Cristo portacroce
Francesco Zaganelli 1500-1510
Questa immagine di Cristo portacroce, commovente e dal marcato tono pietistico, si ritiene eseguita da Francesco Zaganelli da Cotignola. Tale pittore, insieme al fratello Bernardino (con cui condusse per molti anni una prolifica società), fu l’artista di punta tra Quattro e Cinquecento nel territorio romagnolo, dove licenziò un cospicuo numero di tavole devozionali private e pale d'altare.
Questa immagine di Cristo portacroce, commovente e dal marcato tono pietistico, si ritiene eseguita da Francesco Zaganelli da Cotignola. Tale pittore, insieme al fratello Bernardino (con cui condusse per molti anni una prolifica società), fu l’artista di punta tra Quattro e Cinquecento nel territorio romagnolo, dove licenziò un cospicuo numero di tavole devozionali private e pale d'altare.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
La tavola, le cui piccole dimensioni suggeriscono un antico uso per la devozione individuale, raffigura Gesù Cristo nel momento più toccante della sua Passione, mentre, diretto verso il monte Golgota, è costretto a trasportare la croce su cui poi verrà martirizzato. È una figura molto intensa e struggente, il cui pathos è accentuato dalle dense gocce di sangue che scorrono sulle ciocche dei capelli e soprattutto dallo sguardo raggelato del Salvatore, rivolto con paura verso lo spettatore e consapevole dell’atroce sorte che lo attende.
Questa particolare iconografia, di cui non si conosce l’esatta origine (molto probabilmente nordica, Imolesi Pozzi 2012; Zama 2015), trovò i principali interpreti nella cultura artistica veneta, in particolare tra Giovanni Bellini e i suoi numerosi seguaci. A tale orizzonte di cultura figurativa, in effetti, in più di un’occasione guardò l’autore di quest’opera, Francesco Zaganelli (documentato tra il 1484 e il 1532), originario di Cotignola, che trascorse gran parte della sua carriera in Romagna. Francesco, insieme al fratello Bernardino (documentato tra il 1495 e il 1519) – con cui condusse per molti anni una prolifica società, sciolta per cause a noi ignote intorno all’anno 1510 circa (Zama 1994, p. 29) – fu l’artista di punta del suo tempo in questi territori, in grado di licenziare un cospicuo numero di opere d’arte destinate tanto alla devozione privata quanto agli altari delle maggiori chiese.
Il soggetto affrontato in questa tavola riscosse un successo eccezionale nella bottega degli Zaganelli, tanto che si contano ben nove versioni riconducibili alla loro cerchia: esse, distinguibili l’una dall’altra solamente per via di piccoli accenti di stile, presentano puntualmente il medesimo schema del nostro Cristo portacroce, parimenti ritratto di tre quarti e immerso in un fondale oscuro (Imolesi Pozzi 2012; Martini 2021). Di questa serie, l’esemplare del Museo di Palazzo Venezia spicca per intensità e qualità, come ben suggeriscono in particolare la veste candida e stropicciata di Cristo, quasi palpabile, e i ciuffetti pettinatissimi della sua barba, di una consistenza pressoché metallica. Per tale motivo si è propensi ad attribuire l’opera a Francesco, primo intestatario della ditta Zaganelli, (Suida 1930/1931; Santangelo 1947; Zeri 1955; Tempestini 2000), sebbene talvolta si sia preferito riferirla al suo ambito (Zama 1994; Martini 2021) o, addirittura, al fratello Bernardino (Roli 1965).
La tavola è stata resa nota agli studi (già sotto il nome di Francesco Zaganelli) all’aprirsi del secolo scorso, quando era custodita presso la collezione di Giulio Sterbini a Roma (Venturi 1906); a una data imprecisata, pur restando a Roma, passò poi nella collezione di Giovanni Battista Armenise (Santangelo 1947), il quale, nel maggio del 1940, lasciò in dono al Museo di Palazzo Venezia una grossa fetta delle opere in suo possesso, tra cui il presente Cristo portacroce.
Luca Mattedi
Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025
Stato di conservazione
Buono. La pellicola pittorica appare ben preservata.
Restauri e analisi
Matteucci 1945.
Provenienza
Roma, Galleria Giulio Sterbini, documentata nel 1906;
Roma, Collezione Giovanni Battista Armenise, fino al 1940;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio 1940.
Bibliografia
Venturi Adolfo, La Galleria Sterbini in Roma, Roma 1906, pp. 191-195, n. 48;
Suida von Wilhelm, Francesco Zaganelli von Cotignola und die Deutsche Kunst, in «Zeitschrift für bildende Kunst», LXIV, 1930/1931, pp. 248-251;
Buscaroli Rezio, La pittura romagnola del Quattrocento, Faenza 1931, p. 375;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo. 1. Dipinti, Roma 1947, p. 38;
Zeri Federico (a cura di), Catalogo del Gabinetto Fotografico Nazionale. 3. I dipinti del Museo di Palazzo Venezia in Roma, Roma 1955, p. 8, n. 116;
Roli Renato, Sul problema di Bernardino e Francesco Zaganelli, in «Arte antica e moderna», VIII, 1965, pp. 223-243;
Zeri Federico,"Antico" e "moderno" nel tardo Cinquecento: una tela nella Pinacoteca di Monza, in «Paragone», XXXV, 411, 1984, pp. 10-14, fig. 7;
Zama Raffaella (a cura di), Zaganelli e dintorni. Per una ricerca sui dipinti di Francesco e Bernardino, fra Cotignola e Ravenna, catalogo della mostra (Cotignola, Palazzo Sforza, 18-26 febbraio 1989), Faenza 1989, p. 9;
Zama Raffaella, Gli Zaganelli, Rimini 1994, pp. 162-163, n. 51;
Tempestini Anchise, Un Cristo con la croce di Francesco Zaganelli, in Terraroli Valerio et al. (a cura di), L’arte nella storia: contributi di critica e storia dell'arte per Gianni Carlo Sciolla, Milano 2000, pp. 319-321;
Imolesi Pozzi Antonella, La fortuna di un’immagine del Cristo Portacroce della bottega degli Zaganelli, in «Romagna Arte e Storia», XXXII, 94, 2012, pp. 31-40;
Zama Raffaella, Sull’arcivescovo Rinaldo Graziani OFM e l’iconografia dell’Immacolata Concezione in Romagna: un mecenate per gli Zaganelli fra dispute e riforme del suo tempo, in «Romagna Arte e Storia», XXXV, 103, 2015, pp. 47-74;
Martini Giorgio, La serie dei Cristo portacroce degli Zaganelli. Un’analisi storico-critica tra modelli e interpretazioni, in Settembrini Federico, Zama Raffaella (a cura di), Novena. Storie di un Cristo Portacroce acquisito tra varianti antiche e meditazioni contemporanee, catalogo della mostra (Cotignola, Palazzo Sforza, 11 dicembre 2021-6 marzo 2022), Cotignola 2021, pp. 14-23, n. A.