Figura allegorica con libro e tartaruga (Temperanza-Pudicizia)
Tiziano Aspetti 1590-1599
La figura femminile che calpesta una tartaruga rappresenta una Virtù, probabilmente la Temperanza-Pudicizia. L’opera, realizzata da Tiziano Aspetti, risale all’ultimo decennio del XVI secolo, quando l’artista si trovava a Padova intento alla creazione delle statue bronzee nella basilica di Sant’Antonio.
La figura femminile che calpesta una tartaruga rappresenta una Virtù, probabilmente la Temperanza-Pudicizia. L’opera, realizzata da Tiziano Aspetti, risale all’ultimo decennio del XVI secolo, quando l’artista si trovava a Padova intento alla creazione delle statue bronzee nella basilica di Sant’Antonio.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
L’attribuzione del bronzetto in esame allo scultore padovano Tiziano Aspetti (Padova, ante 1555-Pisa 1606), nipote dell’omonimo artista Tiziano Aspetti detto Minio (Padova, circa 1507-1552), emerge a cominciare dai primi anni sessanta del Novecento (Pope-Hennessy 1961;Van Schendel 1961; Moriondo Lenzini, Berti 1962). Se inizialmente si individuava nel bronzetto una versione in piccolo formato delle statue delle Virtù Cardinali nella basilica di Sant’Antonio a Padova, Pope-Hennessy (1963; 1968) ha giustamente svincolato la figura dai bronzi antoniani. Pur non essendoci legami compositivi né iconografici con le sculture del Santo, rimane plausibile la proposta di collocare l’opera in un momento cronologico prossimo a queste, ovvero nell’ultimo decennio del XVI secolo. Esistono diversi esemplari, a partire da quello al Worcester Art Museum (Bulletin 1919, "manner of Alessandro Vittoria"), al Museo Civico Amedeo Lia a La Spezia (Avery 1998), nella collezione Vok a Padova (Banzato 2004), nella collezione Böhler di Monaco (Böhler 1978), alla Michael Hall fine Arts Inc. di New York (Notable Works 1967). Sono da rintracciare l’esemplare segnalato nella collezione Galli a Carate Brianza, quello venduto a un’asta parigina (Palais Galliera) il 9 aprile 1976 (Banzato 2004), quello al Museo di Gotha (Böhler 1978), quello in vendita a Firenze il 16 giugno 2022 (Pandolfini 2022). Il bronzetto del Museo di Palazzo Venezia proviene dalla collezione viennese di Giacinto Auriti (Santangelo 1964). Il soggetto non è stato ancora individuato con certezza a causa della perdita dell’attributo che la figura teneva nella mano: oggi si vede soltanto un dischetto ovale, identificato in un’ostia o nella base di un calice: da qui la propensione a riconoscere nella donna una Virtù o una raffigurazione religiosa. L’identificazione più diffusa è con la personificazione della Fede, ipotesi attualmente accettata con un punto di domanda (Cannata 1996; Cannata 2011), mentre Avery (1998) vi aveva riconosciuto la Prudenza, ipotizzando che la donna reggesse uno specchio. In questa sede si vuole proporre un nuovo soggetto basato sull’attributo della tartaruga, posta sotto al piede della figura femminile. Nella cultura rinascimentale l’animale, oltre ad alludere alla Terra, rimandava dal punto di vista religioso alle virtù della Temperanza, della Pudicizia (Maffei 2020, pp. 306-308), alla custodia delle vergini e al matrimonio (Cartari 1571, pp. 540-542; Valeriano 1556, ed. it. 1625, p. 355; Ripa 1593, pp. 227, 269, 290). L’animale, infatti, che gli antichi ritenevano privo di lingua, era simbolo del pudore femminile, a partire da un passo dei Coniugalia praecepta (32) di Plutarco che descriveva la statua della Venere Urania di Fidia: "Fidia rappresentò l’Afrodite degli Elei con un piede su una tartaruga; la cosa, per la donna, ha questo significato esortativo: restare a casa e tacere" (Martano, Tirelli 1990, p. 83; per l’opera di Fidia si veda Papini 2014, pp. 174-178). A una vergine, casta e virtuosa si accorda bene anche il vestito castigato del bronzetto che differisce "da quello delle altre figure femminili modellate dall’Aspetti" (Cannata 2011). Quindi, con buona probabilità, il soggetto del bronzetto è la Temperanza-Pudicizia, anche considerando la grande diffusione che i geroglifici rinascimentali hanno avuto nelle decorazioni padovane del XVI secolo (Pietrobelli 2022). Infine, si vuole ipotizzare in questa sede che le movenze aggraziate della figura, con una posa serpentinata, con una gamba piegata in avanti, il braccio sinistro abbassato lungo il fianco e l’altro sollevato, siano ispirate alla figura della Virtù del monumento di Tiberio Deciani in Santa Maria del Carmine a Padova realizzata intorno al 1580 da Francesco Segala (Siracusano 2015, pp. 85, 103, n. 71). Aspetti si deve essere ispirato alla statua lapidea per la posa generale, poiché facilitato dalla composizione stessa dell’opera, nella quale, come nel bronzetto, la figura calpesta una tartaruga.
