Crocifissione di Cristo

Galeazzo Mondella detto il Moderno 1490-1495 circa

In mostra presso Palazzo Venezia

La Crocifissione, realizzata dall’orafo veronese Galeazzo Mondella detto il Moderno, è l’opera dell’artista che più ha avuto fortuna, con decine di esemplari conservati nelle collezioni di tutto il mondo. La scena colpisce per la concitazione della folla che assiste all’esecuzione e per il forte impatto drammatico dei personaggi in primo piano e dei ladroni in croce che si contorcono in pose scomposte.

La Crocifissione, realizzata dall’orafo veronese Galeazzo Mondella detto il Moderno, è l’opera dell’artista che più ha avuto fortuna, con decine di esemplari conservati nelle collezioni di tutto il mondo. La scena colpisce per la concitazione della folla che assiste all’esecuzione e per il forte impatto drammatico dei personaggi in primo piano e dei ladroni in croce che si contorcono in pose scomposte.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Crocifissione di Cristo Autore: Galeazzo Mondella detto il Moderno Data oggetto: 1490-1495 circa Materiale: Bronzo Tecnica: Fusione a cera persa Dimensioni: altezza 12,3 cm; larghezza 8,7 cm
Tipologia: Bronzi Acquisizione: 1963 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 10830

La Crocifissione, racchiusa da una cornice modanata, è sovraffollata di personaggi: oltre a Cristo e ai due ladroni, alla Madonna tra le pie donne, a Maria Maddalena e san Giovanni Evangelista, sono presenti un putto e quindici soldati, di cui due a cavallo. Il personaggio sotto la croce con lo scudo con gorgoneion è stato identificato in Longino. 
È l’opera di Galeazzo Mondella detto il Moderno (1467-1528) che ha avuto una maggiore diffusione, probabilmente perché adatta ad essere utilizzata come “pace” baciata dai fedeli durante la liturgia (Cannata 1982). Come rilevato da Molinier (1886), il soldato nudo di spalle torna nella Resurrezione (nv. 10831), pertanto le due placchette non devono distare troppo cronologicamente l’una dall’altra. Pope-Hennessy (1965) ha plausibilmente ricondotto alla grafica d’Oltralpe la posa scomposta dei due ladroni, mentre Wixom (1975) ha chiamato in causa la Deposizione di un incisore olandese noto con il nome di Master with the Banderoles, ma il confronto non appare significativo. Lewis (1989) data la placchetta alla seconda metà del nono decennio del XV secolo (1486-1489) e individua l’origine della composizione nella Crocifissione (1482-1486) di Ercole de’ Roberti nella cappella Garganelli in San Petronio a Bologna, distrutta ma nota attraverso prove grafiche e opere successive ispirate a essa. Non sembrano convincenti altri confronti proposti dallo studioso, quali il dipinto di medesimo soggetto di Antonio Vivarini oggi al Museo d’Arte a Ravenna, il Cristo portacroce di Francesco Bonsignori a Palazzo Ducale a Mantova e la Deposizione di scuola di Vincenzo Foppa nella chiesa del Carmine a Pavia. A questi spunti, Banzato aggiunge dei generici influssi mantegneschi (Banzato 2000). Cupperi (2005) svincola l’opera dai riferimenti ferraresi proposti da Lewis e propone che il punto di vista ribassato della composizione, che ingigantisce la folla in basso e rende più minuti Cristo e i ladroni, sia da ricondurre a una adesione del Moderno alla tradizione foppesca e alla cultura prospettica bramantinesca. Ancora, lo studioso, su suggerimento di Marco Collareta, crea un parallelo stilistico con la Crocifissione di Gaudenzio Ferrari in Santa Maria delle Grazie a Varallo, la quale però è più tarda (1513). La composizione del Moderno viene copiata in alcune opere del XVI secolo, come per esempio un rilievo ligneo conservato a palazzo Zuckermann a Padova (Banzato 1989) e un dipinto di ambito piemontese (Bergbauer 2010). 
L’esemplare del Museo di Palazzo Venezia proviene dalla collezione viennese dell’ambasciatore Giacinto Auriti (Santangelo 1964; Cannata 1982; e cr. inv. 10827, inv. 10828, inv. 10829, inv. 10831). Una versione a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, presenta le figure nude censurate con dei “braghettoni” sulla scia dei dettami controriformistici (Leone De Castris 2018), mentre alcuni esemplari più tardi vanno ascritti all’ambito olandese (Pechstein 1968). Un manufatto, incorniciato da una elegante edicola con timpano a volute, da paraste decorate a candelabre e da un basamento a grottesche, è probabilmente coevo o di poco successivo (Imbert, Morazzoni 1941). Tra i numerosi esemplari – alcuni con la cornice modanata, altri senza – si possono menzionare quelli: a Ravenna (Martini 1985), a La Spezia (Avery 1998), a Torino (A.S.F. 1982), al Museo del Bargello a Firenze (Supino 1898; Vannel, Vannel Toderi 1996), al Museo Correr a Venezia (Jacobsen 1893), a Vicenza (Banzato 2000; Cupperi 2005), a Padova (Banzato 1989), al Louvre di Parigi (Molinier 1886; Migeon 1904), a Berlino (Bode 1904; Bange 1922; Rognini 1973-1974), al Victoria & Albert Museum di Londra (Maclagan 1924), alla National Gallery di Washington (una con cornice, inv. 1942.9.239; una senza, inv. 1957.14.294; Pope-Hennessy 1965; Wilson 1983), al Metropolitan Museum di New York (una con cornice, inv. 27.14.5; una senza, inv. 31.33.9), a Santa Barbara (Middeldorf, Goetz 1944), a Cleveland (Wixom 1975), a Oxford (Warren 2014).

