Elmo turcomanno
Anonimo XV secolo
Coppo cilindrico svasato nella parte inferiore; poi conico poco rigonfio, sormontato da una vetta, retta da un nodo a forma di dado a molte facce. La parete cilindrica ha due incavi semicircolari per la vista; al centro sopra di essi doveva esserci un ponticello per il nasale scorrevole, oggi mancante. Una lista in ferro a sezione rettangolare contorna gli incavi e continua sul resto del coppo poco sopra il suo bordo inferiore. Nella stretta fascia rimasta libera sotto la lista sono fissati gli anelli per il camaglio anch'esso mancante. Negli sgusci tracce di decorazione a girali.
Coppo cilindrico svasato nella parte inferiore; poi conico poco rigonfio, sormontato da una vetta, retta da un nodo a forma di dado a molte facce. La parete cilindrica ha due incavi semicircolari per la vista; al centro sopra di essi doveva esserci un ponticello per il nasale scorrevole, oggi mancante. Una lista in ferro a sezione rettangolare contorna gli incavi e continua sul resto del coppo poco sopra il suo bordo inferiore. Nella stretta fascia rimasta libera sotto la lista sono fissati gli anelli per il camaglio anch'esso mancante. Negli sgusci tracce di decorazione a girali.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Questo tipo di elmo (miğfer) è stato spesso definito "a turbante" ed è conosciuto per vari esemplari conservati. Proviene molto verosimilmente dal contesto azerbagiano-anatolico orientale dove fu realizzato per la dinastia degli Aq Qoyunlu, come attestano numerosi altri esemplari consimili (per esempio New York, Metropolitan Museum of Art, no. 04.3.211). Può anche essere stato realizzato sempre in quel contesto per la committenza ottomana. Diversi esemplari di questo tipo sono stati oggetto di bottino dopo la battaglia di Chaldiran, quando gli ottomani sconfissero i safavidi nel 1514.
Michele Bernardini
Stato di conservazione
Mediocre. Presenta perdite nella iscrizione incrostata e corrosione in alcune parti del metallo; mancano alcuni elementi annessi e presenta tracce di deterioramento del metallo.
Iscrizioni
Sulla parte cilindrica dell'elmo:
[...] العز المولانا السلطان العظم الخان المعظم مالك الرقاب
«Gloria al Nostro signore il grande sultano, sovrano sommo re vigilante [l'ultima parte è illeggibile]»;
nella parte superiore:
العز في الطاعة الغنى في القناعة
«Gloria nell'obbedienza, ricchezza nell'appagamento».
Stemmi emblemi e marchi
Tre punzoni indicano l'arsenale di Sant'Irene a Costantinopoli.
Provenienza
Collezione Odescalchi (n. 1517).
Esposizioni
Roma, Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII, maggio-luglio 1969.
Fonti e documenti
Scheda OA Soprintendenza per i beni storici ed artistici di Roma, nr. 620, firmata da Nolfo di Carpegna (29 ottobre 1977);
fotografia G.F.N., F. 10607.
Bibliografia
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII, già collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), Roma 1969, n. 69;
Kalus Ludvik, Les armures des Timourides des Aqqoyunlus et des Shirvanshahs, in Golombek Lisa, Subtelny Maria (a cura di), Timurid Art and Culture. Iran and Central Asia in the Fifteenth Century, Leiden-New York-Koln, 1992, pp. 158-167, fig. 7;
Rogers John Michael, Empire of the Sultans: Ottoaman Art from the Collection of Nasser D. Khalili, London 1995, nr. 84-85;
Civita Francesco (a cura di), Islam. Armi e armature della collezione di Frederick Stibbert, Firenze 2014, nn. 11-12.