Frammento di architrave a intreccio
Ambito romano Fine VIII-primo quarto del IX secolo
Frammento di architrave marmoreo ornato da una treccia a tre capi di nastro vimineo bisolcato con terminazioni rettilinee e cornice a listello liscio.
Frammento di architrave marmoreo ornato da una treccia a tre capi di nastro vimineo bisolcato con terminazioni rettilinee e cornice a listello liscio.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il frammento marmoreo è decorato da una treccia a tre capi di nastro vimineo bisolcato con terminazioni laterali rettilinee ed è delimitato su tre lati da una cornice sottile a listello liscio. Le maglie della treccia, particolarmente serrate, producono occhielli a ogiva dalla conformazione a guscio, che conferiscono all’ornato un deciso effetto coloristico. Sul piano compositivo la distribuzione delle maglie di nastro vimineo, spaziata e regolare a sinistra, si fa più stretta e imprecisa negli ultimi tre nodi di destra.
Il motivo dell’intreccio multiplo (Casartelli Novelli 1976; Casartelli Novelli 2019; Romanini 1975; Romanini 1992) è testimoniato nella plastica altomedievale romana da un numero considerevole di occorrenze, in ragione dello sviluppo in lunghezza che lo rendeva facilmente adattabile a contesti diversi, come pilastrini, stipiti, architravi e cornici pertinenti a recinzioni presbiteriali, cibori e altro arredo dell’edificio di culto dalla fine dell’VIII secolo, allorché si registra un prevalere dell’ornato aniconico a intreccio (Seminario1976; Paroli 2001), e con ampia diffusione nel primo quarto del secolo successivo, con caratteri di continuità tra i cantieri di Leone III (795-816) e Pasquale I (817-824) (Ballardini 2008).
La destinazione originaria della lastra è ignota: dovette essere sottoposta a reimpiego, come dimostra il taglio netto della base, che riduce della metà il disegno dell’ornato, e la presenza di scalpellature e fori anche passanti.
È ipotizzabile per il frammento un’originaria pertinenza a un architrave, verosimilmente quale parte di un medesimo arredo liturgico assieme alla lastra con pavoni (inv. 3301) del Lapidarium del Museo di Palazzo Venezia, alla quale può essere accostato per analogia di misure, del motivo a intreccio e del suo trattamento formale.
Benché frammentaria, la decorazione del nostro reperto non può essere assimilata a quella ad archetti incrociati così come ipotizzato (Latini 2003), perché disegnando idealmente la prosecuzione dei capi di nastro vimineo si determinerebbe piuttosto una loro sovrapposizione tale da configurare un intreccio multiplo. Ne consegue che la datazione all’età di Adriano I (772-795), proposta sulla base dei confronti istituiti in relazione al motivo ad archetti (Latini 2008), non può essere accolta. Come per la menzionata lastra con pavoni (inv. 3301), alla cui scheda di catalogo si rimanda per una più completa disamina, e alla luce del pieno affermarsi del motivo a nastro vimineo bisolcato (Macchiarella 1976; Roperti 2007), il nostro frammento può essere riferito a un arco cronologico compreso tra la fine dell’VIII secolo e il primo quarto del IX secolo.
Valentina Brancone
Stato di conservazione
Mediocre. Resecato, scalpellato e inciso con fori, tra cui uno passante sulla fronte e più ampio nel cuore della lastra.
Restauri e analisi
2002-2003: restauro a cura di Maria Giulia Barberini e Maria Selene Sconci, condotto in occasione dell'allestimento del Lapidarium del Museo di Palazzo Venezia.
Provenienza
Ignota. Rinvenuto durante i lavori di sterro del Palazzetto, nell'ambito delle demolizioni effettuate nell'area in vista dello spostamento del Palazzetto di Venezia (1910-1914).
Fonti e documenti
Roma, Archivio del Museo del Palazzo di Venezia, Riscontro delle sculture del loggiato inferiore e superiore (inventario manoscritto a cura di Maria Vittoria Brugnoli, 1973).
Bibliografia
Kautzsch Rudolf, Die römische Schmuckkunst in Stein vom 6. bis zum 10 Jahrhundert, in «Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte», III, 1939, pp. 3-73;
Romanini Angiola Maria, Tradizione e «mutazioni» nella cultura figurativa precarolingia, in La cultura artistica nell’Occidente latino dal VII all’XI secolo, XXII Settimana di studio del CISAM, Spoleto 1975, pp. 759-789;
Casartelli Novelli Silvana, L’intreccio geometrico del IX secolo, scultura delle cattedrali riformate e «forma simbolica» della rinascenza carolingia, in Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma (a cura di), Roma e l’età carolingia. Atti delle giornate di studio (Roma, 3-8 maggio 1976), Roma 1976, pp. 103-113;
Macchiarella Gianclaudio, Note sulla scultura in marmo a Roma tra VIII e IX secolo, in Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma (a cura di), Roma e l’età carolingia. Atti delle giornate di studio (Roma, 3-8 maggio 1976), Roma 1976, pp. 289-299;
Macchiarella Gianclaudio et al., Seminario sulla tecnica e il linguaggio della scultura a Roma tra VIII e IX secolo, in Roma e l’età carolingia. Atti delle giornate di studio (Roma, 3-8 maggio 1976), a cura dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Roma, Roma 1976, pp. 267-288;
Romanini Angiola Maria et al., La scultura a intreccio, in L’Arte medievale in Italia, Firenze 1992, p. 262;
Paroli Lidia, La scultura a Roma tra il VI e il IX secolo, in Arena Maria Stella, Delogu Paolo, Paroli Linda et al. (a cura di), Roma dall’Antichità al Medioevo. Archeologia e storia nel Museo Romano Crypta Balbi, vol. I, Milano 2001, pp. 132-143, 487-493;
Latini Massimo, Sculture altomedievali inedite del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia in Roma, in «Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte», 57, 2003, pp. 113-152;
Roperti Antonella, Note sulla scultura, in Bonacasa Carra Rosa Maria, Vitale Emma (a cura di), La cristianizzazione in Italia tra Tardoantico ed Altomedioevo. Atti del IX Congresso Nazionale di Archeologia cristiana (Agrigento, 20-25 novembre 2004), vol. I, Palermo 2007, pp. 411-420;
Latini Massimo, in Barberini Maria Giulia (a cura di), Tracce di pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, Roma 2008, pp. 175-194, schede 1-29;
Ballardini Antonella, Scultura per l’arredo liturgico nella Roma di Pasquale I: tra modelli paleocristiani e Flechtwerk, in Quintavalle Arturo Carlo (a cura di), Medioevo: arte e storia, X Convegno internazionale di studi (Pavia, 18-22 settembre 2007), Milano-Parma 2008, pp. 225-246;
Casartelli Novelli Silvana, Decoro a «Korbboden» (fondo di canestro): una nota sul «vizio di noi occidentali, della spiegazione mimetica delle immagini, anche in presenza di disegni astratti», in «Arte medievale», 9, 2019, pp. 9-58.