Giulio Pietrobelli

Buono. Patina naturale bruna.

Vienna, collezione di Giacinto Auriti, formata tra il 1922 e il 1933, n. 8;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, donazione del 1963.

Molinier Émile, Les bronzes italiens de la Renaissance. Les plaquettes. Catalogue raisonné, Paris 1886, I, pp. 128-130, n. 171;
Jacobsen Emil, Plaketten im Museo Correr zu Venedig, in «Repertorium für Kustwissenschaft», 16, 1893, pp. 54-75,  n. 10;
Supino Igino (a cura di), Catalogo del R. Museo Nazionale di Firenze (Palazzo del Podestà), Roma 1898, p. 107 nn. 417-418;
Bode Wilhelm, Königliche Museen zu Berlin. Beschreibung der Bildwerke der Christlichen Epochen. Die Italienischen Bronzen, Berlin 1904, p. 64, n. 740;
Migeon Gaston (a cura di), Musée National du Louvre. Catalogue des bronzes & cuivres du Moyen Âge, de la Renaissance et des temps modernes, Paris 1904, p. 245, n. 301;
Bange Ernst Friedrich (a cura di), Die Italienischen Brozen der Renaissance und des Barock: Riliefs und Plaketten, Berlin 1922, II, p. 62, n. 454, tav. 46;
Maclagan Eric, Victoria & Albert Museum. Catalogue of Italian Plaquettes, London 1924, p. 29, nn. 704-1907 e 426-1910;
De Ricci Seymour, The Gustave Dreyfus Collection. Reliefs and Plaquettes, Oxford 1931, pp. 132, n. 170;
Imbert Eugenio, Morazzoni Giuseppe (a cura di), Le placchette italiane. Secolo XV-XIX. Contributo alla conoscenza della placchetta italiana, Milano 1941, p. 55, nn. 107-108, tav. XX;
Middeldorf Ulrich, Goetz Oswald, Medals and Plaquettes from the Sigmund Morgenroth Collection, Chicago 1944, p. 34, n. 232;
Cott Perry, Renaissance Bronzes: Statuettes, Reliefs and Plaquettes, Medals and Coins from The Kress Collection, Washington 1951, p. 151;
Santangelo Antonino, Museo di Palazzo Venezia. La collezione Auriti. Piccoli bronzi, placchette, incisioni e oggetti d’uso, Roma 1964, p. 36;
Pope-Hennessy John, Renaissance Bronzes from the Samuel Kress H. Collection. Reliefs, Plaquettes, Statuettes, Utensils and Mortars, London 1965, n. 147, fig. 179;
Panvini Rosati Franco, Medaglie e placchette italiae dal Rinascimento al XVIII secolo, Roma 1968, p. 72, n. 33, fig. 33;
Pechstein Klaus, Kunstgewerbemuseum Berlin. Bronzen und Plaketten, Berlin 1968, n. 33;
Rognini Luciano, Galeazzo e Girolamo Mondella artisti del Rinascimento veronese, in «Atti e memorie della Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona», XXV, 1973-1974, pp. 95-119,  fig. 4;
Wixom William, Renaissance Bronzes from Ohio Collections, The Cleveland Museum of Art, Cleveland 1975, nn. 42-43;
