992) e che nell’VIII secolo a Roma trovano eco e, a un tempo, un modello nelle lastre del recinto presbiteriale gregoriano di San Pietro in Vaticano (Guiglia Guidobaldi 2002; Ballardini 2008). È con Leone III (795-816) che la stella appare campita da una croce, configurando una nuova iconografia poi largamente diffusa nella prima metà del IX secolo, epoca contrassegnata da un programmatico revival paleocristiano.
Il nastro vimineo bisolcato e la cornice a denti di sega agganciano il reperto a una data non anteriore alla fine dell’VIII secolo (Kautzsch 1939; Pani Ermini 1974) e sono caratterizzanti della produzione delle officine di Pasquale I (817-824; Melucco Vaccaro 1999; Betti 2017); tuttavia l’esiguità del decoro non consente di ipotizzare una datazione più esatta della prima metà del IX secolo.
La metà inferiore del frammento lasciata a risparmio fa supporre che potesse configurare in origine una lastra di recinzione presbiteriale, caratterizzata da un ornato bifronte con uno dei due lati solo parzialmente scolpito per permettere la sistemazione, addossata alla recinzione, di panche mobili da usare come inginocchiatoi per i fedeli, come nella ricostruzione ipotetica di Santa Maria in Trastevere (Bull-Simonsen Einaudi 2001).
Valentina Brancone
Stato di conservazione
Mediocre. Resecato e scalpellato con scalfitture.
Restauri e analisi
1999: pulitura.
Provenienza
Ignota. Rinvenuto durante i lavori di sterro del Palazzetto, nell’ambito delle demolizioni effettuate nell’area in vista dello spostamento del Palazzetto di Venezia (1910-1914).
Fonti e documenti
Roma, Archivio del Museo del Palazzo di Venezia, Bollettario, IV tomo (annotazione manoscritta di Federico Hermanin, 30 giugno 1921);
Roma, Archivio del Museo del Palazzo di Venezia, Elenco dei frammenti marmorei sparsi nel Palazzo di Venezia (inventario manoscritto di Federico Hermanin, s.a.);
Roma, Archivio del Museo del Palazzo di Venezia, Riscontro delle sculture del loggiato inferiore e superiore (inventario manoscritto a cura di Maria Vittoria Brugnoli, 1973).
Bibliografia
Kautzsch Rudolf, Die römische Schmuckkunst in Stein vom 6. bis zum 10 Jahrhundert, in «Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte», III, 1939, pp. 3-73;
Pani Ermini Letizia, La Diocesi di Roma, t. I, La IV regione ecclesiastica, Corpus della scultura altomedievale, VII, Spoleto 1974;
Russo Eugenio, Fasi e nodi della scultura a Roma nel VI e VII secolo, in «Mélanges de l’École française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes», 96, 1984, pp. 7-48;
Barsanti Claudia, Guiglia Guidobaldi Alessandra, Gli elementi della recinzione liturgica ed altri frammenti minori della produzione scultorea protobizantina, in Guidobaldi Federico, Barsanti Claudia, Guiglia Guidobaldi Alessandra (a cura di), San Clemente. La scultura del VI secolo, con un catalogo delle sculture altomedievali, Roma 1992, pp. 67-270;
Melucco Vaccaro Alessandra, Le officine marmorarie romane nei secoli VII-IX. Tradizione e apporti, in Cadei Antonio et al. (a cura di), Arte d’Occidente. Temi e metodi. Studi in onore di Angiola Maria Romanini, I, Roma 1999, pp. 299-308;
Bull-Simonsen Einaudi Karin, L’arredo liturgico medievale in Santa Maria in Trastevere, in de Blaauw Sible (a cura di), Arredi di culto e disposizioni liturgiche a Roma da Costantino a Sisto IV. Atti del Colloquio internazionale (Roma, 3-4 dicembre 1999), Roma 2001, pp. 81-99;
Guiglia Guidobaldi Alessandra, La scultura di arredo liturgico nelle chiese di Roma: il momento bizantino, in Guidobaldi Federico, Guiglia Guidobaldi Alessandra (a cura di), Ecclesiae urbis. Atti del Congresso internazionale di studi sulle chiese di Roma (IV-X secolo), (Roma, 4-10 settembre 2000), III, Città del Vaticano 2002, pp. 1479-1524;
Latini Massimo, Sculture altomedievali inedite del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia in Roma, in «Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte», 57, 2003, pp. 113-152;
Latini Massimo, Catalogo, in Barberini Maria Giulia (a cura di), Tracce di pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, Roma 2008, pp. 175-194, schede 1-29;
Ballardini Antonella, Scultura per l’arredo liturgico nella Roma di Pasquale I: tra modelli paleocristiani e Flechtwerk, in Quintavalle Arturo Carlo (a cura di), Medioevo: arte e storia, X Convegno internazionale di studi (Pavia, 18-22 settembre 2007), Milano-Parma 2008, pp. 225-246;
Betti Fabio, L’arredo liturgico della Basilica di Santa Sabina al tempo di papa Eugenio II: dalla scoperta ai restauri storici (1894, 1918, 1936), in «Arte medievale», 7, 2017, pp. 31-52.