Giulio Pietrobelli
Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025
Stato di conservazione
Buono. Lacca nera, base esagonale bronzea originale su un piedistallo ligneo posticcio.
Provenienza
Vienna, Collezione Giacinto Auriti, formata tra il 1922 e il 1933;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, donata nel 1963.
Esposizioni
Londra, The Victoria & Albert Museum, Italian Bronze Statuettes, 27 luglio-1 ottobre 1961;
Amsterdam, Rijksmuseum, Meesters van het brons der Italiaanse Renaissance, 29 ottobre 1961-14 gennaio 1962;
Firenze, Palazzo Strozzi, Bronzetti italiani del Rinascimento, febbraio-marzo 1962.
Bibliografia
Cartari Vincenzo, Le imagini de i Dei de gli Antichi, in Venetia, appresso Giordano Ziletti e compagni, 1571;
Ripa Cesare, Iconologia overo descrittione dell’imagini universali cavate dall’antichità et da altri luoghi, in Roma, per gli Heredi di Gio. Gigliotti, 1593;
Valeriano Pierio, Ieroglifici overo Commentarii delle occulte significationi de gl’Egittij, & altre Nationi, in Venetia, presso Gio. Battista Combi, 1625;
Ricci Vincenzo, Geroglifici morali, in Napoli, per Gio. Domenico Roncagliolo, 1626
Planiscig Leo, Collezione G. Auriti. Bronzi e targhette, 1931, n. 15 (catalogo dattiloscritto segnalato in Cannata 2011, p. 111);
«Bulletin of the Worcester Art Museum», IX, January 1919, 4, p. [61];
Italian Bronze Statuettes, catalogo della mostra (Londra, The Victoria & Albert Museum, 27 luglio-1 ottobre 1961), [London] 1961, n. 165;
Van Schendel Arthur (a cura di), Meesters van het brons der Italiaanse Renaissance, catalogo della mostra (Amsterdam, Rijksmuseum, 29 ottobre 1961-14 gennaio 1962), Amsterdam 1961, n. 163;
Moriondo Lenzini Margherita, Berti Luciano (a cura di), Bronzetti italiani del Rinascimento, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, febbraio-marzo 1962), Firenze 1962, n. 161;
Pope-Hennessy John, Italian Bronze Statuettes – II, in «The Burlington Magazine», 105, 719, febbraio 1963, pp. 58-71;
Santangelo Antonino, Museo di Palazzo Venezia. La collezione Auriti. Piccoli bronzi, placchette, incisioni e oggetti d’uso, Roma 1964, p. 18, tav. XIV;
Notable Works of Art Now on the Market, in «The Burlington Magazine», CIX, 777, dicembre 1967, supplemento, tav. XXVIII;
Pope-Hennessy John, Essays on Italian Sculpture, London 1968, pp. 172-198, tav. 228;
Böhler Julius, Ausstellung von Gemälden, Handzeichnungen, Plastiken in Holz, Terracotta und Bronze, Kunstgewerbe, München, September-Oktober, München 1978, n. 42;
Martano Giuseppe, Tirelli, Aldo (a cura di), Plutarco, Precetti coniugali, Napoli 1990;
Mariacher Giovanni, Aspetti (De Aspectis), Tiziano, in Allgemeines Künstler-Lexikon, München, Leipzig 1992, 5, pp. 445-447;
Cannata, in Zuraw Shelley, Barberini Maria Giulia, Cannata Pietro, et al. (a cura di), Masterpieces of Renaissance and Baroque Sculpture from the Palazzo Venezia, Rome, catalogo della mostra (Athens, Georgia Museum of Art, 5 ottobre-24 novembre 1996), Athens 1996, pp. 50-51, n. 6;
Avery, in Avery Charles, La Spezia. Museo Civico Amedeo Lia. Sculture. Bronzetti, placchette, medaglie, La Spezia 1998, pp. 169-170, n. 102;
Banzato Davide, Bronzi del Rinascimento. Collezione Vok, [Padova] 2004, pp. 78-81, nn. 26-27;
Cannata, in Barberini Maria Giulia, Sconci Maria Selene (a cura di), in Guida al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma 2009, p. 74, n. 74;
Cannata, in Cannata Pietro, Museo Nazionale di Palazzo di Venezia. Sculture in bronzo, Roma 2011, pp. 110-111, n. 12;
Papini Massimiliano, Fidia. L’uomo che scolpì gli dei, Roma-Bari 2014;
Siracusano Luca, Per Francesco Segala “padovano scultore et architettore”, in «Arte Veneta», 72, 2015, pp. 77-105;
Maffei Sonia, Temperanza nell’Iconologia di Cesare Ripa. Tipologie e fortuna, in Ferretti, Giuliano, Roudaut, François, Dupouy, Jean-Pierre (a cura di), La Vertu de tempérance entre Moyen Âge et âge classique, Paris 2020, pp. 295-318;
Pandolfini casa d’aste. Sculture e oggetti d'arte dal medioevo al XIX secolo, catalogo di vendita (Firenze, 16 giugno 2022), asta n. A1123, pp. 48-49, n. 50;
Pietrobelli Giulio, Alcune note sulle decorazioni geroglifiche dell’Odeo Cornaro a Padova, in «Eidola», 19, 2022, pp. 117-136.