A.S.F., in Dagli ori antichi agli anni Venti. Le collezioni di Riccardo Gualino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Madama, Galleria Sabauda, dicembre 1982-marzo 1983), Milano 1982, p. 123, n. 59;
Cannata Pietro (a cura di), Rilievi e placchette dal XV al XVIII secolo, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, febbraio-aprile 1982), Roma 1982, pp. 50-51, n. 27;
Wilson Carolyn, Renaissance Small Bronze Sculpture and Associated Decorative Arts at the National Gallery of Art. Washington, Washington 1983, p. 107, n. 9;
Martini, in Zurli Francesco, Iannucci Anna Maria, Piccoli bronzi e placchette del Museo Nazionale di Ravenna, catalogo della mostra (Ravenna, Museo Nazionale, novembre 1985-marzo 1986), Ravenna 1985, p. 84, n. 35;
Banzato, in Banzato Davide, Pellegrini Franca, Bronzi e Placchette dei Musei Civici di Padova, Padova 1989, pp. 62-63, nn. 34-35;
Lewis Douglas, The Plaquettes of Moderno and His Followers, in «Studies in the History of Art», 22, 1989, pp. 105-141, note 31-32, p. 140, n. I.2;
Toderi Giuseppe, Vannel Toderi Fiorenza, Placchette. Secoli XV-XVIII nel Museo Nazionale del Bargello, Firenze 1996, pp. 83-84, nn. 143-144;
Avery Charles, La Spezia. Museo Civico Amedeo Lia. Sculture, bronzetti, placchette, medaglie, La Spezia 1998, pp. 272-273, n. 192;
Banzato, in Banzato Davide, Beltramini Maria, Gasparotto Davide, Placchette, bronzetti e cristalli incisi dei Musei Civici di Vicenza. Secoli XV-XVIII, catalogo della mostra (Caltanissetta, Cripta della Cattedrale, 16 settembre-12 novembre 2000), Verona 2000, pp. 64-65, nn. 31-32, pp. 123-124, figg. 31-32;
Cupperi, in Avagnina Maria Elisa, Binotto Margaret, Villa Giovanni Carlo Federico (a cura di), Pinacoteca Civica di Vicenza. Scultura e arti applicate dal XIV al XVIII secolo, Vicenza 2005, pp. 211-212, nn. 238-239;
Rossi Francesco, in Di Lorenzo Andrea, Frangi Francesco (a cura di), La raccolta Mario Scaglia. Dipinti e sculture, medaglie e placchette da Pisanello a Ceruti, Cinisello Balsamo, Milano 2007, p. 65 n. 9.
Bergbauer Bertrand, Moderno et les peintres. Autour des dérivés anversois d’une plaquette italienne, in «Revue de l’art», 167, 2010, pp. 31-40
Warren Jeremy (a cura di), Medieval and Renaissance Sculpture. A Catalogue of the Collection in the Ashmolean Museum, Oxford. Volume 3. Plaquettes, Oxford 2014, pp. 841-843, nn. 298-299;
Leone De Castris Pierluigi, Il Moderno a Cava. Ovvero i "braghettoni" d’argento, in «Napoli Nobilissima», IV, I, gennaio-aprile 2018, pp. 48-56.

Oggetti correlati

Correlati
bronzo
Bronzi
fusione a cera persa
Galeazzo Mondella detto il Moderno
1400 d.C. - 1600 d.C.